Il lavoro invisibile. I centri estetici di Budrio in rete contro gli abusivi

11 dicembre, 2013

Nell’ultimo mese l’aumento di annunci da parte di estetiste a domicilio ha scatenato una reazione irreversibile da parte dei professionisti del settore. I titolari dei centri estetici di Budrio hanno deciso di fare rete e appellarsi al sindaco Giulio Pierini per risolvere il problema creato da persone che esercitano servizi e trattamenti estetici ad un prezzo ridotto presso il loro domicilio, spesso tuttavia senza alcuna qualifica professionale e quasi sempre in assenza di una corretta ricevuta fiscale. Ci racconta come sono andati i fatti Luigi Cacciatori [foto], titolare del Centro Estetico e Centro Benessere Elisir, nella zona industriale di Cento.

Luigi, come siete venuti a conoscenza di questo fenomeno?
Il centro estetico Elisir è a Budrio da 11 anni, ma non avevo mai incontrato o parlato con altri titolari di centri estetici del paese. Improvvisamente, poi, a novembre, uno dei centri estetici coinvolti ha chiamato tutti i titolari dei centri di Budrio per metterci al corrente del suo problema: aveva scoperto che una ex dipendente aveva iniziato a lavorare al proprio domicilio, sottraendo clienti abituali. E’ emerso che anche altri commercianti avevano avuto lo stesso problema ed erano tutti molto risentiti della situazione.

Come avete reagito di fronte a questo problema?
Inizialmente la titolare di un altro esercizio ha contattato la Guardia di Finanza per informarsi se esistessero previsioni normative in grado di dimostrare l’illegalità di queste attività, che hanno conseguenze pesanti sul nostro lavoro, e multarle. Ma le è stato risposto che un intervento sarebbe stato possibile solo in flagranza di reato, ossia di uno scambio di denaro non regolamentato fiscalmente a fronte di una prestazione. Una prova impossibile da dimostrare, dato che si svolge sempre tutto tra le quattro mura domestiche.

Che cosa avete deciso di fare per superare questo ostacolo?
Non ci siamo arresi: in otto titolari (Studio Estetica, K2 Chocolate Estetica, Estetica Solaris, Estetica Elisir, Estetica Patrizia, Beauty Estetica, Estetica La Manna, QI Armonia Estetica) ci siamo dati un appuntamento portando volantini, biglietti da visita e annunci vari trovati in giro. Abbiamo preso poi contatto con il Sindaco per esporgli il nostro problema e lui è stato molto disponibile: ci ha ricevuto il 26 novembre e ci ha ascoltato con attenzione, promettendoci che ci avrebbe dato una risposta al più presto. Nel frattempo sono venuto a sapere che il rappresentante di CNA di Budrio ha parlato col Sindaco: sono rimasti d’accordo che Pierini la prossima settimana sentirà il comandante territoriale della Guardia di Finanza per capire se si può mettere in atto qualcosa anche su questo versante, poi gli riferirà del colloquio.

Come sperate che si possa contrastare questo fenomeno d’ora in poi?
Se da parte del Comune vi fosse una forte campagna di sensibilizzazione verso la clientela e di promozione di buone pratiche, per noi sarebbe già un buon punto di partenza. Sembra che Pierini voglia mettere in atto una campagna che coinvolga anche le associazioni di categoria e quindi per esempio il CNA: su questo versante c’è conferma anche dalla collega del Provinciale che, come CNA, ha già seguito casi analoghi in altri Comuni, “accompagnando” anche le imprese nel caso vogliano procedere con segnalazioni di casistiche non regolari e che siano fondate.

