E’ rischio dissesto finanziario per la società patrimoniale del Comune di Budrio. La tensione è salita in queste settimane dopo la proposta di ristrutturazione chiesta dal Sindaco (martedì al voto). Opposizioni: “E’ un disastro”. Budrio Bene Comune: “Si sta solo aggiustando ciò che non funziona più”. In Senato Lo Giudice (PD) chiede più soldi per Budrio.
IL COMUNE NON RIESCE A PAGARE I DEBITI
La società patrimoniale S.T.E.P fu creata nel 2008 durante il mandato di Carlo Castelli, e a questa fu demandata la gestione di gran parte delle attività comunali, quali la cura del verde, delle strade, degli edifici, e della gestione di nuovi investimenti. Lo scopo era quello di poter gestire con più flessibilità le attività in questione, senza ricadere nei vincoli tipici di un ente pubblico. Ma da quando S.T.E.P ha preso vita, gli interrogativi su come vengano gestite finanziariamente queste attività sono stati all’ordine del giorno, tanto da aver più volte portato le opposizioni budriesi a sollevare richieste di chiarimenti. Fino a queste ultime settimane, quando la notizia di una pesante tensione finanziaria di S.T.E.P è stata confermata dalla proposta di ristrutturazione della società da parte del Comune. S.T.E.P rischia il dissesto finanziario, in quanto il suo unico socio, il Comune di Budrio, non paga i debiti perchè non riesce a pagarli. Sono 3,2 milioni di euro la cifra che manca all’appello nelle casse della società e alla quale il sindaco Giulio Pierini non riesce a mettere una pezza.
IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
Salvare la S.T.E.P per salvare il Comune di Budrio. Martedì sera in consiglio comunale il sindaco Giulio Pierini chiederà il voto ai consiglieri per dar seguito a un piano di ristrutturazione della società. L’obbiettivo è quello di riuscire a trovare un nuovo socio privato che subentri e la rifinanzi. Per farlo, il piano prevede una rinegoziazione dei mutui con le banche creditrici, fino al 2030, per poter dare garanzie di efficienza al nuovo investitore che, secondo le voci più attente, potrebbe essere nientemeno che HERA, la società che gestisce la raccolta differenziata a Budrio. Ristrutturazione o no, quello che è chiaro è che S.T.E.P. si trova in una tensione finanziaria da brivido, che getta sul Comune di Budrio pesanti conseguenze, che non saranno così semplici da risolvere.
OPPOSIZIONI: “E’ UN DISASTRO”
A dare l’allarme sono state le opposizioni. “Siamo alla canna del gas – scrive su Facebook il capogruppo di NOI per Budrio Maurizio Mazzanti – e oltre alla responsabilità di chi ha creato questa situazione, in primis il Sindaco Giulio Pierini, che da sette anni è assessore al bilancio, ci sarà quella di chi, con il proprio voto, non fermerà questo disastro”. I grillini ricapitolano la questione in un opuscolo che hanno distribuito ieri mattina per le vie del centro: “Manutenzione del nostro territorio, come la cura del verde, delle strade, degli edifici, e la gestione di nuovi investimenti. Guardatevi intorno – chiedono ai cittadini – strade, parchi, cimiteri, scuole, edifici comunali, parcheggi, impianti sportivi, Torri dell’Acqua. Solamente il 40% di quello che vedete è stato pagato. Ora però arriva il conto da pagare, che sarà salatissimo e graverà sulle tasche dei budriesi fino al 2030. Questo piano di ristrutturazione è inaccettabile”.
BUDRIO BENE COMUNE: “RICOSTRUZIONI FANTASIOSE”
“I nostri sono fatti concreti, a fronte delle solite polemiche prive di proposta”. Così si legge sul volantino che ieri è stato distribuito per le vie del centro per conto della coalizione Budrio Bene Comune. “Non si sa compiendo nessun disastro – si legge ancora – semmai si sta aggiustando ciò che non funziona più e questo dovrebbe essere un elemento di soddisfazione, non di polemica”.
IL CASO BUDRIO ARRIVA IN SENATO. LO GIUDICE (PD) AL GOVERNO CHIEDE PIU’ SOLDI PER BUDRIO
Ci ha provato il senatore del PD Sergio Lo Giudice (PD) a garantire più fondi al nostro paese, grazie a una interrogazione presentata al governo. “Considerato che al Comune di Budrio – si legge – è stata assegnata una quota di Fondo di solidarietà comunale per 2013 di 34.343,12 euro, una cifra inferiore ad altri Comuni dello stesso territorio, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga di valutarne una possibile diversa consistenza”.
