Armando Testoni, imprenditore budriese lungimirante

21 febbraio, 2014

Nel 2004 il Premio Città di Budrio veniva assegnato all’ingegner Armando Testoni. A 10 anni di distanza è importante ripercorrere l’avventura imprenditoriale di Testoni: inventore della prima scavabietole italiana e capace di apportare notevoli progressi anche al modello tedesco (unico esistente a livello mondiale in quel periodo). La volontà di cercare sempre nuove soluzioni ai vari problemi, la dedizione al lavoro e l’umiltà nel rapporto con gli uomini della sua azienda sono qualità che hanno contraddistinto l’esistenza di Armando Testoni, che può certamente offrirci un esempio da cui trarre ispirazione.

UN BAMBINO CURIOSO
Armando Testoni nasce a Granarolo nel 1920. Già in tenera età dimostra una fervida immaginazione ben supportata da una insaziabile curiosità. Armando tenta in ogni modo di comprendere ciò che lo circonda, senza accontentarsi di spiegazioni banali. La scelta della Facoltà di Ingegneria è la logica conseguenza della passione coltivata fin da piccolo. Al termine della IIª Guerra Mondiale, Testoni si Laurea all’Università di Bologna e realizza uno dei suoi primi desideri.
L’intraprendenza del neolaureato deve però fare i conti con una nazione fortemente lacerata dal recente conflitto. La ricostruzione italiana è lenta e complessa: le fabbriche distrutte, le città dilaniate e le campagne quasi irriconoscibili non danno spazio alla speranza. Testoni non si lascia sopraffare dallo sconforto, tentando di trovare il proprio ruolo in quel drammatico contesto. Armando, spinto anche dall’impossibilità di essere assunto in qualche azienda, decide di diventare imprenditore e di iniziare a progettare i suoi primi mezzi agricoli.

L’INIZIO DELL’ATTIVITÀ
Nel 1949 Testoni, insieme a Walter Brighenti, fonda (a Maddalena di Cazzano) la sua prima società: Brighenti Ingg. Testoni. La prima realizzazione è una splendida carioca (semovente costruita con parti dei mezzi meccanici lasciati in Italia dagli angloamericani). Nel 1951 nasce il trattore Airone – uno dei primissimi a gasolio – fonte di grandi riconoscimenti alla prestigiosa Fiera di Verona dello stesso anno. La scarsa sicurezza economica e l’allettante prospettiva di un incarico come dipendente statale, spingono Brighenti a sciogliere la società, lasciando Testoni in una situazione molto rischiosa. Nel 1952 il budriese Francesco Martelli decide di vendere la sua azienda di autotrasporti, investendo su questo giovane di indubbio talento. La società Ing. Testoni & Martelli si stabilisce a Budrio e decolla rapidamente: già l’anno successivo vede la luce il Campagnolo, un trattore costruito con pezzi di nuova generazione ed alimentato a gasolio. Il mezzo prodotto è di grande qualità, ma il problema principale rimane la difficoltà nella vendita del nuovo trattore. Le giornate di Armando sono estenuanti: durante il giorno, senza orari prestabiliti, progetta e si occupa della produzione nell’azienda e dopo cena, spesso fino a notte fonda, monta in sella alla sua fedele Lambretta e si presenta nelle abitazioni dei possibili acquirenti. Gli agricoltori, sfiancati dal lavoro nei campi, non sono sempre ben disposti verso il tenace intruso. Testoni sfodera però tutto il suo entusiasmo, riuscendo a contagiare anche i contadini più conservatori. Nel giro di dieci anni la Ing. Testoni & Martelli produce più di trecento Campagnolo, mettendo in serio pericolo il dominio della Fiat che – dopo essere stata superata nelle vendite – convoca tutti i suoi venditori, imponendogli di abbassare slealmente i prezzi pur di contrastare il rivale.

L’INVENZIONE DELLA SCAVABIETOLE
Nei primi anni ’60, a causa della scorretta concorrenza di alcune potenti aziende nazionale ed internazionali, la costruzione del Campagnolo diventa più difficile e nel 1963 la Ing. Testoni & Martelli sospende la produzione dei trattori. In questo frangente si verifica la grande svolta: Armando inventa la prima scavabietole italiana, apportando innovativi miglioramenti tecnici anche al progetto tedesco (unico al mondo prima di quello di Testoni). La prodigiosa macchina viene chiamata Bietol Unik per rendere omaggio ai numerosi viaggi spaziali condotti sulle navicelle sovietiche Lunik. Il nome, come l’invenzione, è geniale: in breve tempo la scavabietole dell’Ingegnere diventa, nel linguaggio quotidiano, L’Unik. I risultati sono subito sorprendenti: per alcuni anni consecutivi la produzione dei Bietol Unik supera le cento unità e Armando deposita numerosi brevetti. La scavabietole, inizialmente in versione trainata, diventa semovente e tra il 1965 e il 1975 la Ing. Testoni & Martelli rimane il punto di riferimento nazionale per la realizzazione delle scavabietole. Gli ottimi traguardi ottenuti permettono il tanto sospirato cambio di sede dell’azienda di via Benni a via Certani.

IL CONSOLIDAMENTO DELL’ATTIVITÀ
Nei primi anni ’70 iniziano le collaborazioni con alcune industrie. In particolare si intensificano i rapporti con la Ingersoll Rand (multinazionale USA) e la Mannesmann Demag (multinazionale tedesca). La Ing. Testoni & Martelli avvia la produzione di sottocarri cingolati, riduttori, cilindri idraulici per la Ingersoll Rand; per la Mannesmann Demag comincia a costruire macchine per la perforazione impiegate per l’estrazione dell’oro, dell’acqua, del carbone e per la costruzione di gallerie, strade, ferrovie e metropolitane. Nel 1972 muore Francesco Martelli a cui subentra il figlio Vittorio. Nel 1980 Testoni resta l’unico titolare dell’impresa, che diventa la Meccanica Ing. Testoni. L’azienda budriese si impone per la qualità delle sue produzioni. Nel 1987 l’Atlas Copco (multinazionale svedese) commissiona alla Meccanica Ing. Testoni una nuova macchina per eseguire sondaggi, carotaggi e perforazioni di consolidamento mediante palificazioni. I primi anni ’90 sono segnati da una forte crisi, che mette a repentaglio l’attività di Armando. L’Ingegnere non si scoraggia e riesce a mantenere unita l’azienda, restando fedele ai suoi principi, fino al giorno della propria morte: il 20 novembre 2005.

UNA LEZIONE SENZA TEMPO
L’intelligenza e l’umanità di Armando Testoni hanno dato vita ad una esperienza imprenditoriale ricca di molti insegnamenti. Per l’Ingegnere non esistevano i dipendenti, ma i colleghi. La capacità di coinvolgere tutti i membri dell’azienda, facendoli sentire parte integrante dei suoi progetti, ha posto le basi della creazione di un forte spirito famigliare. Rimanere sul mercato per più di mezzo secolo significa doversi confrontare con frequenti sconvolgimenti. I momenti esaltanti sono spesso interrotti da crisi difficili da superare. Armando Testoni nei periodi più drammatici (in particolare negli anni ’90) è riuscito a non fare prevalere lo sconforto, rifiutando di percorrere delle effimere scorciatoie. Non aver mai licenziato nessuno e non essere mai ricorso alla cassa integrazione sono due risultati che incorniciano i primati professionali dell’ingegner Testoni: progettista illuminato ed imprenditore lungimirante.

Ringrazio Malva Miccoli ed Ezio Venturoli.

Leonardo Arrighi

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