“Antiche scelte, o non scelte, stavano condannando la struttura di Budrio a un futuro senza nessuno sviluppo. E’ grazie alle scelte successive della politica locale, e a quelle di questi ultimi mesi, se quegli investimenti ci sono stati e hanno messo Budrio pienamente dentro la rete ospedaliera bolognese”. Giulio Pierini non ci sta a far passare la riorganizzazione dell’ospedale di paese come un depotenziamento e, dopo le critiche ricevute nell’incontro pubblico di sabato scorso, ha scritto un lungo commento per raccontare la sua verità.
DIBATTITO RESO AGITATO DA OPPOSIZIONI MALEDUCATE E INTEMPERANTI. TRASPARENZA E DISPONIBILITA’ DEI DIRIGENTI
Pierini parte proprio dalle proteste. “Il dibattito – spiega – è stato viziato all’origine da informazioni false e fuorvianti, volutamente reso agitato dall’intemperanza e dalla maleducazione degli attivisti di gruppi politici locali di opposizione. Del resto, chi non ha responsabilità di governo a nessun livello può permettersi di diffondere paure e informazioni scorrette, alimentando sentimenti negativi e facendo breccia in una parte di popolazione che, per vari motivi, non ha più fiducia nella politica in generale e nei dirigenti pubblici”. E sugli screzi del pubblico con i dirigenti AUSL: “Non mi appassiona – dice – il confronto sull’efficacia comunicativa tra i diversi relatori, ma penso che vada sottolineato e apprezzato il modo aperto e trasparente con cui i massimi dirigenti si sono messi a disposizione del pubblico”.
SANITA’ E’ PRINCIPALE BANCO DI PROVA
“Lo sforzo qui da noi a Bologna – continua Pierini – dovrebbe essere proprio di riconnettere i cittadini alle istituzioni, senza proclami o slogan. In questo, la sanità forse è il principale banco di prova, perché ci sono bisogni crescenti e risorse, per ora, calanti: è un settore in cui solo le innovazioni difenderanno il livello qualitativo e quantitativo dei servizi offerti”.
INVESTIMENTI ARRIVATI GRAZIE A SCELTE DELLA POLITICA LOCALE
Nel rispondere a due militanti critici del suo partito, Pierini spiega che non condivide la presunta mancanza di forza della politica locale nel valorizzare a pieno gli investimenti sulla struttura e se la prende con i suoi predecessori. “Antiche scelte, o non scelte, – dice – stavano condannando la struttura di Budrio a un futuro senza nessuno sviluppo; è proprio grazie alle scelte successive della politica locale, e a quelle di questi ultimi mesi, se quegli investimenti ci sono stati e hanno messo Budrio pienamente dentro la rete ospedaliera bolognese”. E continua: “E’ ingeneroso non valorizzare il lavoro di riorganizzazione autonomamente programmato da Bologna, fatto per produrre risparmi e difendere quantità e qualità dei servizi”.
CHIRURGIA: “VOCAZIONE RAFFORZATA”
Pierini si spinge anche sui temi oggetto delle proteste e insiste nell’escludere ogni valutazione tesa al depotenziamento. “E’ evidente che la vocazione chirurgica è rafforzata rispetto a prima, e grazie alla collaborazione con il Sant’Orsola ci saranno due chirurgie che opereranno e non solo una” che garantiranno “tipologie di chirurgia generale uguali al passato, sia in degenza ordinaria, sia in day hospital”. “Inoltre – continua – si conserveranno tutte le attività chirurgiche specialistiche preesistenti” e “verrà sistematicamente utilizzata anche la 3^ sala 2/3 volte a settimana, a settimane alterne”.
GUARDIA MEDICA: “NON CAMBIA NULLA”
Il merito al pronto soccorso il Primo cittadino dice: “E’ stato potenziato la scorsa estate con l’apertura dell’unità di degenza breve, gestendo i singoli casi fino a 36 ore in piena autonomia, con un potenziamento anche sul versante del personale, con un turno infermieristico in più”. Poi continua: “Il fattoche a Budrio non si facciano le urgenze chirurgiche serve ad accrescere gli standard di sicurezza di quell’attività, valorizzando il ruolo ancora più rilevante nelle necessarie funzioni di inquadramento diagnostico e di orientamento verso il trattamento più adeguato”.
Pierini ha poi posto l’accento sull’addio del presidio di guardia medica da Budrio. “Inseguire questa polemica è sbagliato in quando per il cittadino di Budrio non cambia assolutamente nulla”.
