Budrio scambia, dona e ricicla. La seconda vita degli oggetti passa anche da Facebook

13 gennaio, 2014

Sono bastati pochi giorni e un nuovo esperimento di cooperazione civica sul nostro territorio ha già dato i primi frutti: nato su Facebook da un’idea di due budriesi, Giovanni Santandrea e Michele Comai, ha raccolto oltre 500 adesioni. Il gruppo – creato sul popolare social network, da tempo ottimo veicolo di solidarietà anti crisi e aggregatore di iniziative tra le più disparate – ha come scopo lo scambio, il dono o il baratto di oggetti in buono stato che non vengono più utilizzati ma che, piuttosto che essere buttati o accantonati in cantina, vengono fotografati e messi a disposizione in maniera assolutamente gratuita.

Possono così tornare ad avere una seconda, o anche una terza vita, usati da chi in quel momento ne ha più bisogno. L’iniziativa – non è superfluo sottolinearlo – non pretende di sostituire siti o negozi specializzati nella vendita di oggetti di seconda mano: al contrario, nel gruppo è vietato l’uso del denaro e lo spirito di base consiste proprio favorire un’idea di “decrescita felice” che vada oltre l’uso dei soldi.

L’iniziativa si ispira all’esperimento ticinese Te lo regalo se lo vieni a prendere comparso nel 2012 sempre su Facebook : l’enorme successo del caso svizzero suscitò una reazione a catena che diede vita a moltissimi gruppi regionali e locali in tutt’Italia. A Borgo Panigale, per esempio, l’esperienza si è già concretizzata oltre i social network con il progetto “Second Life”, sostenuto dal Comune di Bologna ed Hera, in cui gli tutto ciò che viene dato in dono o in scambio è esposto in uno spazio pubblico.

A Budrio l’esperienza è agli esordi, ma la direzione sembra essere quella giusta: oltre a proporre un diverso tipo di relazione tra le persone – un dialogo nuovo tra i cittadini che nella frenesia della vita “moderna” sembra essersi sempre più affievolito – il gruppo di scambio e dono ha anche una impronta ecologica: il valore degli oggetti viene rivalutato, le risorse vengono reimpiegate al meglio, e i rifiuti, perché no, vengono ridotti quanto più possibile.

Petra Crociati

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1 commento


  1. ma come funziona anche telefonini ho compiuter

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