di Leonardo Arrighi
La notizia dell’imminente e definitiva chiusura della libreria Lo Stregatto assesta un duro colpo alle speranze di una rinascita culturale. Non è possibile lasciare che l’unica libreria di Budrio abbassi le serrande per sempre. Tutti i cittadini dovrebbero ribellarsi e tentare, in ogni modo, di preservare uno dei loro beni più preziosi. Purtroppo l’eventualità che ciò accada è assai remota, proprio perché ogni singolo abitante ha contribuito a questa sciagura.
Il tempo in cui gli individui potevano permettersi il lusso di far rimbalzare su di sé la Responsabilità, per affibbiarla al loro prossimo o a qualche entità astratta, è finito. Bisogna iniziare a sentirsi chiamati in causa per ciò che avviene attorno a noi; non è vero che nulla può essere fatto, il problema riguarda la capacità ed il coraggio di agire senza inutili timori, con spirito spavaldo e con la piena consapevolezza delle immense opportunità che abbiamo tra le nostre mani.
La cultura e così Lo Stregatto – che incarna uno degli ultimi baluardi culturali del Comune di Budrio – richiedono il contributo di ognuno di noi, anzi lo invocano disperatamente. L’acquisto di un libro è un gesto nobile che favorisce l’arricchimento intellettuale di tutte le persone ed in particolare dei più giovani. Non è ammissibile che le future generazioni budriesi non possano giovarsi di una libreria a pochi passi da casa. Leggere è ancora l’attività fondamentale per apprendere informazioni, notizie e per nutrire la propria mente. Le nuove tecnologie continuano ad allontanare gli esseri umani dalla lettura (in particolare quelle cartacea), che sta rapidamente diventando obsoleta. Aprire un libro ed iniziare a leggerlo significa dare sfogo ad un intricato insieme di emozioni ed ispirazioni, che si mescolano con lo sviluppo di una paziente umiltà, tipica di chi abbia voglia di apprendere.
La difesa de Lo Stregatto potrebbe essere un primo passo nelle giusta direzione, che coincide con un recupero collettivo della nostra identità. Il tempo che rimane prima della chiusura è veramente poco, ma ogni istante, se vissuto in maniera autentica, può dilatarsi all’infinito.
Leonardo Arrighi
Grazie Leonardo, vorrei informare che, considerando il numero di abitanti di Budrio si aggira attorno ai 18.000 abitanti, quindi circa 6.000 nuclei familiari, sarebbe sufficiente che ogni famiglia investisse 30,00 euro l’anno, affinchè lo Stregatto possa sopravivere.
Solidarietà piena a lo Stregatto.
Questa situazione è purtroppo solo una delle punte di un enorme iceberg fatto di scarsa solidarietà sociale per chi si mette in gioco aprendo e/o portando avanti faticosamente un’attività di qualsiasi tipo. Di solito si pensa che chi ha un esercizio faccia soldi a palate perchè il prezzo che paghiamo ci sembra sempre troppo alto. Non teniamo conto che dei 30 euro per il libro a lo Stregatto, o chi per lui ne rimarranno forse 5 (per lo meno gli auguro che gliene rimangano almeno 5!).Piuttosto pensiamo che se lo stesso libro lo andiamo a prendere all’iper lo pagheremo 22. Per l’iper quel libro non vale tanto, ci può guadagnare poco perchè guadagnerà in altro e in ogni caso ne avrà comprati in quantità industriale e gli avranno pure fatto un mega sconto. E’ un circolo vizioso ma con lo sforzo di tutti potrebbe diventare virtuoso. L’inno alla competitività e la corsa al prezzo più basso ci sta portando ad una lotta tra poveri e non scalfisce minimamente chi è comunque ricco.
non è così semplice la questione…lo Stregatto è una libreria piccolina…dove ha sì libri ma non in quantità elevata(per ovvi motivi di spazio)ecco che chi cerca qualcosa di particolare o semplicemente vuole farsi una panoramica sulle varie case editrici la scelta obbligata è la grande libreria(non necessariamente iper…parlo di Feltrinelli…e altre).Conosco altre realtà piccole che si sono salvate vendendo libri a tema…ecco allora potrebbe essere punto di riferimento preciso e utilissimo…ma libreria in senso + allargato quando gli spazi non lo consentono porta ad avere una scelta limitata del panorama librario(che alla faccia della crisi edita parecchio e le case editrici sono tantissime)
Non vorrei fare la parte del cattivo ma una libreria è pur sempre un’impresa e il fallimento della stessa è responsabilità dell’imprenditore.