CASA DELLA SALUTE
Per finire un accenno alla casa della salute, il complesso che farà da raccordo tra territorio e ospedale. La sua apertura, promessa prima per settembre e poi per gennaio, è stata ulteriormente rinviata a maggio. Per Pierini, i motivi del ritardo, riguardano la messa in campo di “un progetto più complesso e ampio con obiettivi più ambiziosi dei precedenti”.
LEGGI ANCHE:
“Ospedale di Budrio, scoppia la protesta”. Articolo del 13 gennaio 2014
Sig. Sindaco,dopo aver letto l’articolo soprastante,mi sorge un dilemma: Lei non vede,o non vuol vedere? 40 posti letti in meno,il primario di chirurgia spostato a Bentivoglio e altri servizi cassati,sono falsità e notizie fuorvianti? L’opposizione poi che ha risposto in modo scomposto ai funamboli della sanità bolognese,ha reagito alla provocazione di un tal Ripa di Meana che poteva risparmiarsi di fare certe affermazioni. E’ vero l’ospedale di Budrio è stato messo nella rete;rete nella quale son finiti gli ospedali di Molinella,Medicina e altri ancora.Per la casa della salute(ovvero la tela di Penelope) le dò un consiglio:Faccia un plastico sul tipo di quello dell’asilo da costruire in zona “Romantica”e lo faccia esporre nell’atrio dell’ospedale cosicchè tutti possano capire di che si tratta.Concludo con un vecchio proverbio: Sbagliare è umano perseverare è diabolico.
Vero Beppe, l’ospedale di Budrio è finito nella rete nella quale sono finiti Molinella e Medicina, con la differenza che là prima di elevarli al rango di poliambulatorio non hanno speso poco prima €. 22.000.000 (vale a dire 44 miliardi di vecchie lire: così è più chiaro a tutti) e là non c’è stato un benefattore che ha elargito da morto €. 6.000 ed ora non trova il giusto riposo nella fossa.
Probabilmente invece di affermare ” ora parlo io ” sarebbe forse oggettivamente meglio se tacesse per un periodo di tempo.
Da gli sproloqui del sindaco si evince solamente un atteggiamento presuntuoso e arrogante quasi fosse il depositario della verità.
Mi fa piacere che anche qualche attivista PD si ponga dei quesiti sull’argomento e spero che sorgano dei dubbi anche su altri punti popici e caldi del nostro Comune.
Andrea cosa é successo? Ciao. Ezio
Volete ridere senza spendere i soldi per un film comico? Andate su Budrio Bene Comune e leggete il commento di un certo Carlo Castelli sull’Ospedale. Buon divertimento!
Voglio chiedere ai budriesi:
Come può un piccolo ospedale offrire servizi di alto livello?
Vi fareste impiantare una valvola cardiaca?
Un rene?
Stesso discorso per l’Ospedale di Bentivoglio.
Devono chiudere. Punto.
Sul territorio “locale” dovrebbero rimanere solo presidi di pronto-soccorso o poco più.
I soldi risparmiati dovrebbero essere reimpiegati nel potenziamento di ospedali “veri” ed una parte nei servizi locali (asili nido, verde pubblico ecc.)
Quanti milioni di euro costa una struttura del genere?
Abitiamo a soli 20km da Bologna dove ci sono eccellenti ospedali, perché ostinarsi a volerne uno in paese?
Forse perché tuo zio ha l’appalto della pulizia?
Tuo cugino quello dei guanti in lattice?
In questo contesto, l’operato del Sindaco è da considerarsi una magia.
Di questi tempi, trovare i soldi per “rafforzare” l’Ospedale, anziché, semplicemente, chiuderlo, è una vera e propria magia.
at salut!
LOL… ma lei vaneggia…
Probabilmente, spero, le risponderà qualcuno più ferrato di me, ma guardi che nessuno ha chiesto le cose che ha descritto. E c’è una barcata di soldi che un ns concittadino ha messo li per tutti noi (lei compreso): per lei va bene buttarli via?
E le magie della Pierini & C. … LOL … han tutte il naso lungo perchè iniziano con BU e non con MA.
Sig. Diego, se nel piccolo ospedale ci sono chirurghi validi mi sottoporrei a qualsiasi intervento.
Per esperienza personale al Gozzadini, nel 96, ormai mio figlio muore, portato a Bentivoglio, lo hanno salvato. L’ospedale è fatto di persone, ci sono medici qualificati e medici meno qualificati, non credo proprio sia questione di dimensioni della struttura.
Ovviamente sono felicissimo per l’esito favorevole per suo figlio ma non penso che sia questo il corretto punto di vista. Per lo meno, io non la penso così.
