Non chiamatela “ghigliottina”. Il PD e l’anatema contro “Noi per Grillo”

25 marzo, 2014

“Improprio e falso definire questa operazione come ghigliottina”. Il Partito Democratico non ci sta a far passare la proposta di modifica del regolamento comunale con il termine coniato per la presidente della Camera Laura Boldrini. Poi la retromarcia: “No alla discussione in consiglio solo se è d’accordo la commissione all’unanimità”.

IL CASO
Hanno sollevato un polverone le proposte di modifica al regolamento del consiglio comunale. La bozza di normativa prevede la possibilità di escludere la discussione in aula per gli oggetti di deliberazione già esaminati e sottoposti al voto della commissione consiliare. In pratica il Partito Democratico di Budrio, che ha la maggioranza nelle commissioni, se la bozza non cambierà, potrà ritenere che per determinati argomenti sia sufficiente solo la dichiarazione di voto in aula. Niente più discussione aperta, con i consiglieri comunali a cui verrebbe negato il diritto di intervento. La pratica di negare la discussione, già battezzata “ghigliottina” dopo la decisione della presidente della camera Laura Boldrini, aveva, nei giorni scosi, sollevato le critiche del Movimento 5 Stelle che, per bocca del capogruppo Antonio Giacon, aveva denunciato la questione sul blog locale.

LA RETROMARCIA. PD: “SERVIRA’ UNANIMITA’ COMMISSIONE”
Ma il Partito Democratico, con un commento pubblicato online, ha respinto ogni riferimento alla pratica nazionale. “La proposta del gruppo consigliare PD-Budrio Bene Comune non ha niente a che fare con la ghigliottina applicata alla Camera dei Deputati”. E rincara: “La ghigliottina è un famoso gioco televisivo a quiz in onda tutte le sere, ed è forse a questo gradevole passatempo a cui fanno riferimento gli oppositori di “Noi per Grillo”, perché risulterebbero davvero poco comprensibili altri riferimenti”. Termine al quale ha risposto il presidente di NOI per Budrio Enrico Buccheri: “Dopo 20 anni di “Noi per Silvio” era ora che i sinistri si inventassero qualcos’altro”.
Poi il chiarimento del PD: “Per gli argomenti trattati in modo esaustivo e completo nelle commissioni e solo con l’unanimità della Commissione, si potrà procedere in Consiglio comunale, senza ulteriore e ripetitiva discussione, al solo voto di approvazione; lo scopo di questa presunta “ghigliottina” è quello di dare valore al ruolo delle Commissioni evitando così inutili ripetizioni di dibattiti già avvenuti”.

MAZZANTI: “DISPIACE VEDERE IRONIA, PROVIAMO A FARE TESTO CONDIVISO”
“Dispiace vedere ironia gratuita e informazioni inesatte date dal PD”. Per Maurizio Mazzanti, capogruppo NOI per Budrio, “così come precisa la capogruppo Simona Rossi nella mail ai capigruppo del 6 giugno 2013, la valutazione da parte della Commissione richiedeva una maggioranza e non l’unanimità”.
“Proviamo a condividere un testo – ha concluso – che non limiti i diritti delle minoranze, perché ricordo solo che il regolamento comunale dura oltre la legislatura e deve tutelare anche le minoranze di domani, che non necessariamente sono quelle di oggi”.

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6 Commenti


  1. http://www.budrionext.it/?p=13224#comment-28549

    Qui, il sig. Bonfiglioli è stato molto chiaro. Come anche poco sopra il sig. Carlotti. Per cui, io, già ora non capisco cosa si voti in Commissione. E se non è previsto si voti, mi chiedo quanti atti illegali siano già stati compiuti. Ma può essere mi sbagli, se qualcuno volesse illuminarmi gliene sarei grato.

    Quando invece avessi ragione, tutta questa attività del PD non è altro che la prosecuzione del loro essere: un pessimo rimestare nel fango (di un biodigestore?) per loro o di altri tornaconto. E non è una novità che le Commissioni vengano stravolte nel loro essere dal PD: si ri-pensi a quale porcata fece la Pierini & C. ad una certa Commissione di Vigilanza e Controllo di poco più di un anno fa…

  2. Per onor di verità faccio sommessamente presente che delle commissioni consigliari comunale fanno parte i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, che sono stati eletti dal popolo.Pertanto, caro Marco,il sig.Bonfiglioli dice un’inesattezza.Per quanto riguarda poi il consiglio comunale,funge da parlamento locale che è l’unico luogo deputato alla discussione e votazione a maggioranza per le iniziative amministrative della giunta che per legge debbono essere sottoposte al voto consigliare.