Caro Filippo si capisce che non hai mai messo piede allo Stregatto, o almeno non hai avuto modo di conoscere la sottoscritta, e non sei informato di tutte le attività che ho avviato solo nell’ultimo anno, hai ragione che è un IMPRESA, prima di giudicare informati.
Noi siamo andati piu’ volte allo Stregatto a comprare libri per noi, per i bimbi e per fare dei regali.
Proprio per favorire l’impresa culturale locale.
E’ innegabile, pero’, che l’offerta sia piu’ limitata e i prezzi piu’ alti.
In sostanza: ce lo si deve permettere, e di questi tempi comprendo che la possibilita’ non sia di tutti.
Hanno chiuso librerie storiche a Milano, a Firenze, a Bologna. In citta’, pero’, la perdita si sente meno perche’ l’offerta e’ piu’ ampia.
Per Budrio, se sara’, sara’ una mancanza pesante…
Mi dispiace per la chiusura dello Stregatto come di altre attività del paese, ma il modo di leggere cambia. Non si utilizza più solo la carta stampata, tanti libri si comprano come e-book e il loro costo è inferiore. Per farsi una idea di cosa comprare si va in librerie più grandi con scelte maggiori e queste realtà sono destinate a chiudere.
Credo che ci vorrebbero idee ..
Invece di presentare un libro d’autore nelle bibblioteche andare allo stregatto.
Avere la possibilità di fare corsi di scrittura creativa.
Creare chissà eventi e ogni tanto portare qualche scrittore conosciuto.
Creare condivisioni su libri.
Oppure creare una libbreria di libri usati con uno spazio piccolo del nuovo.
Queste sono le miei idee disperate per cercare di trovare una soluzione, purtroppo è vero la gente non legge più tutto è diventato commerciale tutto è diventato come un rissunto di idee senza assaporarne il contenuto.
Già fatto tutto e anche di più……
notizia orribile, se davvero chiuderà sarà una perdita irrimediabile, la qualità culturale ne perderà, per tutti. Spero che i proprietari abbiano la possibilità di cambiare idea, anche se il tempo che resta da qui a dicembre è poco, spero che riescano a trovare le risorse-aiuti che gli necessita per continuare. Io personalmente ho trovato cose bellissime e di nicchia se volete e perdere la possibilità di utilizzare nel futuro questa grande risorsa mi spiace moltissimo.
MI RICORDO CHE DA RAGAZZINO IO E MIA MAMMA ANDAVAMO DALLO STREGATTO IN VIA MARTIRI ANTIFASCISTI A PRENOTARE I LIBRI SCOLASTICI E A COMPRARE I DISCHI E LE CASSETTE;
ALLORA ANDARE AD ACQUISTARE UN DISCO DEL TUO CANTANTE O GRUPPO PREFERITI ERA UN’EMOZIONE COME LO ERA L’USCITA DEL LIBRO Dell’AUTORE DEL MOMENTO.
IN QUEGLI ANNI (parlo di oltre 20 anni fa e forse piu’)L’ATTIVITA’ ERA GESTITA DAI FRATELLI RIZZOLI CON I QUALI VI ERA UN RAPPORTO CHE ANDAVA OLTRE QUELLO NEGOZIANTE/ CLIENTE,SI PARLAVA DI MUSICA,CULTURA E ATTUALITA’.
GLI ANNI SONO PASSATI (forse anche troppo in fretta)E NEL FRATTEMPO SONO NATI I GROSSI CENTRI COMMERCIALI (con librerie sfarzosissime), LA NUOVA TECNOLOGIA (con internet &c si puo’ascoltare musica all’infinito da un pc o da un cellulare o da altri strumenti)E INFINE IN QUESTO ULTIMO PERIODO E’ ARRIVATA UNA FORTE CRISI ECONOMICA CHE PURTROPPO HA MESSO IN DIFFICOLTA’ MOLTE FAMIGLIE LE QUALI FORSE (cara ambra)NON SONO IN GRADO NEANCHE DI SPENDERE 30 EURO L’ANNO PERCHE’ HANNO ALTRE PRIORITA'(COME QUELLE DI PAGARE LE BOLLETTE,L’AFFITTO ECC….).