Credo che il bravissimo chirurgo che ha guarito sui figlio potrebbe operare meglio in un ospedale più grande, con più servizi, con più mezzi.
Non dobbiamo dimenticare che alla fine ci sono sempre le nostre tasse a tenere in piedi il sistema.
Non sono un esperto di gestione aziendale e tanto meno di quella ospedaliera ma penso che esista una dimensione X della struttura che ottimizzi il rapporto “servizi resi al cittadino / tasse richieste al medesimo”.
Ad “occhio” direi che un ospedale con 10.000 posti letto sia semplicemente ingestibile, uno con 200, troppo costoso.
Ragionando in altro modo perché non pretendere allora un aeroporto alle Creti, od un Università nell’area ex-Coop?
Da via Bissolati all’aeroporto sono circa 28Km. Non penso che i budriesi si lamentino troppo quando vanno in vacanza ai Caraibi (beati loro!).
Capisco che andare a trovare una familiare al Sant’Orsola o al Maggiore due volte al giorno sia diverso, ma personalmente mi sentirei più sicuro, se non per il maggior grado di professionalità dei medici, per il numero maggiore di macchinari di diagnostica disponibili.
Una contropartita al disagio del viaggio verso Bologna potrebbe essere un aumento delle corse del treno regionale. Difficile ma fattibile.
E sicuramente meno costoso di una struttura ospedaliera.
Signor Diego ma lei farnetica!!!
Ma quante corbellerie scrive!!!
Paragona la possibilita’ di assistenza alla salute ad un viaggio ai Caraibi!!!
“Ragionando in altro modo perché non pretendere allora un aeroporto alle Creti, od un Università nell’area ex-Coop?”…..ma lei farnetica!ma che paragoni fa…..sono basito tanta e la sua ignoranza e tanta e la sua presunzione di voler convincere chi…
La chirurgia a Budrio era presieduta da un equipe di chirurghi professionali e capaci(Del Prete a capo).Tanto per dirne una a Budrio venivano ad operarsi ordinariamente cittadini da tutta la regione e anche da fuori!!!Ora abbiamo un servizio radiologia con macchinari NUOVI e tecnici “sfruttati” al 50%…gli interventi chirurgici complessi che prima si facevano ora non si faranno piu’!
Le auguro di non aver mai bisogno di un intervento chirurgico in emergenza….
Basito!
Sig. Diego, mi scusi ma Lei abita a Budrio? Sinceramente Lei mi pare molto disinformato sul funzionamento degli ospedali. Certamente i piccoli ospedali non possono offrire -in astratto- tutte le specializzazioni cliniche dei grandi, ma Lei evidentemente dimentica che la grandissima parte degli interventi ospedalieri non richiede la specializzazione in neurochirurgia o in cardiochirurgia di alto livello specialistico.
La gran parte degli interventi e dei ricoveri può avvenire con moderni sistemi di diagnosi e cura anche in piccoli ospedali.
Con i seguenti vantaggi:
vicinanza dei familiari, miglior rapporto umano medico-paziente, risparmio dei costi dei ricoverati e dei loro familiari per l’assistenza.
L’ospedale di Budrio esiste ed era (é) un ospedale ben funzionante. Alcuni amici bolognesi mi hanno confidato di aver scelto Budrio come ospedale per interventi chirurgici , ritenendolo affidabilissimo ed un luogo con maggior attenzione al degente-persona.
Le ricordo che nella terapia, il rapporto umano medico-paziente, spesso, è molto più importante di tante medicine, così come la vicinanza dei familiari, non solo per le persone anziane.
Il suo modo di pensare é molto ragionieristico e molto poco rispettoso dei contributi importanti che i cittadini di Budrio hanno dato per il loro ospedale. Si informi.
Mi spiace contraddirla, ma, purtroppo per me, ho una lunga esperienza di ospedali grandi e piccoli in varie parti di Italia. Per quello di Budrio solo un piccolo problema per una “discussione” con un’affettatrice che ha scambiato il mio pollice per un salame …
Il rapporto umano medico-paziente.
Ben venga se c’è.
A patto che il medico mi sappia curare.
Se vado all’ospedale è per curarmi.
Non cerco conforto, compagnia, amicizia, confidenza, complicità.
Non voglio bere una birra o guardare la partita.
Voglio, spero, cerco, un uomo od una donna che sappia curare la mia spalla rotta, il tumore che mi rode dentro, il mio fegato da cambiare, l’aneurisma che mi sta uccidendo.
Se per questo “essere umano” sono soltanto un numero su una cartella clinica, se non conosco nemmeno il suo nome, sinceramente non mi interessa.
