Negli ultimi tre mesi, i piccoli commercianti di generi alimentari dell’Emilia-Romagna hanno visto ridurre i consumi presso i loro esercizi del 6,9%. E’ il dato peggiore degli ultimi 11 anni. Anche Budrio, come la regione, riflette le difficoltà dovute principalmente alla crisi economica. Ma non tutti sono d’accordo. Siamo andati in centro a Budrio per capire dai titolari dei negozi di alimentari come vivono questo momento.
CARRELLO DELLA SPESA PIU’ LEGGERO
La crisi economica che ha colpito l’Italia negli ultimi anni non ha fatto sconti neppure nel nostro paese. Sebbene la maggior parte dei budriesi riesca a resistere ai suoi effetti nefasti, grazie a un tessuto di famiglie che vivono in casa di proprietà e con un buon reddito, aumenta la fascia di coloro che cominciano a spendere in modo più oculato dopo aver perso il lavoro o per via della cassa integrazione.
I dati dell’ufficio studi di Unioncamere sono preoccupanti. In Emilia Romagna la vendita di prodotti alimentari è crollata del 6,9%, e farne le spese sono soprattutto i piccoli esercizi commerciali, soprattutto quelli a conduzione famigliare.
ANCHE I SUPERMERCATI SONO IN DIFFICOLTA’
Se a Cento di Budrio non si realizzerà più il centro commerciale, la colpa non è soltanto di un sistema burocratico che ha allungato moltissimo i tempi di definizione del progetto. Ma forse, a fare la sua parte, è stata anche la consapevolezza, da parte degli attuatori, del momento economico in cui viviamo e delle difficoltà che anche i grandi supermercati stanno affrontando. In altre parole, la crisi economica sta mettendo in ginocchio un po’ tutti, piccoli e grandi.
NIENTE CROSTATE, PIU’ PANE. A BUDRIO I CONSUMATORI SPENDONO IN MODO PIU’ OCULATO
Come affronta la crisi il consumatore budriese? “Nel mio negozio si vende più pane, ma meno crostate, stuzzicheria e generi raffinati – ci dice Irene Conti, dell’omonimo panificio in via Mentana. “La gente ha meno da spendere e preferisce comprare i generi di prima necessità. Altri – continua – hanno deciso di rinunciare anche al pane del fornaio, rifugiandosi su prodotti da supermercato di minor qualità”. A lei fa eco Romano Tinarelli di Alimentari Francesca: “I consumatori spendono con più attenzione – dice – le quantità che acquistano sono minori e cercano di non buttare via nulla”. Non c’è che dire, la crisi si sente e porta a modificare le abitudini alimentari dei cittadini e a innescare nuove idee di vendita nei commercianti. Luca Righetti de La Bottega del Maiale ne è convinto: “La vendita è calata e questo è innegabile. Da parte nostra cerchiamo di mettere in campo sempre nuove promozioni per coinvolgere i nostri clienti, con sconti e nuove proposte”.
Frutta e verdura non se la passano meglio, come ci racconta Carmen di Piazza Filopanti (“E’ calato un po’ tutto”) e Antonietta di Gallo Frutta e Verdura di via Bissolati. “Non abbiamo subito una flessione di vendita, ma ci accorgiamo che il cliente acquista meno e preferisce passare una volta in più in settimana. Sta attento a non buttare quel che compra e questo lo porta a fare molta attenzione alle quantità che porta a casa”.
CHI NON SENTE CRISI PUNTA SULLA QUALITA’
Non tutti – però – avvertono difficoltà. Matteo Giliberti della macelleria MaxPi di via Bissolati dice: “Puntando sulla qualità del prodotto e sul buon servizio riusciamo a intercettare una fascia di clientela che non vuole rinunciare alla buona tagliatella al ragù o alla fettina di carne di sicura provenienza”. Anche Massimo Fagiani de La Vecchia Bottega (zona ex-coop) la pensa allo stesso modo: “E’ vero che i clienti acquistano meno, ma con l’aumento della proposta di generi di qualità siamo riusciti a intercettare più persone e a non subire flessioni. In particolare – spiega Massimo – abbiamo aumentato la quantità di prodotti biologici, che attirano l’attenzione di una fetta di persone che cercano sicurezza in quel che mangiano”. Nerio, titolare del bar pasticceria Orologio Caffè di via Mazzini, è soddisfatto: “La nostra attività è in crescita proprio perché offriamo al cliente prodotti difficili da trovare in commercio, come the ricercati o cioccolate speciali”.
A CAFFE’ E CORNETTO NON SI RINUNCIA
Se la crisi porta a comprare meno degli esercizi alimentari, sicuramente ha influito anche sui bar del paese. “Ci accorgiamo che la clientela dei bar è formata sempre più da persona anziane – ci dicono Anna e Vittoria del Caffè del Borgo, in via Marconi – ovvero quella fascia che ha a disposizione una buona pensione e ha subito meno la crisi. Certamente tutti gli altri stanno attenti a quanto comprano”. Ma almeno, per loro, c’è una certezza. “A caffè a cornetto non rinuncia nessuno”. Così come ci conferma Giovanni del Caffè Bissolati: “Sulle colazioni non ho visto diminuire i consumi”. Della serie, la crisi ci fa tagliare tutto, ma non il piacere di iniziare la giornata nel migliore dei modi.
Che il commercio a Budrio vada maluccio è abbastanza evidente purtroppo. Sarebbe interessante sapere quanti sono i negozi vuoti
e le serrande che negli ultimi 2/3 anni si sono abbassate definitivamente. Ormai sono di più quelle chiuse di quelle aperte !
Quello alimentare va a gonfie vele..I bar sono strapieni a tutte le ore…i negozi di alimentari in certe ore si fa la fila…francamente in questo specifico settore(grazie anche alla elevata qualità dell’offerta)non vedo grandi problemi.