    • Ecco… grazie Beppe. Prendiamo nota dell’inesattezza del sig. Bonfiglioli che, rispetto al fulcro della questione, credo che onestamente si possa considerare marginale per quanto non di poca importanza.

      Dunque, perchè mai la Pierini & C. vuole far fare ad un Organo qualcosa che non gli compete?
      Pensate male e ci prenderete.

      Di fatto si può suggerire ai sigg. di BudrioBeneComune (cambiate una lettera, una sola, e vi fate un sacco di risate! LOL) che se proprio tengono a Consigli più spicci possono dare PER PRIMI (è così che si fa) il loro contributo imparando a TWITTARE in Consiglio, anzichè prendere la parola per minuti e minuti e minuti… sono sicuro che il sig. Pierini in questo sarà bravissimo così come lo nei selfie! E così anch’io riuscirò a guardarmi un Consiglio dall’inizio alla fine senza morire di noia ….

      • Andrea Bonfiglioli

        Le commissioni sono composte da persone elette all’interno del consiglio comunale (ovvero i consiglieri comunali), che è vero, sono eletti dal popolo, ma per essere parte del consiglio comunale, non di una commissione, tanto è vero che, se l’amministrazione lo volesse, potrebbe anche decidere di non istituire le commissioni, lasciando tutto lo sviluppo degli argomenti trattati in commissione all’interno delle sedute di consiglio comunale. Ad es. il sindaco Sermenghi di Castenaso ha più volte detto pubblicamente che se fosse per lui le commissioni non le farebbe e tratterebbe tutto in consiglio comunale (per perseguire ulteriori tagli alle spese – tutti gli altri non si sono mai dimostrati d’accordo quindi non se ne è mai fatto nulla). Il motivo per cui vengono istituite le commissioni è perchè gli argomenti vengono sviscerati con domande ad libitum da parte di tutti i commissari che le vogliano fare, limitando notevolmente così la durata del consiglio comunale, e così essendo tutti i gruppi rappresentati, ognuno riferisce all’interno del gruppo e normalmente in consiglio le idee sono già chiare e si effettuano interventi politici, cercando di convincere o dissuadere gli altri circa le proprie argomentazioni, ma se un consigliere in consiglio comunale volesse fare domande all’assessore competente, ne ha assoluta facoltà, non esiste che un argomento trattato in commissione non possa più essere richiesto di spiegazioni o dibattuto in consiglio.
        Vedete, il consigliere comunale eletto come commissario in una commissione consigliare è come l’onorevole eletto a ministro, nessuno lo ha eletto ministro (del popolo intendo), per cui sarebbe come che il governo decidesse che le cose dibattute in consiglio dei ministri fosse sottoposto al voto in parlamento senza discussione parlamentare.
        E’ la stessa cosa, pensateci e mi darete ragione.

        • Bonfiglioli,con tutta la buona volontà non seguendola,non riesco a darle ragione.Lei, mi permetta, fà troppa confusione.Da chi sono composte le commissioni di camera e senato da deputati e senatori o da chiunque ne voglia far parte? Mentre un ministro può essere tale senza passare per la fase elettiva, nelle commissioni accedono solo eletti.

          • Andrea Bonfiglioli

            Beppe, le commissioni non hanno potere deliberatvo, solo consultivo (cioè i commissari possono fare tutte le domande che credono per informarsi sull’argomento discusso, in modo tale da riferire al proprio gruppo e avere le idee chiare sulla strategia da seguire in consiglio comunale quando l’argomento viene portato per essere votato), ma lo ripeto non possono decidere nulla, nemmeno quindi di non far discutere il punto in consiglio comunale; è come, lo ripeto, che un argomento non venisse discusso in parlamento ma solo votato perchè lo si è discusso già separatamente. E’ un problema di democrazia, se non riesce a seguirmi, pazienza, è un problema suo: il popolo ha eletto il consiglio comunale, il parlamento, non le commissioni, che sono organi nominati (non eletti, mi segue sulla differenza?) e addirittura, lo ripeto, non vi è neppure l’obbligo formale di istituirle: se c’è la volonta ferrea da parte dell’amministrazione (cioè del sindaco) di non istituirle, è possibile non istituirle (non accadrà mai, perchè altrimenti i tempi del consiglio comunale si dilaterebbero tantissimo – esempio pratico: a Budrio vi sono sei commissioni, se prima di ogni consiglio vengono convocate per discutere preliminarmente i vari punti e ognuna di esse dura diciamo un’oretta, ecco che un’ora per sei fanno sei ore di consiglio comunale in più, chiaro? mi segue?).

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