C’è qualcosa che vorresti dire a chi legge l’intervista e che potrebbe aver usufruito di questi servizi “fai da te”?
Certo. Il lavoro a domicilio in nero c’è sempre stato, non è di sicuro un fenomeno nuovo e non pretendiamo di cancellarlo completamente. In un periodo di crisi come questo i trattamenti estetici come molti altri servizi sono diventati un lusso e chi non può più permetterseli cerca di ricorrere a stratagemmi fai da te per spendere meno. Chi lavora in casa può infatti fare sconti che noi non ci possiamo permettere perché dobbiamo sostenere moltissime spese che loro non hanno (il costo dei locali, l’elettricità, le tasse, il riscaldamento, etc). Ma la prima conseguenza che si paga è l’abbassamento della qualità del servizio offerto: in un centro estetico per esempio l’utilizzo di strumenti monouso è essenziale, così come la qualità dei prodotti usati. Chi usufruisce di servizi a domicilio non potrà mai avere la certezza che questi accorgimenti siano rispettati.

Il rischio principale per chi ricorre a servizi in nero è quindi per la salute?
Assolutamente: si va a risparmiare su alcune cose ma poi paradossalmente è probabile che si debba correre ai ripari con medicine e pomate di fronte alla comparsa di funghi o irritazioni causati da chi ha fornito un servizio scadente, fatto con incuria e velocità eccessiva. A noi è capitato di vedere le conseguenze di lavori eseguiti male.

Non è quindi solo un problema di mancata fatturazione del servizio, ma anche di rispetto delle regole a cui noi siamo sottoposti: per svolgere questo lavoro sono necessari un diploma professionale, locali a norma, una strumentazione certificata, prodotti di qualità. Il nostro è uno dei pochi lavori dove il cliente si mette a nudo, l’aspetto sanitario è essenziale e spero che chi legge capisca l’importanza del nostro lavoro.

Petra Crociati

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30 Commenti


  1. Mi pare inutile rivolgersi agli organi istituzionali che sono la causa del problema, Se di lavoro c’è ne fosse a volontà per tutti ciò non succederebbe.
    Sopratutto tristissimo finire a scornarci tra di noi.

    • MassimilianoBudrio

      Quindi… lasciamo che le attività chiudano la saracinesca e continuino il loro lavoro in nero direttamente a casa? Non male come idea.

      • Spett.le: Massimiliano io non ho scritto quello che recita il suo commento, ne tantomeno è nei miei principi, anzi!!
        Lei invece sta facendo esttamente ciò che io ho scritto nel finale della mia frase del commento precedente.
        Distinti saluti

      • Infatti, Massimiliano, è probabilmente quello che finiremo per fare se non otterremo tutele e soluzioni di rilievo. Facendo un po’ di conticini spiccioli questi che lavorano in nero non solo, mensilmente, prendono più di noi ma anche dei loro stessi clienti che si trovano le buste paga dimezzate a causa delle tasse che pagano per garantire diritti anche a questi evasori. Questo solo per parlare di soldi che sembra l’unico argomento di interesse per chi usufruisce di illegali.

        • Iniziate con l’abbassare i prezzi per essere più concorrenziali. L’azienda per cui lavoro paga per ogni mia ora di servizio circa 30 €; una ceretta alle gambe e inguine mi costa 56€ e l’operatrice impiega circa 40 minuti per un servizio mediocre oltretutto.
          E non menatela con i materiali super professionali visto che le stesse cerette e strisce di carta che usano nel centro estetico si possono comprare in profumeria per pochi euro.
          A fronte di una qualifica professionale vi fate pagare all’ora quanto il mio ginecologo!!!!!
          Dubito che queste cattivone di evaditrici si portino al domicilio anche le docce per le lampade, i macchinari per l’epilazione laser o quelli per i massaggi super imbufaliti. Siete poco furbi…e poi anzichè far perdere tempo al sindaco perchè vi trovi una soluzione provate a cercare al vostro interno cosa c’è che non va…

          • Cara emilia, inizia tu con il cambiare l’estetista, il prezzo è veramente troppo alto in giro c’è di meglio.

          • Cara Emilia, non so dove tu vada a fare la ceretta ma a budrio (per quelle colleghe che ho sentito io, perlomeno) una ceretta gambe e inguine non supera i 40 euro, anzi. Poi, lascia stare la materia prima che è quello che forse costa meno, ma c’è il 22% di iva, tassuncole varie e tutta la rottura di balle che serve per poter continuare a lavorare e che non è gratis alle quali siamo obbligati. Se la tassazione fosse inferiore e non ci fossero così tanti onerosi obblighi che ci vengono imposti (a volte inutili) saremmo ben felici di abbassare i nostri prezzi. Poi ti ricordo che le benefattrici guadagnano più di te e usufruiscono dei tuoi stessi diritti senza contribuire.