Mi interessa solo che quel numero, io, finisca nella statistica dei casi risolti positivamente.
Mi perdoni Sig. Ezio, è la mia vita, la mia pelle.
Se me lo concede, Sig. Ezio, un altro piccolo pensiero: ho riflettuto per lungo tempo su quale sia il mestiere umano più difficile. Da ragazzo pensavo ai piloti d’aereo, agli astronauti. Da adulto vedevo nel soldato il mestiere più difficile. Il Generale ti ordina: “uccidi!” e tu devi uccidere. Il nemico, suo figlio di tre anni, la madre di trenta, il nonno di settanta. Indubbiamente un mestiere difficile.
Poi, riflettendo, ho pensato che fosse affidato al Giudice, il compito più difficile.
Se ne sta seduto su uno scranno di legno pregiato, vede tutti dall’alto. Legge un milione di libri e poi batte il martelletto. E ti manda al patibolo o negli uffici di Equitalia a piangere.
Sperando di non urtare la loro suscettibilità (!) ho poi pensato che il loro mestiere sia solo una sceneggiata. Un teatro nel quale si rappresenta la tragedia della vita. No, non è quello del giudice il mestiere più difficile.
Poi, ho guardato alla mia vita.
E a tutti quegli uomini e donne, generalmente vestiti di verde, o celeste scuro, che in pomeriggi piovosi e di caldi estati mi si avvicinavano al letto. Qualche domanda, un’occhiata veloce alla cartella clinica ed il fatidico: “Ci vediamo domani alle 8.00”.
Il chirurgo può “anche” sbagliare. Può, forse perché ha litigato con la moglie, asportarti il rene sbagliato (azz!), dimenticarsi nel tuo stomaco una forbice di 20cm, saltare un punto in una sutura. Se l’emorragia non ti uccide, cosa vuoi che sia!
Un altro chirurgo rimedierà, bene o male, all’errore commesso.
Ma se a sbagliare è un anestesista la musica cambia. Anzi, si ferma. Finisci, se ti va bene, sotto due metri di terra.
Se ti va male, su una seggiola a rotelle, a guardare con occhi vuoti il nulla dentro di te.
E’ il suo il mestiere più difficile del mondo.
E’ lui il vero Dio sulla Terra.
Ti uccide e ti resuscita ogni volta che vuole.
Gioca con le sue mani con la tua vita. La prende, la ferma, la rianima. E’ lui a decidere con quale veleno ucciderti e con quale veleno riaccenderti.
E’ la sua Scienza, la sua dedizione alla studio, la passione per il suo mestiere a permettere la tua guarigione.
E la sua professionalità è frutto dell’esperienza, della routine quotidiana, delle migliaia e migliaia di vite che gli vengono affidate.
Mi sembra difficile che questo possa avvenire in un piccolo ospedale.
E mi perdoni ancora Sig. Ezio se mi vengono in mente i cori del “Noi vogliamo, noi vogliamo libertà di cura” del Dott. Di Bella.
Lui, indubbiamente, curava molto il rapporto medico-paziente.
Peccato per i suoi pazienti.
Concludo, approfittando per ringraziare tutti i medici anestesisti che per troppe volte hanno giocato e per mia fortuna vinto, la partita con la mia vita.
Sono mediani di spinta, assi portanti della squadra. Non fanno rovesciate acrobatiche, non volano fra i pali. Semplicemente fanno vincere la partita che ogni giorno giocano in sala operatoria.
Grazie a tutti voi.
Sig. Diego, le sue parole sono musica per le mie orecchie. Sono (siamo) stanco di essere giudicato bravo perche’ gentile ed “umano”. Il medico deve essere competente e professionalmente preparato, e non deve necessariamente essere simpatico. Deve dire la verita’ al paziente, anche se scomoda, e scoraggiare le utopie varie (ho vissuto professionalmente la fase del siero di Bonifacio e della terapia Di Bella, e ora il metodo stamina, sic !). Deve scoraggiare i ricoveri-parcheggio, tanto cari ai pazienti anziani e soprattutto ai loro parenti, e indirizzare i pazienti nel luogo piu’ adatto affinche’ possano ricevere le cure migliori, anche se lontano da casa. confondere simpatia e cortesia con la perizia e’ un difetto tutto italiano. Saluti cordiali e mi stia bene.
Signor o Signora Kildare,deduco che sia medico e quindi le riporto un trafiletto di cio’ che ha “probabilmente” firmato a suo tempo!
“perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale”
Per cortesia non “mescoli” la simpatia con l’umanita’….un’altra cosa,la parola EMPATIA le dice qualcosa?!