ANHE IO IN QUESTO ULTIMO PERIODO HO DOVUTO CHIUDERE IL MIO NEGOZIO PERCHE’ NON CE LA FACEVO PIU’ (tasse,affitto alto,calo del lavoro ecc…)E CREDETEMI HO LOTTATO FINO ALL’ULTIMO ; QUINDI COMPRENDO BENISSIMO QUELLO CHE STA PASSANDO L’ATTUALE GESTIONE DELLO STREGATTO MA PURTROPPO CI SI DEVE ADEGUARE AI TEMPI.
ciao Gabriele , sono carlo rizzoli…grazie per il bel ricordo . Abito dal 1999 all’ isola d’ Elba e, quando venni via l’ altro socio era fabio, che ha continuato assieme Ambra un’ ottima gestione, diversificando le tipologie merceologiche, incrementando le presentazioni e le iniziative culturali. Sono cambiati molto i tempi, come dici tu, la musica si scarica dalla rete, i supermercati fanno gli sconti perchè usano certe merci come prodotto civetta, ecc. Non so se vi siano le condizioni per ricostruire quella forma di associazionismo che fu all’ origine dello Stregatto, cioè quelle di un circolo culturale sostenuto dai soci anche lettori..forse servirebbe un locale di proprietà o in comodato, dove non avere la mannaia delle spese fisse, oltre alle tasse personali…ma forse, come cantava Vasco, siamo tutti un pò persi per i fatti propri . Un grande abbraccio a tutti dallo scoglio ! Carlo
Il futuro, si sa, fa paura.
Non lo controlli, non sai cosa ti aspetta.
Non saranno gli ipermercati a far chiudere i piccoli negozianti, ma anonimi siti di e-commerce.
Prezzo, disponibilità faranno la differenza.
Per tutti gli amanti “dell’odore del sapere” rimarranno le bancarelle.
io francamente nella disamina per la chiusura dello Stregatto non sono d’accordo con la storia degli iper o siti di e-commerce…se gli iper e i siti e-commerce non esistessero…farei come ho sempre fatto prima…andrei in centro da Feltrinelli o Zanichelli(o Cappelli quando c’era)…per un semplice motivo…la possibilità di consultazione e scelta ampissima…cosa ovviamente impossibile per una piccola piccolissima libreria…che secondo me poteva salvarsi solo cercando di tematizzare i libri che vendeva…ecco credo che una piccola libreria potrebbe sopravvivere se ha un tema specifico da proporre e su quello cercare di essere punto di riferimento…ma volendo vendere libri(genericamente parlando)fisiologicamente sarebbe alquanto difficile
LUCIO, COME FA UNA LIBRERIA A DIVENTARE PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA CLIENTELA ?
OGGI CON LA GLOBALIZZAZIONE LO VEDO IMPOSSIBILE EPPOI QUANDO LA MAGGIORPARTE DELLE PERSONE SPENDE I PROPRI SOLDI PER L’INDISPENSABILE LA SOPRAVVIVENZA DI QUESTE PICCOLE ATTIVITA’ COMMERCIALI E’ PURTROPPO COMPROMESSA E NON VEDO ATTUALMENTE SEGNALI DI UNA CONTROTENDENZA ANZI OGNI GIORNO VEDO IL MOLTIPLICARSI DI SERRANDE ABBASSATE CON CARTELLI CON LA SCRITTA VENDESI/AFFITTASI.
N.B: A PROPOSITO, OGGI MI HANNO DETTO CHE HA CHIUSO PURE L’UNICO BAR CHE C’ERA A VEDRANA.
Tristissimo un centro storico che mostra serrande abbassate , cartelli vendesi / affitto….tristissimo anche vedere i vari compro oro o centri scomesse o le macchinette mangiasoldi nei bar o le troppe pizzerie da asporto. Mi ricordo quando “cinno” aspettavo la domenica per vedere il film all’Astra o con amici tentavo di introfularmi al Filopanti al venerdì sera (;-)cercando di convincere la maschera Ferruccio , poi il bellissimo negozio di giocattoli in via Marconi, il meccanico di biciclette, i bar fumosi con i biliardi, la baracchina dei gelati di Manini vicino alla vecchia farmacia paltrinieri ,il cocomeraio d’estate lungo le mura del campo sportivo , la latteria vicino alle scuole medie , la pasticceria Donini ….e ovviamente lo Stregatto dove si scambiavano bellissime chiacchiere con Rizzoli ….tantissima nostalgia …..
