Il Comitato Mezzolara per l’Ambiente è in procinto di ritirare il ricorso al TAR contro le centrali a biomassa della frazione. Per la presidente Patrizia Soverini: “Le possibilità di vincere sono molto scarse e sostenere le spese legali molto oneroso”. Sulle problematiche di traffico e digestato Soverini ha detto: “L’amministrazione ha risposto alle nostre sollecitazioni”.
STOP AL RICORSO AL TAR
Il Comitato Mezzolara per l’Ambiente aveva presentato richiesta di sospensione dei lavori nell’area Benni per misura cautelare, più di un anno fa. Al centro del ricorso c’erano “gravi irregolarità e vizi di legittimità” nella procedura che aveva dato il via libera alla costruzione delle centrali a biomassa”. Il 7 settembre 2012 il TAR dell’Emilia Romagna aveva rigettato la richiesta, ritenendo “rilasciate tutte le prescritte autorizzazioni” e specificando che “non sussisteva il danno grave ed irreparabile”. A seguito di detta notizia il Comitato aveva preparato ricorso presso il tribunale amministrativo, specificando in 20mila euro la spesa da sostenere per la procedura. Ora, a distanza di un anno, è lo stesso Comitato a fare marcia indietro, annunciando il ritiro del ricorso.
SOVERINI: “SCARSE LE POSSIBILITA’ DI VINCERE, SPESE LEGALI TROPPO ONEROSE”
Patrizia Soverini, presidente del Comitato, così ha commentato: “Ci siamo confrontati con i nostri legali e abbiamo deciso di ritirare il ricorso, viste anche le spese legali onerose e la scarsa possibilità di vincere. Fino ad ora – spiega – eravamo riusciti ad affrontare i costi grazie ai contributi volontari dei soci, ma ora non possiamo più andare incontro ad altre spese”. Malgrado ciò Soverini si dice soddisfatta del lavoro messo in campo dal Comitato in questi mesi: “Il presidio su determinate situazioni è stato fondamentale per risolvere alcune problematiche che erano venute a crearsi”.
“I soci hanno costantemente segnalato e documentato situazioni che non ritenevamo regolari e abbiamo inoltrato comunicazione all’amministrazione, che ha risposto ai nostri solleciti. Per questo – specifica Soverini – dopo un primo periodo, in cui i camion passavano nel centro di Mezzolara, la situazione si è regolarizzata. Così come è stato posto rimedio ad alcuni spargimenti di digestato che non erano stati debitamente coperti”.
Siamo in Italia: tutto fine tarallucci e vino. Alla prossima battaglia ecologica non mi vedrete alle cene di autofinanziamento! Saluti
Caro Stefano, mi dispiace contraddirla ma non é finita a tarallucci e vino. Il ricorso al TAR viene abbandonato perché il comitato, che si basa solo sul volontariato, non possiede fondi infiniti e NON è finanziato coi soldi sottratti ai cittadini o alle casse di enti pubblici. Proseguire nella lotta giudiziaria-amministrativa poteva seriamente comportare spese ingenti, dell’ordine di decine di migliaia di euro, in una guerra contro tutti: comune di Budrio, provincia di Bologna etc. etc. oltre ai costruttori delle centrali.
Era un rischio troppo elevato con le leggi nazionali e regionali tutte orientate a favorire la nascita dei mostri a biogas.
Purtroppo il momento storico non é favorevole anche per la crisi economica che attanaglia le famiglie. Tuttavia l’attività del comitato ha ottenuto risultati importanti, oltre quelli elencati dalla presidente, che sono quelli di aver svelato la verità a tanti cittadini sulla reale consistenza delle speculazioni a biogas, smentendo le superficiali facilonerie delle amministrazioni pubbliche locali, facendo ridurre le centrali da 4 a 2, allontanando la costruzione delle stesse dal centro abitato, vigilando costantemente sull’osservanza delle leggi per evitare la diffusione di inquinamento e puzza. E’ poco? Può darsi, ma se non ci fosse stato il comitato sarebbe certamente andata peggio.
