L’impegno sociale di Corinna Testi

28 gennaio, 2014

Parlare di cultura e istruzione, in particolare a Budrio, significa ricordare la signora Testi, che con il suo infaticabile impegno civile ha reso il sapere accessibile anche alle persone più disagiate. Accostarsi all’esistenza di Corinna presuppone la volontà di riassegnare il ruolo appropriato all’apprendimento. Da troppi anni la nostra società ha smesso di tutelare l’ardore che conduce l’individuo verso la conoscenza.

La quotidianità non è più fondata sul desiderio di migliorare se stessi, tentando di ridurre gli effetti negativi dell’ignoranza, ma a farla da padrone è una latente accondiscendenza verso i propri limiti. Il riscontro popolare delle iniziative di Corinna e la gioia con cui uomini e donne di ogni età hanno dato sfogo al loro desiderio di imparare, sono dei punti fermi che devono fornire l’occasione per riappropriarci dell’importanza di poter contare su una solida istruzione.

LE PRIME TAPPE
Corinna Testi nasce a Budrio il 5 dicembre 1872. I genitori, Guglielmo ed Enrica Boari, assecondano sin dall’infanzia la predisposizione della figlia per lo studio. In particolare l’impegno civile del padre – mazziniano e per lungo tempo presidente della Società Liberale Budriese – offre un esempio a Corinna, che inizia a nutrire la propria volontà di incidere sulla realtà circostante.
Nel 1892, a soli vent’anni, la Testi collabora alla fondazione dell’Asilo Infantile per i figli dei lavoratori e ne diviene la prima direttrice. Dal 1893 al 1895, la giovane budriese è impegnata nella catalogazione dei volumi della Biblioteca Civica del Comune. Questa ammirevole impresa pone le basi di una completa rivalutazione culturale: i libri, posti al centro della scena sociale, svolgono una incomparabile funzione aggregante. Numerosi incontri di lettura e riflessione accrescono le conoscenze letterarie e storiche degli abitanti, che si trovano nella migliore condizione per riscoprire anche le antiche tradizioni del loro paese. In quegli stessi anni, Corinna crea un’Università Popolare, che in breve tempo assume i connotati di vero punto di riferimento della vita intellettuale budriese.

LA PARTENZA E IL RITORNO
All’inizio del 1900 la signora Testi sceglie di seguire ad Udine il marito Garibaldo Giuseppe Pescatori, professore di Lettere Classiche. Il distacco dal paese natale è doloroso, ma Corinna decide di dare la priorità al suo ruolo di madre e moglie. Nel 1907 Garibaldo muore e la nostra conterranea rimane vedova all’età di trentacinque anni e, dopo l’esperienza come insegnate di musica e canto corale nella Scuola Normale di San Pietro al Natisone, torna stabilmente a Budrio con i due figli. Corinna riprende subito l’attività all’interno della Sezione Femminile della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Miglioramento e, grazie al suo entusiasmo, viene attivato un laboratorio di maglieria a macchina, che produrrà i guadagni fondamentali per istituire una pensione per le socie anziane.

LA SCUOLA DI DISEGNO
All’inizio degli anni Venti, attraverso il sostegno della Società Operaia Femminile, si concretizza uno dei più grandi sogni della Testi: la Scuola di Disegno applicato alle Arti e ai Mestieri. La scuola – tesa ad offrire un’istruzione professionale, rendendo fruibili anche molteplici conoscenze a persone quotidianamente impegnate dal lavoro – incarna tutti gli auspici della sua fondatrice. Il programma della neonata istituzione si svolge durante le ore serali. Le lezioni spaziano dal disegno applicato alla cultura generale. Il presidente Augusto Majani (Nasica), preparati insegnanti bolognesi, artisti vicini ad Alfonso Rubiani – tra cui Aldrovandi e Simoncini – e il budriese Giovanni Venturoli insegnano nella Scuola, contribuendo all’unicità di questa iniziativa. La presenza di tanti studenti conferma la diffusa volontà di apprendere da parte degli abitanti di Budrio, che comprendono l’importanza dell’affinamento delle proprie capacità come mezzo per realizzarsi in modo completo e soddisfacente. Ragazzi e ragazze, spesso escluse dall’istruzione, sviluppano delle solide abilità artigianali, riscuotendo il plauso unanime dei compaesani. Nel 1925 la Scuola serale di Disegno riceve un prestigioso riconoscimento alla Mostra Nazionale Didattica di Firenze. Le lezioni, rigorosamente gratuite, proseguono fino al 1927, ma il ricordo dell’avventura promossa da Corinna Testi è parte integrante della storia di Budrio.

