di Ezio Roi
Negli ultimi due anni circa la Comunità dei cittadini di Budrio ha perso o sta perdendo l’ufficio del Giudice di pace, l’edificio storico della c.d. palazzina “Marconi” ed il suo contesto, reparti e personale dell’ospedale civile. Nello stesso periodo la Comunità ha dovuto subire: la pesante alterazione del territorio, sia sotto l’aspetto agricolo-produttivo sia sotto quello ambientale, con la costruzione di ben quattro centrali a biogas, di cui tre concentrate nel territorio di Mezzolara ed una in quello di Vedrana, la trasformazione della raccolta dei rifiuti con l’introduzione di un complesso sistema porta a porta. Mi limito a questi cinque accadimenti. Ognuno di essi meriterebbe una analisi più articolata. Ce ne sarebbero anche altri, non meno importanti, ma questi vengono a fagiolo per la mia riflessione.
In questi fatti hanno avuto grande importanza le decisioni dell’amministrazione comunale e del sindaco di Budrio. Il sindaco di Budrio si duole molto ed ovunque della aggressività dell’opposizione, della strumentalità di certe raccolte di firme, insomma dell’incomprensione dei cittadini – di molti di essi – per il suo modo di amministrare.
Ma il problema non è l’opposizione, non sono i cittadini, ma è la sindrome della corona, di cui il buon uomo pare soffrire. La sindrome della corona è quella ben illustrata dalla celebre frase di Napoleone, quando, afferrata la corona ferrea dalle mani del sacerdote, durante la cerimonia di incoronazione nel Duomo di Milano, esclamò: “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca!”.
Sì, il sindaco pare proprio credere che, essendo stato incoronato, nessuno possa più permettersi di – anche solo – pensare che le sue decisioni non siano le migliori: perbacco sono le sue e Lui è stato incoronato!
Qualcuno obietterà che esagero. No, non è così.
Quell’eventuale qualcuno può dirmi seriamente che, per quei cinque fatti, la Comunità dei cittadini di Budrio sia stata interpellata e che le sue decisioni siano state rispettate?
A me non risulta. Eppure si tratta di fatti molto importanti per la Comunità. Uso il termine Comunità proprio per esprimere l’insieme dei cittadini di Budrio, a prescindere dalle loro idee politiche, religiose, culturali. Nella vicina Svizzera, i cittadini sono spesso chiamati ad esprimere la loro opinione, vincolante, sui più svariati temi, anche molto specifici e locali, con referendum.
A Budrio pare che il sindaco non abbia mai sottoposto al consiglio comunale le norme regolamentari per far svolgere il referendum consultivo che pure è previsto dal lontano 1990, con la legge 142/90, art. 6. Chissà perché?
Se ne deduce che al sindaco, all’attuale come al predecessore, manchi proprio l’idea del metodo , quello democratico, s’intende.
La sua elezione, infatti, non è una investitura divina. I cittadini gli hanno chiesto di amministrare, per un certo tempo, il comune di Budrio. Non lo hanno acclamato re né gli hanno delegato poteri assoluti come ad un tiranno.
Cosa avrebbe imposto il metodo democratico?
Semplice. Avrebbe imposto al sindaco di consultare tutti i suoi cittadini – compresi quelli che non lo hanno votato – prima di prendere decisioni importanti sui beni ed i servizi pubblici e dunque sulla qualità della vita dei cittadini stessi. Poi di seguire la volontà della maggioranza dei cittadini, ove non si fosse raggiunta l’unanimità.
Proprio nei giorni scorsi in Germania, paese che siamo soliti criticare, dopo due mesi di trattative serrate, gli elettori dello SPD, chiamati ad esprimere il loro voto in proposito, hanno scelto liberamente di aderire alla coalizione tra il loro partito e la CDU, la Grosse Koalition.
E’ mai successa una cosa del genere in Italia? No, che io sappia. Qui quasi tutti – dopo le ultime elezioni politiche – avevano una gran fretta di fare l’inciucione – a prescindere dai contenuti – e degli elettori se ne sono ampiamente fregati.
Quello tedesco è un metodo democratico.
Quello italiano, compreso quello del sindaco di Budrio, NO.
