Il pudore con cui Graziella Pescatori ha celato per decenni le proprie opere ci permette di esplorare una dimensione oggi quasi perduta. I nostri anni – dominati dalla feroce volontà di apparire ad ogni costo – mostrano una progressiva scomparsa dell’intimità con se stessi. La riservatezza con cui la budriese si è rapportata alla creazione artistica e la forza di nutrire l’amore per la pittura, senza cercare alcun tipo di consenso, sono testimonianze inconfutabili della purezza dell’animo di Graziella. Il coraggio della Pescatori di guardarsi dentro ed approfondire un’interiorità dinamica e mai ferma su posizioni acquisite, dona a tutti noi la possibilità di contemplare dipinti meravigliosi quanto la loro autrice.
I PRIMI ANNI
Graziella Pescatori nasce a Budrio il 9 novembre 1898. I genitori, Garibaldo Giuseppe e Corinna Testi (donna fondamentale per il nostro Comune), permettono alla figlia di confrontarsi con vari ambiti culturali. Graziella – discendente di un ramo nobile della famiglia Pescatori – dimostra una notevole predisposizione per lo studio e per il disegno, che diventa rapidamente una passione sconfinata. In modo parallelo al percorso scolastico, la Pescatori coltiva l’amore per la pittura. Le lezioni della professoressa Marcella Canestrelli (Scuola del Mentessi), dei docenti Zaffagnini (di Reggio Emilia), Simoncini e Aldrovandi (di Bologna) consentono alla giovane budriese di affinare le proprie qualità. Tra le tecniche sperimentate, l’acquerello diviene il mezzo espressivo prediletto. I consigli e le indicazioni di Augusto Majani completano la formazione artistica di Graziella, che continua a dipingere con grande costanza, pur scegliendo di intraprendere – dopo la Laurea in Lingua Francese – la carriera di insegnante.
LA DIFESA DELLA PASSIONE
La Pescatori si trasferisce a Bologna e raggiunge Budrio soltanto nei mesi estivi. La Cà Scudiera – in via Amorini S. Antonio a Pieve – è per lei un piacevole rifugio in cui poter condividere, con alcuni amici, i suoi multiformi interessi per la cultura. Durante questi incontri, spesso domenicali, fanno la loro comparsa alcune delle sue opere. Lo stupore coinvolge tutti gli spettatori, increduli al cospetto di un talento artistico stupefacente. Graziella, incapace di nascondere l’imbarazzo, decide di proseguire nella strenua difesa della sua passione, rinunciando a qualsiasi tipo di esibizione pubblica. Soltanto il marito Luigi Vignoli – docente di Botanica sistematica all’Università di Bologna – riesce nell’impresa di convincere la moglie ad esporre i suoi quadri. Nel 1972, dopo anni di quotidiane pressioni da parte del consorte, la Pescatori inizia l’avventura espositiva con una mostra personale alla Galleria Il Collezionista di Bologna.
UN’ASCESA FULMINANTE
Nel breve volgere di alcuni anni, la nostra concittadina riceve una cospicua quantità di prestigiosi riconoscimenti. Nel 1978 Graziella partecipa a due Mostre Nazionali dell’Acquerello organizzate dall’AIA (Associazione Italiana Acquerellisti) a Vimercate e a Como. In entrambi gli appuntamenti la budriese viene premiata ed applaudita. Nel mese di aprile dello stesso anno, la Pescatori deve fare i conti con la morte del marito e primo sostenitore. L’artista compie due scelte fondamentali, che la legheranno indissolubilmente a Budrio: per prima cosa, dona (nel 1979) alla Biblioteca Civica del Comune la splendida raccolta di libri scientifici e letterari di Luigi Vignoli; in secondo luogo, si trasferisce (all’inizio del 1980) in modo definitivo nella sua casa di Pieve. Nel 1979 Graziella consegue il 1º Premio Internazionale per l’acquerello alla Mostra Concorso Internazionale di Cannes. Gli impegni espositivi a Genova, Piacenza, Bologna e Como ribadiscono l’intenzione della pittrice di proseguire il percorso avviato sotto l’impulso del marito. Nel 1980 i trofei sono numerosi: Premio Palma d’Oro alla Mostra-Concorso Internazionale FOEMINA di Cannes; Premio Campidoglio d’Oro alla Mostra Accademia Internazionale Burckardt di Roma; Premio Alloro Aureo per l’acquerello alla Mostra Internazionale I Premiati di Cannes.
ALTRE CONFERME
Gli attestati ricevuti dall’acquerellista budriese non ne mutano il rapporto con l’arte. Ogni pennellata continua ad essere guidata dall’autentica necessità di esprimere un’intima tessitura di sensazioni. Graziella trae slancio dai riconoscimenti pubblici, ma non smette di difendere con caparbietà il proprio legame con la creazione artistica. Gli episodi espositivi proseguono e nel 1981 è insignita del 1º Premio FOEMINA al Festival dell’Arte di Cannes. L’anno seguente si susseguono altre mostre (in Italia e all’estero) che culminano con il 1º Premio Acquerello alla Settimana dell’Arte a Francoforte sul Meno. La carriera della Pescatori prosegue con grande intensità e nel 1985 il Comune di Budrio decide di dedicarle una rassegna antologica. L’entusiasmo dei visitatori ed in particolare dei conterranei della pittrice rinsaldano ulteriormente il rapporto di Graziella con Budrio.
Al termine dell’esposizione, commossa dall’affetto dimostratole, la Pescatori dona dieci acquerelli al Comune. L’ultimo periodo della vita dell’artista trascorre sereno ed in compagnia degli inseparabili pennelli. Il 24 febbraio 1987 Graziella muore, offrendo l’ennesimo esempio delle sua bontà d’animo: per lascito testamentario, cinque opere e circa quattrocento volumi vengono donati a Budrio.
Si ringraziano: Giovanna Mengoli, Malva Miccoli ed Ezio Venturoli.
Leonardo Arrighi
Ricordo Graziella, carissima amica di gioventù di mia nonna Lina , e poi di mio padre Giorgio Guermandi che negli ultimi anni non mancava mai ai raduni domenicali a Ca’ Scudiera dove parlavano e ricordavano le tradizioni antiche di Budrio.
Ricordo Graziella, sicuramente una virago, ma che, nel suo intimo si era lei stessa scoperta persona ed Artista di grande sensibilità come testimoniano i suoi acquerelli.
Ho un solo quadro suo, il cancello della casa di Pieve con lo sfondo del fienile, e quando ci si posa il mio sguardo mi si apre una montagna di ricordi legati ai miei avi, primo fra tutti Umberto Amaduzzi che aveva l’Orto del Bello a Budrio, ma anche mi torna in mente l’allievo ed amico di mio padre, l’Avv. Lamberto Cesari Federici che col suo generoso lascito all’Ospedale di Budrio lo ha reso una eccellenza , a beneficio di tutti i budriesi….
Budrio, amata Budrio, le mie radici…..