  2. Gran parte di queste persone sono ex dipendenti licenziati o aiutati a licenziarsi perché la crisi morde. Generalmente tutto personale sottopagato che arrotondava anche prima. Il tutto si traduce in una lotta di sopravvivenza, con che faccia si presenta il sindaco o la guardia di finanza a bussare alle porte di queste persone!!!!!!

    • Scusa, ma come fanno allora a presentarsi dai regolari che stanno annaspando per rimanere aperti e invece sono sempre sotto controllo da guardia di finanza, ausl, ispettorato del lavoro etc????
      Dal primo momento che apri una partita iva le tasse le paghi sia che tu abbia il lavoro o no.
      allora sarebbe giusto che tutti aprissimo questa partita iva, oggi come oggi avere una licenza non costa più niente.

    • con la faccia di chi ha uno stipendio generosamente offerto dai contribuenti.

  3. si rimane basiti a leggere il commento di Mattia! Ma quale crisi, ma quale licenziati, ma stiamo scherzando?? questa è gente ladra se vogliono lavorare allora aprono la partita iva e si assumono tutti i rischi del caso come fanno chi ha negozi, affitti da pagare, dipendenti da pagare, tasse da pagare.

  4. Esempio!!!! da qualche mese vado a Bologna a tagliarmi i capelli in un salone di cinesi. Mi rilasciano regolare fattura 10€ ho un taglio della stessa qualità che avevo prima, mi lavano i capelli con un trattamento che prevede un massaggio al cuoio capelluto di circa cinque minuti, i prodotti visto che c’è la tendenza a pensare che arrivino da chissà dove te li puoi portare da casa (non è il mio caso mi fa sorridere il solo pensiero)io uso i loro. Bene, lo stesso trattamento viene erogato alle donne, i prezzi sono gli stessi.
    Perché per lo stesso trattamento ne spendo minimo 20 a Budrio e se mi va bene mi lavano i capelli stile lavatrice!!!!!! perché mia moglie ne spende 35 e dai cinesi 10 con lo stesso risultato.
    Non so se sapete ma le lavoranti nei saloni di Budrio qundo gli va bene prendono 850€ mensili come i lavoranti cinesi!!!!!
    Bisogna tornare a lavorare a prezzi giusti, se vuoi starci dentro devi lavorare il principio faccio poco mi faccio pagare tanto non regge più?????? bisogna lavorare a prezzi più bassi, che tutti si possano permettere e lavorare di più per starci dentro, la parola produttività vi dice nulla!!!!!

    • non so cosa fa Sua moglie, io ne spendo di più e ho i capelli cortissimi quest’ estate a spazzola come gli uomini.
      ma l a tinta la faccio a casa e spendo 40 x taglio e piega.
      io non so girare bologna ma se ce una zona che so arrivare oh se mi dice che a Budrio ci sono ci vado domani, mi è giunta voce che dentro a uno dei palazzi dalla parte della farmacia paltrinieri all’ interno di un palazzo cè

    • ecco, appunto, sarebbe il caso di andare anche da loro ad indagare

    • Gentile Mattia, la questione non riguarda il libero mercato (sarebbe interessante sapere se le condizioni di lavoro dei cinesi sono uguali a quelle dei Budriesi ai quali lei fa riferimento), ma la concorrenza sleale e scorretta di “fantasmi” che in forza del fatto che non pagano tasse forniscono servizi a prezzi comunque più alti dei cinesi usufruendo di servizi pubblici che non contribuiscono a mantenere.

