Il 2014 coinciderà con il 110º anniversario dall’inizio della costruzione del Sanatorio popolare per la cura degli ammalati di tubercolosi a Vigorso. L’ideatore ed instancabile sostenitore dell’opera fu Ettore Zanardi, un uomo che, pur non essendo nato nel nostro Comune, ha saputo rivestire il ruolo di alfiere del miglior spirito budriese.
Una via e due lapidi (a Budrio e a Vedrana) ne tutelano la memoria, anche se le celebrazioni di certe persone non potranno mai essere pari al fulgore della loro vita. Zanardi è riuscito ad interagire con ogni aspetto di Budrio: l’impegno medico, sociale, giornalistico e politico non lasciano spazio ad alcun dubbio. Ettore ha compreso, come pochi altri, la natura multiforme della nostra comunità, non tentando di imporle delle errate semplificazioni ma valorizzandone l’unicità.
GLI ANNI DELLA FORMAZIONE
Ettore Zanardi nasce a Bologna il 12 maggio 1866. Il padre Aristide è direttore didattico a Budrio. I rapporti con la popolazione locale iniziano proprio grazie alla professione paterna. Nel 1885 il giovane Ettore si iscrive alla Società Budriese e, nello stesso anno, comincia la sua esperienza universitaria. Il periodo di studio trascorso all’Università di Bologna risulta decisivo nella formazione di Zanardi. La frequentazione della Facoltà di Medicina pone in contatto il futuro dottore con il notevole progresso scientifico, conseguenza delle recenti scoperte mediche, e la diffusione di innovative idee democratiche, provenienti dal nascente movimento socialista. L’intento di Ettore appare subito chiaro: la cura dei malati coincide con una vera missione sociale, che non può subire alcun tipo di confinamento. Le restrizioni non sono ammesse. Per Zanardi il tentativo di sconfiggere una malattia è il primo passo verso una completa rifondazione della società che lo circonda. Nelle aule universitarie Ettore sceglie di approfondire, con grande tenacia, tutto ciò che riguarda i morbi endemici come la pellagra, la malaria e la tubercolosi. Le condizioni igieniche, la malnutrizione, i lavori troppo pesanti e la diffusa povertà sono le loro principali alleate. Zanardi comprende immediatamente come la soluzione di questi problemi possa scaturire soltanto da una visione onnicomprensiva che abbracci ogni aspetto dell’esistenza. Gli studi proseguono con grande ardore, l’intervento sulla realtà non è più rimandabile. Nel 1892 Ettore Zanardi si laurea e pochi mesi dopo diviene medico, vincendo la condotta di Vedrana.
L’INSERIMENTO NELLA COMUNITÀ BUDRIESE E L’ESPERIENZA DE IL LAVORATORE
Ettore viene completamente assorbito dalla sua professione, che non può essere definita. Le conoscenze mediche sono la componente fondamentale di un quadro assai complesso. Il miglioramento dello stato sociale delle classi più umili è l’obiettivo finale dell’attività di Zanardi. Nel 1897, durante la commemorazione di Quirico Filopanti, manifesta la sua adesione alle idee socialiste. Nel 1898 subisce il primo arresto. Dopo alcuni mesi viene riconosciuto come il vero punto di riferimento del socialismo budriese. Nel 1901 Zanardi fonda Il Lavoratore, un giornale interamente dedicato a Budrio e alla sua quotidianità. Il periodico (che uscirà fino al 1907) viene stampato in modo autonomo rispetto alle direttive della Federazione Socialista Provinciale, che non vede di buon occhio la creazione di piccole testate. Le notizie del Comune, la dettagliata descrizione della vita dei lavoratori di campagna, le decisioni prese dalla Giunta e le proteste delle Frazioni trovano spazio sul nuovo giornale (1º numero: 17 agosto 1901). Zanardi vuole divulgare informazioni strettamente legate alle difficoltà affrontate dai lavoratori. L’arricchimento culturale e il coinvolgimento effettivo nelle dinamiche comunali da parte della classe operaia contribuiscono alla creazione di un solido spirito comunitario. La giustizia sociale, l’allargamento dell’istruzione a tutti animano le pagine de Il Lavoratore, che offre anche una serie di consigli per migliorare le condizioni igieniche, tentando di superare alcune credenze nefaste. Zanardi è l’anima del periodico (all’inizio settimanale e poi, soprattutto nei mesi invernali, quindicinale) e non si stanca di condurre la strenua battaglia contro l’ignoranza, dimostrando di aver compreso, con grande lungimiranza, quanto possa essere importante un’adeguata istruzione, unica efficace difesa rispetto alle devastanti scorribande della vita.