IL GINNASIO
Negli stessi anni Corinna, segretaria del Liceo-Ginnasio Galvani di Bologna, svolge una funzione basilare nella nascita del Ginnasio Filopanti di Budrio. Il ginnasio inferiore è il risultato della comunione di intenti di un gruppo di professionisti, commercianti e cittadini budriesi. Il punto di riferimento organizzativo è il dottor Giuseppe Gnudi (farmacista), che riesce ad interpretare la volontà dei compaesani più abbienti. Per evitare che i figli fossero obbligati ad andare a scuola a Bologna, perdendo molto tempo, nel 1925 si realizza l’idea della creazione del ginnasio inferiore. La signora Testi riceve l’incarico di scegliere i professori adatti, fornendo anche delle indicazioni per il buon andamento della scuola. Il costo annuale della retta rappresenta un ostacolo per i figli di famiglie non agiate. Corinna, forte della sua esperienza, riesce a riservarsi il diritto di segnalare dei giovani budriesi particolarmente portati per lo studio. Tra i primi tre ragazzi c’è Fedora Servetti Donati: «Ero io [Fedora] pure di quei tre, tutti lodevolmente laureati: Maria Pia Bovoli, in chimica-farmacia, barbaramente uccisa nel 1945; Pierino Federici, avvocato, morto nel 1964, ed io, laureata in lettere classiche, ancora qui, a ricordare, con gratitudine, quell’iniziale dono grandissimo che mi permise gli amati studi». Ogni anno gli studenti del Ginnasio Filopanti si recano al Galvani per sostenere l’esame di ammissione alla classe superiore. Al termine del biennio budriese, i giovani sono accolti dal Liceo-Ginnasio di Bologna, che li avrebbe condotti fino alla maturità.

L’ULTIMO REGALO A BUDRIO
Corinna – impegnata come scrittrice di favole poetiche per ragazzi, tra cui non si possono dimenticare Gino e Mimì e Fata Regina – continua la propria missione culturale, avviando una ricerca sulle opere d’arte presenti nel territorio budriese. L’indagine, condotta a sue spese, viene affidata dalla stessa Testi ad Heinrich Bodmer, studioso e critico d’arte, già direttore dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte di Firenze. Bodmer soggiorna spesso a Budrio negli anni 1939, 1940, 1941 e compie scrupolosi sopralluoghi negli edifici civili, nelle chiese, negli oratori e nelle ville con lo scopo ben chiaro di comporre una monografia relativa alle opere d’arte budriesi.

La IIª Guerra Mondiale complica la situazione, ma non impedisce allo studioso di portare a termine la ricerca. Purtroppo, alla fine del 1942, Bodmer è costretto a tornare in Svizzera a causa di una grave malattia. In pochi mesi il critico d’arte muore, ma la moglie sceglie di donare ugualmente lo scritto del marito al Comune di Budrio (oggi conservato nell’Archivio Storico).
Corinna Testi non cessa di alimentare la tensione verso la conoscenza degli amati compaesani fino all’ultimo giorno della sua vita: l’11 marzo 1953.

Ringrazio Giovanna Mengoli, Malva Miccoli ed Ezio Venturoli.

Leonardo Arrighi

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.