Fino agli anni ’60 era attiva una ferrovia tra Budrio e Massalombarda che consentiva il collegamento diretto di Ravenna con Bologna. Fu smantellata in un periodo il cui il trasporto ferroviario veniva sostituito dal traffico automobilistico, ma il sedime è rimasto terreno demaniale. “Da alcuni anni – sostiene Legambiente – si parla di una riattivazione della linea e alcuni studi commissionati dalla Regione Emilia-Romagna dimostrano la fattibilità, prima di tutto economica, del progetto.
“Nel frattempo però i Comuni – sostiene Legambiente – nonostante continuino a inserire la riattivazione delle linea nei loro strumenti di pianificazione territoriale, hanno occupato parti del vecchio tracciato con opere varie e costruzioni, addirittura con una scuola. Legambiente Imola Medicina e Bassa Romagna hanno documentato lo stato di abbandono della ex ferrovia, sollecitando la riattivazione di un tracciato ferroviario che potrebbe realizzare un efficiente collegamento tra Ravenna e Bologna, togliendo molto traffico (e molto inquinamento) dalle strade”.
“Il ripristino della linea ferroviaria – ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente di Legambiente Bassa Romagna – è non solo fattibile, ma anche auspicabile in quanto permetterebbe di spostare migliaia di viaggiatori dalla “gomma” al “ferro” con gli evidenti vantaggi ambientali e di tempi di percorrenza. Si tratta di trovare le risorse necessarie per la realizzazione di quest’opera, invertendo il trend attuale che vede la “mobilità sostenibile” rivestire il ruolo di Cenerentola a fianco delle “sorellastre”, strade ed autostrade, a cui vanno la gran parte dei finanziamenti pubblici”.
“Uno studio di fattibilità condotto nel 2003 dalla società METIS, per conto della Regione Emilia-Romagna e delle Province di Bologna e di Ravenna concluse infatti che l’ex percorso ferroviario presenta alcuni requisiti fondamentali capaci di apportare motivazioni concrete all’attuabilità del progetto. Binari e massicciata facilmente ricostruibili: il tracciato su cui sorgevano un tempo si presenta sempre ben visibile e rintracciabile e soprattutto ancora (nel 2003) del tutto sgombro; Fabbricati di stazioni, caselli e case cantoniere: tutti esistenti, anche se alcuni in pessime condizioni; Bacino d’utenza rilevante: ipotizzando come scenario di ripristino Budrio-Ravenna (linea Bologna-Budrio-Ravenna) si assisterebbe ad una importante migrazione dal trasporto su gomma (automobili ed autolinee) a quello su rotaia, maggiori vantaggi ambientali, con una riduzione delle emissioni di CO2 annue stimate attorno alle 2200 tonnellate; vantaggi economico-pratici per i pendolari: riduzione dei costi e dei tempi di percorrenza. Nonostante i Comuni continuino a prevedere la riattivazione della linea nei propri strumenti di pianificazione, negli ultimi anni hanno però iniziato a costruire opere stradali, parcheggi, e addirittura una scuola sul vecchio tracciato, rendendo in tal modo più difficile una futura riattivazione della linea, soprattutto a ridosso dei centri abitati di Villa Fontana e Medicina”.
Sono pienamente d’ accordo specialmente ora che siamo in un periodo di crisi e la benzina ormai è arrivata aprezzi proibitivi..
di ciò se ne avvantaggerebbe anche il turismo.. un alternativa ferroviaria all’ adriatica per andare al mare..
Sono pienamento d’accordo a patto che si renda più rapido il collegamento Ravenna-Bologna senza coincindenze.Ravenna città portuale e turistica sui collegamenti ferroviari e stradali rappresenta la cenerentola di tutta la Regione.C’è spazio per migliorare.
Concordo in pieno.
Tutte le istituzioni interessate dovrebbero attivarsi per ampliare e migliorare i servizi di trasporto pubblico, in particolare su rotaia. Un paese si dimostra civile se consente a tutti di potersi muovere liberamente, pur essendo sprovvisti di auto. Occorre concentrare le risorse pubbliche nel settore dei trasporti puliti e sicuri, per dare un contributo alla qualità dell’ambiente, alla comodità dei cittadini ed al benessere economico.