    • Mattia:
      1)Un dipendente che prende 850 euro al mese al suo datore datore di lavoro ne costa circa 1500 al mese. Questo vuol dire che deve farne incassare sempre al datore di lavoro almeno 5000 lorde/mese.
      Presumiamo che gli 850 euro mese siano per 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana (noi di solito ne lavoriamo 5)vuol dire che questa persona lavora 192 ore al mese. Il lavoratore stile cinese immagino che di servizi da 10 euro ne faccia 2 all’ora quindi con un incasso lordo di 20 euro l’ora per un totale di 3840 euro mese lorde. Tolta IVA e tasse che sicuramente verranno pagate vorrei sapere come ci fanno a stare dentro queste attività, perchè se me ce lo spiegano e le regole vengono rispettate noi saremmo degli idioti a non sposare questo sistema. Ovviamente io non sono un fine economista quindi avrei piacere che qualcuno mi facesse capire come funziona la faccenda.
      2) Ti ricordo, Mattia, che noi siamo artigiani con mircoscopiche attività e da noi spesso si pretendono cose che neanche grandi colossi quotati in borsa fanno. Ci sono notissime aziende dove tutti noi ci serviamo che da secoli non assumo a tempo indeterminato e guai di parlare di lavoro a tempo pieno ma solo part time, e questo succedeva anche prima della crisi (a meno che nella loro lungimiranza non giocassero d’anticipo).

  5. Buongiorno a tutti,
    Propongo due brevi riflessioni:
    1. i signori in questione, usano strade? si avvalgono se serve, del servizio sanitario? le loro case sono allacciate alla fognatura pubblica? usufruiscono dei servizi in dotazione alla collettività? no perché, guardate che tocca a noi pagargliele!!! e se permettete un po’ “me rode”…
    2. relativamente alla concorrenza sleale, e mi riferisco alla Signora Emilia, se il suo Datore di Lavoro, domani la mettesse a casa per assumere qualcuno che lavora il doppio delle ore, produce il doppio, e costa la metà perché lavora “fuori regola”, come la prenderebbe? sarebbe disonesto il Datore di Lavoro vero? beh, se si facesse lo sforzo di pensare che nel caso in questione, il Datore di Lavoro è il cliente…
    Per concludere questo sfogo, e stavolta mi riferisco al Sig. Stefano, sono d’accordo che fare una guerra tra poveri non serve a nessuno, ma se tra i due poveri ce n’è uno che causa la povertà dell’altro…perlomeno glielo si potrà fare notare, no?
    Ritengo che incolpare sempre “Roma Ladrona” sia un modo facilissimo per scusare le proprie furberie.

  6. sono d’ accordo con Emilia. i centri di belezza e i parrucchieri hanno prezzi alle stelle, quindi uno se vuole tirarci fuori i piedi fa diversamente.
    poi sarà personale qualificato ex estetiste di certo non posso andarci io a farlo.
    guardiamo quanti saloni fatturano il vero prima di incolpare chi si guadagna da vivere, allora chi evade nel salone è nel torto come le persone che svolgono servizio a domicilio.

  7. facciamo un cenno anche agli altri allora? Così, solo per non fare delle “differenze”.
    Da quelle che stirano a quelle che badano ai bambini, dalle parrucchiere ai prof.
    E devo dire che soprattutto quelli che danno ripetizioni un po’ sullo stomaco mi stanno, e non parlo dello studente liceale o universitario che spesso si accontenta anche di solo 8-10€ l’ora ma di prof, la maggior parte o di ruolo o in pensione, che ‘vista l’esperienza’ arrivano anche a 20-25€ l’ora pur non pagando nulla né di iva né di tasse, pur non avendo spese poiché rarissimamente vengono a domicilio.
    Perché mi lamento?
    Perché purtroppo mio figlio ne ha bisogno e io, avendo perso il lavoro, non mi posso più permettere questo lusso, perché di lusso ormai si tratta.
    E sono arrabbiata, perché per la maggior parte di loro si tratta di un secondo introito quando io non ho nemmeno il primo.
    E anche perché quando si parla di scuola una delle prime cose sempre da sistemare sono i precari, quando ben sappiamo che quasi tutti loro danno ripetizioni a pagamento.

    Spezzo comunque una lancia a favore dei vari lavoranti (stiro, ecc. ecc): aprire una attività costa tanto, anche se non fatturi, anche se ci sono varie forme societarie. Se dessero la possibilità di emettere semplicemente una nota di incasso, come avviene in altri paesi, (e non parlo di prestazioni occasionali) sarebbe molto più semplice e conveniente per tutti.