Una battaglia é stata persa, non ancora la guerra.
Per cui, ringraziandola per aver partecipato alle cene di finanziamento e nella speranza di incontrarla per spiegarle a voce tante cose, La prego di continuare a partecipare. Non é stato inutile. Mi creda.
La ringrazio per le Sue informazioni sul lavoro del comitato, la cui utilità e abnegazione alla causa non metto in discussione. Quello che mi ha irritatato sono state due cose:
1) le giustificazioni scarse e semplicistiche della Presidente Soverini , da Lei prontamente integrate con particolarii che noi uomini dela strada (per lo meno io)non conoscevamo.
2) Possibilile che in partenza non ci si fosse informati sul costo di un ricorso al T.A.R.? Si è partiti senza idea delle spese che si sarebbero dovute affrontare?
Diversi anni fa io feci un ricorso contro il comune di Bologna ben sapendo quanto avrei speso, e ben sapendo che in caso di vittoria (fortunatamente vinsi) poco avrei recuperato delle spese legali sostenute. Recuperai poco ma grande fu la soddisfazione di avere castigato l’arroganza del potere pubblico.
Per le cene Dott. Roi ci pensiamo. A presto
Getile sig. Stefano, per farmi capire meglio dovrei entrare in un esame lungo e complesso. Ecco perché non sarebbe male il tempo di una cena in compagnia preceduta da un un incontro chiarificatore sulle importanti questioni sollevate. Cerco quindi di spiegarmi sinteticamente. Quando l’assemblea dei soci del comitato ha approvato -alla quasi unanimità- la strada del ricorso al TAR, sapeva che non sarebbe stato facile vincere ma che bisognava provare, se non altro per non doversi mangiare le mani -un domani- per non aver fatto tutto il possibile per fermare la porcata delle centrali a biomassa/biogas. La spesa per un ricorso al TAR ha delle variabili incredibili per ampiezza. Se si vince si può spendere relativamente poco, ma se si perde un ricorso contro numerose parti, in più gradi, si può arrivare anche a cifre intorno ai centomila euro, come é accaduto ad un comitato che conosciamo. Il valore della causa incide in modo elevato sull’entità delle spese, e nel nostro caso il valore era di svariati milioni di euro.
E’ chiaro che, se avessimo vinto la prima battaglia, quella sulla misura cautelare, avremmo avuto margini di vittoria finale più alti e quindi prospettive di spesa più basse. Essendo purtroppo andata diversamente, non potevamo esporre i soci amministratori del comitato ad un rischio di spesa enorme ed incontrollabile.
Noi non abbiamo banche, assicurazioni, lobbies etc. etc. dal finanziamento facile. Avevamo contro tutti, e quando dico tutti non escludo nessuno, a cominciare dal comune di Budrio.
Sarebbe stato un rischio troppo alto.
Spero di aver fatto un poco di chiarezza.
Non sfugga inoltre le “scarse possibilità di vittoria”.Anche se avesse pagato un ente pubblico, e meno male che non è stato così, il rischio di perdere denaro sarebbe stato alto.
Comprensibile il suo scorno sig. Stefano. Comprensibilissimo. E benchè fuori da questo argomento, spiace anche a me ci sia uno stop. Sono quei casi dove il buonsenso deve prevalere sul buon principio o sulla buona argomentazione per non farsi più male di quanto dovuto.
Come le fa notare Antonio, il Comitato tirava fuori di tasche proprie (vostre) mentre la controparte da tasche di tutti noi comprese le sue. Un non-senso. Non-senso che se offre la “vittoria” alla parte “giusta” può essere, ma mancando questa certezza…
Non si abbatta! Un gran segnale è comunque arrivato a chi ci crede un gregge di capre.