Via Schiassi, una strada che nasconde una storia straordinaria

8 ottobre, 2013

Il nome assegnato ad una strada nasconde spesso una storia sorprendente e ricca di numerosi spunti di riflessione. Una via può essere percorsa in modo distaccato, considerandola soltanto dal punto di vista dimensionale o geografico senza soffermarsi sui dettagli che la rendono unica. Conoscere le vicende, che si celano dietro al nome di una strada, permette di attribuire un’anima a ciò che in precedenza poteva apparire un anonimo nastro d’asfalto. I frangenti in cui solcheremo, ben provvisti di informazioni, la stessa via diverranno l’occasione per una interazione rinnovata e densa di considerazioni, che ci aiuteranno a ripensare lo spazio circostante.

IL RICORDO AFFIEVOLITO DI BENEDETTO SCHIASSI
La strada principale di Mezzolara (di Budrio) è intitolata a Benedetto Schiassi. Alcune persone anziane e pochi altri possono raccontare aneddoti sull’illustre compaesano, ma purtroppo la maggioranza degli abitanti ignora totalmente ogni riferimento all’esistenza del grande medico chirurgo. Il prossimo anno coinciderà con il 60º anniversario dalla sua morte e sarebbe importante che questo avvenimento venisse celebrato in maniera adeguata. Dopo la cerimonia del 1964 (10º anniversario dalla scomparsa) – che portò alla collocazione di una epigrafe commemorativa sulla facciata della Scuola di Mezzolara – il ricordo di Schiassi si è progressivamente affievolito, privando così le nuove generazioni di un fondamentale riferimento culturale. L’auspicio sarebbe che, attraverso la rievocazione della sua memoria, l’interesse per Benedetto potesse aumentare, culminando con la richiesta (per una volta “a furor di popolo”) di una doverosa celebrazione.

Foto n.1: Epigrafe commemorativa (posta sulla facciata della Scuola di Mezzolara)
Foto n.2: Segnale che indica il nome di via Schiassi.
Foto n.3: Benedetto Schiassi.

UN GRANDE MEDICO CHIRURGO
Benedetto Schiassi nasce a Mezzolara il 1º giugno 1869. All’età di ventisei anni si laurea in medicina e chirurgia all’Università di Bologna. Al termine degli studi allestisce, sopra alla farmacia del padre, due stanze: una come camera operatoria e l’altra per la degenza. Per qualche anno opera in questa sede (oggi: via Schiassi n.152) con la collaborazione di importanti dottori di Bologna e dal 1897 (lo sarà fino al 1935) è primario dell’ospedale di Budrio. Lo spiccato acume scientifico si coniuga con una pionieristica attenzione per la sensibilità umana, che con il passare dei decenni diverrà un aspetto imprescindibile per la medicina. Schiassi conduce numerose ricerche sulle tecniche di anestesia, basilari per sedare il dolore e rendere meno drammatico qualsiasi intervento chirurgico. Nel 1900 il medico di Mezzolara introduce, per primo in Italia, l’esecuzione della puntura lombare, che sarà in seguito uno dei punti fermi della pratica anestetica. I primati nella carriera di Benedetto si susseguono rapidamente: nel 1907, grazie all’iniezione di soluzioni di ioduro di potassio nelle vene, apporta un indiscutibile miglioramento nella cura delle varici (la paternità, a torto, verrà attribuita, nel 1927, al francese Sicard); nel 1908 inizia ad impiegare il metodo Grossich (uso della tintura di jodio per la disinfezione del campo operatorio); il 22 febbraio 1909, precursore in Italia, asporta chirurgicamente un embolo dall’arteria femorale di un paziente affetto da cardiopatia mitralica. I grandi risultati ottenuti da Benedetto Schiassi gli consentono di ottenere: l’incarico, dal 1904, di docente di clinica chirurgica all’Università di Bologna (dal 1922 al 1926 sarà professore anche nell’ateneo di Modena) e, dal 1915 al 1920, il ruolo di primario dell’ospedale di Bologna.

L’attività del lungimirante chirurgo prosegue incessante. Lo studio dell’origine nervosa di determinate malattie (in particolare dell’ulcera gastrica e duodenale) porta Schiassi all’invenzione di un intervento che potesse ridurre sensibilmente gli effetti dell’innervazione-vascolarizzazione disequilibrata sullo stomaco. Il rispetto delle qualità caratteriali dell’individuo, sottoposto ad una operazione, diviene parte integrante dei suoi progetti scientifici, non più circoscritti ad un’analisi fredda e distaccata delle peculiarità emotive di ogni essere umano. La chirurgia non è per Schiassi un’azione esclusivamente demolitiva, ma bensì la professione del chirurgo deve armonizzarsi con un benefico processo di ricostruzione. La strenuo contrasto all’asportazione totale della cistifellea e della milza confermano il pensiero di Benedetto, che supporta le sue idee con due proposte innovative: la colocistendesi (apertura e chiusura della vescichetta della bile) e la splenocleisi (riduzione della funzionalità della milza). Il nome di Schiassi viene associato anche ad un siero per la cura dello schock – conseguente a vari tipi di traumi – e ad un intervento (Talma-Schiassi) praticato in caso di versamento addominale.

L’eclettismo e la duttilità intellettuale di Benedetto ottengono alcuni prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale: i paesi anglosassoni assegnano a Schiassi la paternità della tecnica di ricostruzione dello stomaco; nel novembre 1967 (a tredici anni dalla scomparsa) – il Congresso Medico Internazionale, svoltosi a Vienna – certificata la priorità mondiale alla sua teoria della vagotomia nella cura dell’ulcera gastrica, che diverrà presupposto irrinunciabile per i futuri sviluppi della medicina psicosomatica.

2014, L’ANNO DI BENEDETTO SCHIASSI
Schiassi muore a Bologna il 23 luglio 1954, pochi giorni dopo aver eseguito il suo ultimo intervento, all’età di ottantacinque anni. La speranza è che il prossimo anno possa essere anche l’anno di Benedetto Schiassi: un sentito omaggio agevolerebbe la volontà – anche dei più giovani – di familiarizzare con la splendida storia del grande mezzolarese, che con le sue qualità umane e professionali ha indubbiamente contribuito al progresso dell’umanità.

Leonardo Arrighi

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6 Commenti


  1. Alessandro Ricci

    Apprezzo l’articolo di Leonardo Arrighi sulla figura di Benedetto Schiassi e concordo sulla necessità ricordare i personaggi illustri della nostra storia. Bravo.

  2. Complimenti per l’articolo e per la proposta di far conoscere questo illustre personaggio a tanti a Mezzolara.

  3. Ottimo articolo, bella e doverosa rievocazione.

  4. Patrizia Soverini

    Complimenti Leonardo per il tuo articolo, sia per l’omaggio a questo nostro illustre concittadino, sia per la tua indiscussa capacità di scrittura.

  5. Grazie. Bella pagina. Di quelle che trovo sempre troppo corte.

  6. Articolo molto interessante, degno di personaggi di tale importanza; spero che giovani e meno giovani siano invogliati a conoscere e a valorizzare la storia del nostro territorio

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