Ezio Roi
OPS! LOL … prostri! LOL
E se mancasse, per quanto già ampiamente grave, solo la ricchezza dell’essere un reale Democratico saremmo messi male. Ma manca anche altro d’importante… e quindi siam messi malissimo…
Bah, concordo in parte.. nel senso che la democrazia implica che si eleggano democraticamente persone a cui si dà mandato di rappresentarci prendendo le decisioni per noi attraverso sistemi collegiali, per cui non credo che la popolazione, con lo strumento referendario, debba esprimersi sempre e comunque su tutto. Equivarrebbe ad un rallentamento pazzesco di ogni decisione e a strumentalizzazioni diffuse perché documentarsi su tutto è una fatica boia. Referendum a go go vorrebbe dire avere poche idee ma confuse sul concetto di democrazia. Detto questo, lo strumento referendario, che difendo, e per il quale auspico presto il regolamento, va utilizzato, ma con parsimonia, quando si presentano radicali cambiamenti nella vita delle persone, nell’etica, ecc. Nel caso della raccolta differenziata non credo fosse strettamente necessario, probabilmente la maggioranza di noi avrebbe votato che preferiva lo status quo.. siamo onesti! Ma mi sarebbe piaciuto quanto meno che non si fosse scavalcato il consiglio comunale, fatto molto grave, e che, quantomeno, i cittadini fossero stati informati con grande anticipo su tutti i vari aspetti. Non esiste un solo tipo di raccolta differenziata. E mi sono stancata di sentirmi dire che è per il bene dell’ambiente. Comunque il sindaco questa volta ha toppato clamorosamente, e temo la pagherà cara al prossimo mandato. Ma leviamoci dalla testa che dobbiamo essere interpellati su tutto! E’ sbagliato. Riflettiamo bene, piuttosto, quando ci troviamo a dare i nostri voti. E speriamo di non doverlo fare turandoci il naso.
Bravissima sig.ra Rebecca! 🙂 Grazie. Era la palla buttata in tribuna che avrei scommesso (non lo faccio praticamente mai) sarebbe arrivata. Un destro perfetto. Grazie!
Allora, il dott. Ezio ha contestualizzato molto bene l’uso della Democrazia partecipativa (il referendum o il “sentire” la popolazione amministrata per POI decidere tenendo ben in conto e non ipocritamente). Non ha certamente parlato di fare un referendum per mettere in sicurezza un incrocio rialzandolo. Vero? Ecco..
La questione “Eh ma allora non si riesce a far più nulla!” è tipica di quelli che vogliono “la corona” per poter imporre AD ALTRI qualcosa di non necessario. E questo sicuramente vale per la PaP e per le 4 centrali a bio-gas. Ce l’ha detto/prescritto il medico pena la nostra salute? Ce lo ha imposto qualche Legge? No. Ergo, guarda caso, tutti questi argomenti avrebbero preso dalla popolazione un secco NO. Ma la pseudo-democrazia della Pierini & C. invece ce li ha dati.
Allora, le esplicito meglio: referendum SI quando il tema impatta pesantemente su tutta la comunità.
Se poi la Pierni & C. vorrà risultare FULGIDO ESEMPIO di Democrazia e reattività alle giuste obiezioni a loro sollevate, fra pochi minuti la sentiremo proporre all’esame delle opposizioni il mancante regolamento per il referendum e, magari, sentiremo una proposta dove questo potrà avvenire addirittura dal nostro PC di casa (costi notevolmente più contenuti). E magari anche un valido escamotage (per una volta!) per rendere valida la raccolta firme in merito e non obbligare la gente/gli organizzatori ad un secondo giro. Ma mi rendo conto d’esser quasi a dire un mare di ca.. volate!
Tra l’altro, se non erro, quali energia alternativa, le centrali a bio-gas ricevono soldini dalla Stato = NOI. Quindi, oltre alla delizia d’avercele “in casa”, stiamo pure pagando tasse per dar loro soldi. Non so lei sig.ra Rebecca – ma anche altri che la pensano come lei – ma io mi sento profondamente preso in giro. Molto pesantemente preso in giro…
Il metodo democratico in Italia è un optional più che altrove. Non è una novità, ahimè….
Non per niente, siamo il paese nel quale la sindrome della corona ha contagiato parecchi suoi abitanti!