Sconcertato!
Che tristezza…dottore…
Eppure lei delle tre esse ne avrebbe dovuto almeno sentito parlare:
-sapere;
-saper fare;
-saper essere!
Lei che oggi però sotto falso nome trova il coraggio(?) di dire ciò che pensa ..lei che in quell’ ospedale ci lavora…lei che visto che tiene famiglia ha preferito starsene in silenzio.
Dottore..ho imparato con il tempo ,guardandovi , a stimarvi ..ancora ricordo quella grande oncologia di budrio che si sedette sul letto della sua giovane paziente ,abbracciandola e sussurrarle :”ce la metteremo tutta”…
Questo significa essere MEDICO..ma come ogni lavoro,perché del resto per qualcuno questo e’ ..ognuno ci mette del suo ..
Coraggio e passione due gran belle parole che forse non porteranno da nessuna parte ma che ti fanno stare tanto bene con te stesso!
Brava Stella, concordo in pieno! Un conto è essere MEDICI , altra cosa essere semplicemente laureati in medicina.
Dott. Kildare cerchi informarsi su cosa facevano i suoi predecessori per i propri pazienti: i dottori Cocchi, Tubertini, Salutanzi,Cantelli, Plantulli, Sabattini, Orsoni e tanti altri (chiedo scusa , ma non me li ricordo tutti) quelli erano medici che avevano scelto di farlo come una missione, non per mestiere.
Cari Diego e Kildare, immagino che abbiate frequentato un liceo. Quindi sapete cosa vuol dire “andare fuori tema”.
Se io parlo di un argomento e voi, per contraddirmi, parlate di un altro, mi sa che siate andati fuori tema, anche se avete scritto cose interessanti. E’ un sistema pseudo-dialettico molto in uso.
Beh, sul rapporto medico-paziente e sull’importanza della psiche nella terapia, evidentemente per Diego e Kildare é passato tutto il novecento per niente: La psicoterapia e la psicoanalisi, l’eziologia psichica di molte malattie, evidentemente sono tutte cavolate per voi.
Saluti cordiali.
Non mi sembra di aver “sforato”.
Volevo solo far capire che è molto difficile per una piccola struttura ospedaliera creare profili professionali di alto livello.
Gli sforzi (tasse dei cittadini) devono concentrasi su poche eccellenze e non disperdersi per clientele politiche, in mille rivoli.
L’Ezio-logia (!!!) mi fa sorridere in questo contesto. Ammetto senza sforzo la mia abissale ignoranza nel mondo della psicanalisi ma non credo proprio che un tumore possa avere cause psico-somatiche; a meno di non seguire questa logica: sofferenza->calo endorfine->globuli bianchi->malattia.
Fuori tema: in fondo ha ragione. Non ho mai creduto alla psicologia. Non ci posso fare nulla se vedo l’Universo Mondo come un’interazione di stati energetici: quanti->elettroni->atomi->molecole->vita->pensieri … ed acciacchi vari.
Fin dai tempi di Tex Willer sono sempre stato dalla parte dei Sioux.
Ma non confondo uno sciamano che “viaggia” col pejote con un medico specialista.
Ognuno è libero di disporre della propria vita come meglio crede. Chi si fa curare dagli sciamani, chi muore per filtri d’amore, chi si salva per neurochirurgia avanzata.
L’importante è il risultato.
Di solito è migliore con metodi scientifici.
p.s.: Per favore: non se la prenda per l’Ezio-logia! Era impossibile resistere!
Estremizzando, immagino che il massimo per lei sia un unico ospedale in Italia. A Roma, baricentro circa della nazione. Si?
Caro Marco, andando fuori tema si ha un vantaggio: non si risponde al contraddittore e si ha sempre ragione. Parlo a te per rispondere al sig. Diego e ti ringrazio per l’esempio dell’estrema concentrazione che non é poi tanto paradossale.
Sulle serietà e gravità dell’influenza della psiche sull’insorgere e sulla cura delle malattie, anche gravi, comprese quelle tumorali, il sig. Diego può interpellare il Prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama mondiale. O é anche lui -il prof. Veronesi- poco scientifico?.
P.S. Non me la prendo per le facezie, ma a chi andava fuori tema, nel mio piccolo liceo classico di provincia, il prof. di italiano rifilava un bel 4.
Ed era di buon cuore il suo prof. d’italiano. Il mio di Macchine dell’Istituto, “cantando” la sua lezione all’orale dava 6: “Hai solo dimostrato d’aver capito quel che ho spiegato senza aggiungere nulla.” Le lascio immaginare un fuori tema…. numeri molto piccoli.