IL SANATORIO
Dopo l’elezione (nel 1900) del socialista Demetrio Monari come Sindaco di Budrio, la situazione appare propizia per Zanardi, che sembra intravedere la possibilità di dare corpo ad alcuni dei suoi sogni. Nell’aprile 1902 Ettore viene nominato Presidente della Congregazione di Carità: una istituzione importante per le iniziative sanitarie ed assistenziali. La Congregazione gestisce anche i due ospedali di Budrio (Umberto e Margherita; Villa Donini) e può disporre di un cospicuo patrimonio, presupposto imprescindibile per la realizzazione dei progetti. Zanardi riesce rapidamente a rendere regolare ed istituzionale l’azione medica sul territorio budriese. Le strutture ospedaliere vengono migliorate e un nuovo padiglione è presto inaugurato.
Ettore rivolge poi le sue energie verso l’edificazione di un Sanatorio popolare per la cura dei malati di tubercolosi. Gli studi iniziati nelle aule universitarie si rivelano decisivi. Il tentativo di combattere la TBC porta con sé numerose questioni collaterali: l’attenzione per le condizioni igieniche e sanitarie della popolazione; l’auspicio di rendere sopportabili le giornate di lavoro degli operai; l’intervento deciso in soccorso degli abitanti che sopravvivono in situazioni disagiate. Zanardi svolge in prima persona molte ricerche. La lettura di opere specifiche e le visite ad altri sanatori completano la raccolta di informazioni e rafforzano le convinzioni di Ettore. La nuova struttura dovrà essere fondata sullo stretto rapporto tra scienza e questioni sociali, creando un metodo che non lasci spazio a coni d’ombra. La cura, applicata ai malati, sarà la somma di diversi fattori: l’esposizione alla luce e all’aria aperta, una alimentazione adeguata, la balneoterapia e lo sviluppo di una consapevole interazione con il proprio corpo.
Dopo attenti studi sul territorio, il luogo scelto per il Sanatorio è Vigorso (località Rabuina, lungo il fiume Idice). Il 25 maggio 1902 l’Assemblea della Congregazione di Carità approva il progetto di Zanardi, che inizia un’opera estenuante per tentare di ottenere aiuti finanziari da varie istituzioni. Ministri dello Stato, componenti della Provincia, l’Amministrazione locale ed alcune Casse di Risparmio non sfuggono alla missione di Ettore. All’inizio del 1904 apre i battenti il cantiere per la costruzione del Sanatorio e il 1º gennaio 1906 è inaugurato ufficialmente. L’edificio, costruito dalla Società Cooperativa del mandamento di Budrio, accoglie i primi malati e comincia a funzionare a pieno ritmo. Nel 1911 il Sanatorio viene intitolato a Zanardi (recentemente scomparso) e nello stesso anno il progetto, presentato all’Esposizione Internazionale d’Igiene Sociale (a Roma), è premiato con il Grand Prix.
GLI ULTIMI ANNI
Nel 1906 viene proposta la candidatura di Zanardi come parlamentare. L’opposizione di Molinella – ancora indispettita dal rifiuto di Budrio all’elezione parlamentare di Giuseppe Massarenti – compromette qualsiasi possibilità romana. Il 5 settembre 1908 Zanardi si sposa. Dopo le elezioni (1909), che segnano il ritorno di un’Amministrazione socialista (Sindaco Ugo Lenzi), Ettore viene rinominato Presidente della Congregazione di Carità. Il risultato più importante, ottenuto in questa nuova (e purtroppo breve) esperienza, è la creazione di una farmacia in grado di distribuire farmaci a prezzi più bassi rispetto a quelli praticati dalle concorrenti private. L’11 agosto 1910, a causa di una paralisi bulbare, Ettore Zanardi muore (a Vedrana) all’età di 44 anni.
Il suo ricordo deve essere uno dei valori fondanti della nostra comunità. La disinteressata abnegazione con cui Ettore si è impegnato come medico non concede spazio ad alcuna discussione. I vari ruoli sociali, politici, giornalistici ricoperti non possono essere ascritti ad alcuna sigla o partito. La faziosità, in questo caso, sarebbe un autentico crimine nei confronti di un uomo che ha saputo farsi carico della concretizzazione di tutte le migliori intenzioni che, come possiamo constatare quotidianamente, restano troppo spesso lettera morta.
Leonardo Arrighi
Foto n.1: Cartolina commemorativa per la morte di Ettore Zanardi.
Foto n.2: Documento – con fotografia dell’Ospedale Umberto e Margherita, Budrio – firmato da Zanardi.Foto n.3: Lapide (primo ‘900) dedicata a Zanardi nel palazzo Medosi-Fracassati in via Marconi.
Foto n.4: Lapide (giugno 2009) a Vedrana in onore di Ettore Zanardi.
Foto n.5: Sanatorio popolare per i malati di tubercolosi a Vigorso: facciata nord e viale d’accesso.
Foto n.6: Sanatorio popolare per i malati di tubercolosi a Vigorso: facciata sud.
Foto n.7: Giardini di fronte al Sanatorio.
Foto n.8: Cartolina del Sanatorio.
Foto: Archivio Montanari-Pazzaglia
questa è una bella pagina di storia e una testimonianza di nobili valori, spesi per il bene della comunità
Davvero un ottimo e opportuno lavoro: grazie!