Due anni fa abbiamo rotto la coalizione di centro-sinistra e uno delle divergenze principali era proprio la Step, perché era ormai evidente che non avrebbe potuto reggere, ma Castelli e Pierini non hanno voluto tenere minimamente in considerazione le nostre preoccupazioni.
Oggi la Step ha debiti per 11.230.830 euro, di cui 2.147.697 verso i fornitori, 3.527.112 verso le banche e 5.483.264 verso il Comune di Budrio (per il finanziamento che dovrà restituire alla fine del 2018). L’unico cliente della Step è il Comune di Budrio (che è anche il suo unico socio). La Step deve ancora emettere per il 2013 fatture per 3.260.530 al suo unico cliente (sempre il Comune di Budrio), che purtroppo non è in grado di pagare. In questo modo la Step è andata in sofferenza e se non viene trovata la soluzione potete immaginare l’epilogo. Allora il Comune ha incaricato una Società di consulenza per elaborare un piano di ristrutturazione. Non ho il costo esatto di questa consulenza, pare sui 19 mila euro. Il risultato è strabiliante e in effetti non ci saremmo mai arrivati da soli: rinegoziare i mutui con le banche fino al 2030, mentre i fornitori aspetteranno (speriamo un po’ meno).
Per il resto nessuna ristrutturazione operativa della Step, in vista di un futuro (ma che non viene considerato nello studio) ingresso di un socio privato.
Immaginate quale socio entrerà in una società che non ha entrate autonome, se non un socio di salvataggio politico, che ragionevolmente dovrà trasformare la Step in qualcos’altro che non ha niente a che vedere con gli interessi di Budrio.
Allora, visto che la Step ha effettuato unicamente lavori per conto del Comune di Budrio (investimenti e manutenzioni) necessariamente messi a bilancio (cioè con copertura di spesa garantita) viene da chiedersi come sia stato possibile arrivare a questo punto, ossia che il Comune non riesca a pagare costi per investimenti messi a bilancio. Siamo alla canna del gas e oltre alla responsabilità di chi ha creato questa situazione, in primis il Sindaco Giulio Pierini, che da sette anni è assessore al bilancio, ci sarà quella di chi, con il proprio voto, non fermerà questo disastro ormai sotto gli occhi di tutti e che noi abbiamo visto ed evidenziato già due anni fa. Non è forse arrivato il momento di fermarsi?
E se per caso qualcuno volesse contestare le mie affermazioni, lo faccia coi numeri (in euro) e non con la demagogia.
Ho letto infatti attentamente il volantino della coalizione Budrio Bene Comune distribuito domenica in paese e mi chiedo due cose. La prima è solo la curiosità di sapere come fa la coalizione ad avere i dati dell’indebitamento (da mutui, sottolineo) del 2013 con il bilancio consuntivo ancora da fare e tanto meno quelli del 2014, dove non c’è nemmeno il bilancio previsionale, essendo il Comune in esercizio provvisorio. La seconda, più preoccupante, come fa Budrio Bene Comune a confondere i debiti da mutui (il fatto che stiano calando va anche visto come non si investa più a Budrio in nuove opere) con le rate dei canoni che il Comune NON riesce a pagare (3,2 milioni di euro ancora da fatturare e pagare alla Step). Questi 3,2 milioni di euro dove li iscriviamo? Nella salvaguardia di novembre non se ne fa menzione quindi risultano essere “pagabili”. Ma così non sembra. Lo chiariremo martedì sera in Consiglio comunale.
Maurizio Mazzanti
NOI per Budrio
Purtroppo continua la NON informazione del Sindaco e della sua giunta. Chi spera che questi dati vengano discussi, o che il problema venga portato a confronto in consiglio comunale spera vanamente. Oramai siamo abituati alla completa disinformazione o a una informazione manipolata da chi governa e da chi ha governato questo Comune.
Fortunatamente abbiamo altri canali di informazione, compreso questo sito.
L’attuale sindaco mi pare fosse assessore al bilancio nell’amministrazione precedente. Quella del debito facile. O sbaglio? Oltre alle generiche ed astruse formule di artigianeria finanziaria, ha nulla da dire sul suo operato’ (suo inteso nel senso personale)? E non sarebbe opportuno che cambiasse elegantemente mestiere?
Sarebbe, e sottolineo “sarebbe”, interessante capire:
1) da quando è cosa sana far entrare un privato nella “res pubblica” e
2) quel “ciò che non funziona più” quando e se ha mai funzionato, sempre che il suo funzionare non fosse altro che produrre debito.
Ad ogni buon conto non si può non notare che tanto il punto 1) che il punto 2) denunciano un totale fallimento di chi amministrava. Stiamo parlando del PD?