    Scusate lo sfogo, grazie

    • Marco Garbuio - forcone

      Nulla di cui scusarsi sig.ra Carla, ma proprio nulla. Sacrosante verità…

    • Carla, hai ragione e condivido. La nostra battaglia è per il rispetto delle regole. Non stiamo dicendo che non si deve lavorare, anzi, ma che non è giusto che alcuni di noi siano tartassati nel rispettare le leggi e altri siano liberi di fare ciò che vogliono. Noi stiamo cercando di difendere il nostro lavoro, magari se tutti lo facessero con il proprio qualcosa potrebbe cambiare. È che metterci la faccia in prima persona non è cosa facile….
      Auguri Carla.

  8. Non è che per caso gli estetisti hanno paura di rimanere senza clienti perché gli “abusivi” glieli portano via? Domando.

    • Carissimo Max,
      non si può piacere a tutti, e questo è pacifico. Perdere lavoro per colpa della crisi, perchè non sei bravo, perchè sei antipatico, perchè pensi di essere l’incarnazione del divino o per quel che ti pare è un fatto. Perdere lavoro perchè ci sono persone che rubano (gli abusivi rubano anche a te) fa girare le balle in una maniera che non immagini.
      Tu saresti contento di perdere il lavoro, di qualsiasi lavoro si tratta, perchè qualcun’altro che non rispetta le regole, che tu sei costretto a seguire, e per questo motivo è più concorrenziale di te?
      Poi vedi tu….

      • Non conoscendo la cifra esatta degli estetisti in nero, ne deduco, però, che essi siano teoricamente inferiori a quelli regolari. Quindi, perché tutto questo timore? Domando.

        • Marco Garbuio - forcone civile

          Da persona civile non dovrebbe porsi ne questa ne la precedente domanda. La parola LEGALITA’ dovrebbe bastarle ed avanzarle Max.

        • Deduzione errata. Il numero delle abusive e LADRE supera quello delle regolari.
          In ogni caso solo il fatto che non sia regolare non dovrebbe esistere.

          • Non credo proprio, sa, che il numero delle estetiste gazze ladre superi quello delle regolari. Nessuno vuole difendere il lavoro nero (neppure io, ci mancherebbe!), però queste preoccupazioni mi sembrano un tantino esagerate. Lo stesso sig. Cacciatori, titolare dell’Elisir, lo ha espresso nell’intervista di sopra che “Il lavoro a domicilio in nero c’è sempre stato” e che lui assieme a quelli regolari non pretendono di cancellarlo completamente.

            Quindi, ribadisco che tale allarmismo sia ingiustificato. Molto rumore per nulla, parafrasando l’opera di Shakespeare. O come la favola di Esopo, “Al lupo! Al lupo!”.

            Poi, rivolgersi al sindaco, campione di legalità e democrazia soltanto a parole, lo trovo un controsenso bello e buono.

  9. Molto rumore per nulla? Gli artigiani,sia pur piccoli o piccolissimi sono l’ossatura economica della nostra economia dove l’industria sta inesorabilmente sparendo.Ossa altrettanto piccole, magari invisibili ad uno sguardo superficiale, ma in grado di creare posti di lavoro, reddito, gettito fiscale oltre che professionalità.
    Immagino che pochi sarebbero disposti ad affidare il proprio impianto elettrico ad chissà chi per risparmiare, quello idraulico al vicino ” ciappinaro ” però sembra nulla una ceretta a 5 euro in meno… Così, senza nemmeno pensarci, contribuiamo a smantellare pezzo per pezzo la nostra economia… con la soddisfazione di avere 5 euro in più in tasca però!

    • Cara Erminia, ripeto quanto già scritto.
      Nessuno sta prendendo le difese del lavoro nero e di chi lo incentiva. Tuttavia, non vorrei che questo clamore suscitato dall’aver scoperto questi estetisti irregolari si tramutasse in un pretesto per una sorta di caccia alle streghe.

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