di Giovanni Chessa
A proposito dell’articolo apparso su Budrio Next del 16 maggio riguardante il premio di Federculture ottenuto dalle Torri dell’Acqua, vorrei, quale responsabile della programmazione artistica, soffermarmi sulla frase che indica come ci sia a Budrio chi ritiene le proposte culturali destinate solo a una ristretta “élite” di appassionati.
Forse molti non sanno – o per pregiudizio o perché non hanno mai partecipato ad alcuna iniziativa delle Torri dell’Acqua (specialmente musicali) – che questa ristretta “élite” di appassionati è per lo più formata di budriesi che hanno scoperto il gusto della cultura non necessariamente legata alle tradizioni del territorio, accogliendo la sfida di non considerare acquisite e definitive le proprio conoscenze ma, al contrario di poter fruire di esperienze che il proprio vissuto non aveva permesso fino ad ora di conquistare. Con il privilegio ulteriore di poter godere del fatto che tali conoscenze vengano messe a disposizione con un serio supporto di guida, in un bellissimo ambiente e con una spesa minima.
Un’“élite” di persone di tutti i ceti sociali, di diversa estrazione culturale, di difformi scelte fatte nel corso della vita e unite solo dalla curiosità intelligente di allargare i propri confini di conoscenza e perfino di gusto. Sarebbe bello che i budriesi pregiudizialmente ostili alle Torri, venissero a constatare di persona come e con chi portiamo avanti i progetti che oggi sono stati giudicati meritevoli di un importante premio e potessero così condividere con noi la convinzione che le uniche élites di cui andare fieri sono quelle che si formano in itinere, partecipando, mettendo in discussione ed ampliando i traguardi di conoscenza già raggiunti e aiutando la comunità a procedere sempre di più nel cammino faticoso e gratificante verso le conquiste culturali ardue, ma alte.
Ritengo che questo, che è da sempre l’obiettivo qualificante degli Amici del Consorziale ( associazione che collabora con le Torri), dovrebbe essere accolto da tutti come una risorsa e non come un tentativo di esclusione. Il pubblico in crescita costante e l’affezione di chi ci segue dall’inizio della nostra storia sono la migliore dimostrazione che a Budrio di queste attività c’è una grande richiesta e che l’adesione ad esse è tutt’altro che elitaria nel senso indicato dall’articolo. Del resto basterebbe “provare” per convincersene. E’un invito a tutti.
Giovanni Chessa
Associazione Amici del Consorziale
Giovanni..tu hai ragione ma consentimi di dirti che comunque sempre di elite si tratta..e non può essere altrimenti visto che la capienza per i concerti o per altre iniziative non credo superi nella sala le 50 -60 persone..personalmente non piace la musica jazz e concertistica, quindi non partecipo, ma non discuto se altri vanno ai concerti..Io sono uno sportivo e quindi preferisco altri ambienti, che sicuramente sono più “rustici”.. E credimi che molti di quelli che frequentano la cosidetta “elite” sono contenti di esserlo considerati!!
Parlare di elitè a Budrio mi fa alquanto sorridere. ……
Forse non in questo campo, ma se non ci fosse élite a Budrio non ci sarebbe il sig. Pierini su quella sedia e noi non piangeremmo enne cose. Prima in testa l’ipocrisia che lui e tutta la & C. ostentano senza perdere un’occasione.
Il problema grosso è che ormai una elitè vera non esiste da nessuna parte e quella che viene scambiata per elitè altro non è che una massa di ripuliti che si atteggiano a intellettuali.
adesso uno che va ad ascoltare musica classica o jazz è un finto intellettuale di una finta elite…a vabbeh…tutti alla sagra della porchetta allora
E’ il luogo che per la sua esigua capienza (50/60 persone) fà un elite di coloro che amano o si avvicinano per la prima volta ad espressioni artistiche mai apprezzate prima.Che conta la” minima spesa”se volendo entrare trovo sempre tutto esaurito? Suvvia sig.Chessa far parte di un’elite non è un dramma, come non lo è per me che non ne faccio parte. Ringrazi e si rallegri pensando che le Torri dell’acqua sono state pagate da tutti i Budriesi, sopratutto da quelli che di solito non ne fanno uso.
Grazie Giovanni per questo lucido e rassicurante articolo. La cultura non costa niente se non apertura mentale. Tutto il resto sono scuse.
Voi fate cultura. E vi ringrazio per questo.
Oggi possiamo dirlo sig. Giovanni: ci teniamo le scuole all’inpiùomenocirca con tinteggiature ad opera di genitori volenterosi e le strade con delle gran buche fino a nuovo ordine (2015 SE VI SARANNO FONDI E NON ALTRE PRIORITA’) ma abbiamo il premio di Federcultura e le Torri dell’acqua. CHE FIGATA!
Ma c’è della coerenza in tutto ciò?
Sa cosa le dico da ex-musicante (suonavo in Banda io)? Che chi ama far musica non ha certo bisogno di sale di un certo tipo, anzi, niente ma proprio NIENTE di più bello di esibirsi in Piazza con la gente a 5 metri. Perchè quel Pubblico, se non gradisce, se ne va. In sala nelle Torri, per educazione e a volte anche per non far vedere ad altri, non ti alzi se non ti piace, se non alla fine, per non disturbare gli altri.