Parlando per esperienza personale posso solo dire che agli abitanti di budrio non interessa niente se chiudi un negozio …. Non è’ x niente un paese accogliente e non tanto meno sensibile… Io volendo credere nel paese avevo aperto un negozio in zona creti risultato dopo 6 mesi ho dovuto chiudere, poiché non avevo affluenza… Ora mi trovo a fare 2 lavori x pagare i debiti…. Che dire ? Grazie popolo!!!!
Lo STREGATTO chiude e a me dispiace tantissimo, anch’io ne sono stata cliente affezzionata sia x i testi scolastici sia per libri dvd cd…. ma come si dice “questa é la vita”….. ma il colpo di grazia l’ha data il comune autorizzando la “fiera del libro” in piazza…..non poteva aspettare l’anno prossimo?? Che serietá che mancanza di tatto!! Io x solidarietá con LO STREGATTO la boicotteró quest’anno e anche x i prossimi anni!
Ancora?!! Proloco non Comune!!!!
Patrocinano insieme, l’uno e l’altro.
Ascom, non proloco, conosce la differenza?
Ascom….Proloco….possono decidere liberamente di organizzare queste manifestazioni senza chiedere nessuna autorizzazione al comune?!? Mah veramente strano….
Se rispetta le leggi vigenti lo può fare anche Lei.
ma sì figurarsi…si può occupare la piazza senza avere una autorizzazione comunale…ma quando mai?
non ho detto senza autorizzazione ma rispettando le leggi. E’ un’altra cosa.
Infatti bastava un pó di buonsenso….ma a Budrio scarseggia….hanno autorizzato la costruzione di un centro commerciale a Cento non certo per favorire le attivitá del centro storico….cosa gli “interessa” se lo Stregatto chiude a fine anno???
Lo stregatto chiude, ma si apre un’altra libreria! Qualcosa non torna! Il buonsenso da che parte sta? o deve stare?
Cari concittadini, vi do alcune buone notizie. La prima è che Lo Stregatto rimarrà attivo fino al 31 dicembre, con sconti notevoli sui libri disponibili e anche con libri nuovi (proprio stamattina è arrivato un carico di nuovi titoli di PEPPA PIG…). E poi che da FEBBRAIO 2014 sempre in via Benni 5/angolo Mafalda di Savoia APRIRA’ UNA NUOVA LIBRERIA! Sarà gestita in collaborazione con BIBLION di Granarolo, libreria fondata e tuttora condotta dalla budriese Paola Saoncella. Sarà sempre una libreria “generalista” (in un paese piccolo non è praticabile avere librerie specializzate) ma con una grande attenzione al settore dei bambini ed al mondo dei bambini in generale. Personamente ho lavorato per quasi 20 anni allo Stregatto, prima in società con Carlo Rizzoli e poi con Ambra (entrambi amici veri prima che soci). Mi sono sempre trovato bene, fare il libraio è un lavoro che mi piaceva, ma dal punto di vista economico la situazione si è fatta via via sempre più insostenibile. Vedere oggi questa attenzione alle sorti de Lo Stregatto, leggere del dispiacere per la sua chiusura e della volontà comune di mantenere una libreria a Budrio mi ha quasi commosso e mi fatto propendere per questa soluzione (nuova libreria) tra le varie che mi si sono prospettate per quanto riguarda l’affitto dei locali. Spero e credo che la nuova libreria rinasca su solide basi professionali e con il giusto entusiasmo. Mi auguro che la passione e l’affetto dimostrato in queste settimane dai budriesi per le sorti della libreria del loro paese si traduca anche in una “simpatia” commerciale!
Bellissimo!!! La libreria di Granarolo offre sempre novitá, bellissimi libri anche per bambini, è un luogo davvero piacevole. Inoltre organizza spesso incontri interessanti con autori ed altro. Mi auguro che si possa realizzare una esperienza positiva anche a Budrio. Ormai compro i libri solo su internet ma la libreria, se gradevole e accogliente, mi tenta sempre, soprattutto se non devo andare in città. In bocca al lupo!
Se la libreria di Granarolo vede in Budrio una opportunità per aprire una libreria, forse la chiusura della libreria precedente dipende da altri problemi di cui comunque ci dispiace.
Le cause che portano alla chiusura di un’attività commerciale sono molteplici. Per quanto riguarda le librerie, in italia (e in tutto il mondo) purtroppo sono molte di più quelle che chiudono di quelle che aprono. La libreria di Granarolo, con la gestione della libreria a Budrio, conta di aumentare il fatturato complessivo e di realizzare così alcune economie di scala che consentano la sopravvivenza di entrambe..
salve , anche io sono stato cliente dello Stregatto, da qualche anno però acquisto i libri
esclusivamente su internet nei siti che offrono questo servizio. pur “lottando” con questa crisi che ha colpito tutti, ritengo i soldi spesi per la cultura un investimento ed una risorsa e cerco di non tagliare la voce LIBRO
Io credo (ne sono convinta ma non essendo una socia, suppongo…) semplicemente che lo STREGATTO chiuda per il semplice motivo che non vende libri, e non vende libri perché ora si acquistano online oppure nei grossi centri commerciali.
Questa sarà la fine di tutte le librerie, purtroppo.
Ambra ha proposto una marea di iniziative fino ad ora ma, evidentemente, la libreria della Coop, delle Ipercoop e per finire quella della Comet proprio di fianco alla cassa, stroncherebbero qualsiasi piccola libreria.
Bello, bellissimo avere tanti negozi sotto casa, passeggiare per lo shopping, fare due passi e guardare le vetrine ma anche loro devono chiudere in attivo, non sono attività senza scopo di lucro.
Questo è un bellissimo e prezioso servizio, un valore aggiunto al nostro paese che andrebbe salvaguardato non affondato.
Quest’estate ho sentito parecchie persone lamentarsi perché, contemporaneamente, tutte le tabaccherie (correggete se sbaglio) erano chiuse.
Si lamentavano DEL DISAGIO. E quando non ci sarà più nulla?
Non pensa, il popolo di Budrio, che occorra investire per stare meglio tutti oggi, domani e domani l’altro?
Non pensate sia bello fare due passi, prendere un caffè insieme ad una amica ed intanto guardare le vetrine?
Ascom e Proloco dovrebbero darsi da fare e non chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati.
“… stare meglio tutti oggi, domani e domani l’altro.”
Ecco, a mio avviso, questo è un bel cardine su cui ragionare.
E più che il “popolo” di Budrio che non esce dalla media nazionale, sono le compagini che si propongono alle elezioni che dovrebbero avere dentro di se dei valori che possano rispondere bene a quell’obbiettivo.
A mio modo di vedere il mondo, con i problemi assodati che conosciamo tutti, una buona politica non dovrebbe vedere nelle grandi catene di distribuzione il futuro: manca la ridistribuzione della ricchezza, viene a mancare il servizio locale (che non può essere compensato con la navetta gratis che ti porta a Cento 🙁 ), viene a mancare la comunicazione fra “vicini di casa” che inevitabilmente si instaura negli incontri occasionali durante il passeggio o le compere = tessuto sociale. Peggio che peggio poi se le grandi catene di distribuzione vengono viste come importanti contribuenti alle casse comunali senza i quali “oneri di urbanizzazione” non si potrebbe dare ai Cittadini “servizi che altri Comuni ci invidiano.”
Adesso, la libreria in oggetto (od il fruttivendolo) non subisce solo la concorrenza di altri negozi ma anche quella della rete. E qui il – mio – ragionare si complica perchè dire che l’e-commerce non è cosa buona è veramente difficile. Mi fermo sul tarlo che “concettualmente è più costoso un libro recapitato a casa del singolo che X libri consegnati in libreria acquistati da X utenti che coprono a loro spese l’ultimo miglio.”. Però l’e-commerce prospera… fino a quando?
Ed appena finito di scrivere il “?” sono andato a leggermi le news di oggi e come d’incanto al primo articolo che apro ti trovo “la risposta”.
http://urly.it/2bre
nella prima riga dell’articolo.
Però chi non commercia via rete la partita IVA ce l’ha eccome…. dunque?
E le partite IVA oggi sono tassatissime: mia moglie lavora molto più per lo Stato che per la propria famiglia (Stato = tutti noi + i furbi = 64% allo Stato 36% a lei a cui togliere poi le spese d’esercizio che non si scaricano completamente e comunque ci sono).
Però è fortunata (siamo fortunati). Si, perchè lei ha il lavoro.
Ma a questo dobbiamo ridurci?