La triste e recente scomparsa del dottor Paolo, avvenuta il 23 marzo 2014, porta a riflettere sulla storia della famiglia Gnudi, che da più di un secolo è proprietaria dell’omonima farmacia budriese. La medicina, la scienza farmaceutica sono cambiate nel corso del tempo e con esse la professione del farmacista, che però resta legata ai valori fondanti sempre attuali.
L’ARRIVO A BUDRIO
La famiglia Gnudi lega il proprio nome a Budrio nel 1913, quando il dottor Giuseppe acquista, insieme al dottor Baruffi, la farmacia di proprietà del dottor Pietro Cogolli. Quest’ultimo, nato a Cento di Budrio nel 1882, è farmacista nel nostro comune dal 1907 al 1912 e riesce a creare attorno alla sua attività un vero centro culturale, di cui fanno parte molti budriesi che si ritrovano per discutere di letteratura, arte, storia e cultura generale. Cogolli, latinista e filologo oltre che farmacista, riveste un ruolo fondamentale perché, grazie all’immensa passione per la conoscenza, riesce ad abbattere gli steccati professionali, favorendo delle interazioni umane ricche di stimoli.
Giuseppe Gnudi – che dal 1915 diviene l’unico proprietario della farmacia posta sulla via Provinciale (oggi via Martiri Antifascisti, piazza Matteotti) – raccoglie il testimone del predecessore ed inizia l’attività di animatore culturale della vita budriese. Gnudi, nato nel 1877, si dimostra immediatamente un uomo eclettico: il sapere umanistico, la creatività e la fantasia sono capisaldi irrinunciabili per il farmacista, che all’estremo rigore scientifico abbina una spiccata sensibilità per l’essere umano, preso in esame nella sua irripetibile unicità. Lo stretto rapporto tra scienza e filosofia è ben chiaro a Giuseppe – inventore di una crema per la cura dei geloni – che si trova a proprio agio nei panni dello speziale, a cui è richiesta una notevole duttilità mentale.
LA PROFESSIONE ED IL CENACOLO
Il desiderio di svolgere al meglio la professione passa attraverso il profondo rispetto del tempo e del suo fluire. La pazienza scandisce i ritmi della vita, le giornate di lavoro si protraggono dalle sette alle ventitré, ma lasciano spazio alle riflessioni colte che si sublimano negli incontri serali del Cenacolo: definizione autoironica coniata dagli stessi componenti del gruppo di budriesi amanti della cultura e delle sue infinite sfaccettature. Durante queste riunioni Gnudi può manifestare a pieno la passione per le lingue classiche, parlate in maniera perfetta, e per la poesia di cui conosce bene la metrica. Il legame tra i vari membri del Cenacolo è corroborato dalla comune tensione verso il sapere, ritenuto consapevolmente un obiettivo irraggiungibile, ma con cui non si può fare a meno di dialogare.
Giuseppe non dimentica mai i propri doveri lavorativi e spesso si trattiene in farmacia anche durante la notte per preparare medicinali ed esaudire tutte le richieste. Il dottor Gnudi instaura un ottimo rapporto con i medici di Budrio, ricevendo attestati di stima anche da Benedetto Schiassi – primario chirurgo dell’ospedale Umberto e Margherita – che, in particolare per le malattie più gravi, invita i pazienti a rivolgersi a Giuseppe a cui viene riconosciuta una ammirevole precisione, ma soprattutto un forte legame con l’etica professionale, che lo porta a non dare nulla per scontato.
LA NASCITA DEL GINNASIO
Alla fine degli anni ’20, il farmacista budriese si distingue come promotore della creazione del ginnasio. Gnudi è conscio dell’importanza di una solida istruzione – che lui ha conseguito mediante grandi sacrifici dovuti alle precarie condizioni economiche della sua famiglia – e decide di finanziare in prima persona la nascita della nuova scuola. I vantaggi per i giovani studenti sono evidenti: la possibilità di evitare i disagi, le perdite di tempo dovute agli spostamenti fino a Bologna e l’occasione di poter studiare offerta anche a ragazzi privi delle risorse materiali necessarie, ma motivati e predisposti (tra cui non si può dimenticare Fedora Servetti Donati), sono risultati eccezionali.
Oltre alle lezioni del ginnasio, splendidamente organizzate da Corinna Testi Pescatori, nel 1932 a Budrio vede la luce la Schola Italica Lux et Ars – Sezione Quirico Filopanti, presieduta da Camilla Partengo, che si avvicina al nostro comune grazie all’amicizia stretta con Giuseppe Gnudi, conosciuto all’Università di Bologna.
LA FINE DI UN’EPOCA
L’inizio della IIª Guerra Mondiale rappresenta una insanabile frattura con l’epoca precedente. Le riunioni del Cenacolo diventano impraticabili, anche i pensieri sono appesantiti dai drammi bellici. Il farmacista continua ad interpretare il proprio mestiere come una missione, tentando di rendersi utile in ogni modo.
Nel 1947, all’età di settant’anni, Gnudi lascia l’attività alle figlie Marialuisa e Raffaella. Giuseppe si trasferisce nella villa di proprietà della moglie a Casaglia e lì trascorre diciotto anni fino alla morte, avvenuta il 16 marzo 1965. Le eredi proseguono nel solco tracciato dal padre e nel 1964 la titolarità della farmacia passa al figlio minore Paolo. Quest’ultimo, affiancato dalla moglie Paola Salutanzi (laureata in biologia e farmacia), si pone in evidenza per il forte senso del dovere: la responsabilità nei confronti dei malati è il punto fermo per esercitare al meglio una professione ricca di incognite. In questo periodo il farmacista crea ancora la maggior parte dei medicinali e non può prescindere dal possedere notevoli capacità artigianali, che Paolo manifesta anche attraverso la costruzione di giocattoli per i figli. Ben protetto da un contegno poco incline allo scherzo, si cela invece un uomo affettuoso, pieno di creatività, amante degli animali, soprattutto i cani, e attento lettore di libri di storia.
LA TRADIZIONE PROSEGUE
Nel 2001 Fabio Gnudi, figlio di Paolo, diventa titolare della farmacia e ben presto lo affianca (in associazione) la sorella Silvia, laureata in biologia e farmacia. Fabio è parte dell’attività di famiglia già dal 1984, pochi mesi dopo aver conseguito la laurea. Sin da bambino, il nipote di Giuseppe comprende di possedere un sincero amore per la professione che svolge da molti anni con grande dedizione.
Il ruolo del farmacista ha subito molte variazioni: pochissime medicine vengono ancora prodotte manualmente e il rapporto con i medici non è costantemente lineare. Gli spazi d’azione riservati al dottore in farmacia sembrano ridotti ai minimi termini, ma la realtà è diversa. L’etica, l’umiltà, la precisione ed il rispetto per il singolo individuo sono valori attualissimi, che possono essere applicati nell’analisi diretta dell’uomo malato, che deve trovare nel farmacista un prezioso alleato.
Ringrazio Fabio Gnudi, Silvia Gnudi, Maurizio Montanari e Fernando Pazzaglia.
Leonardo Arrighi
La Farmacia Gnudi è una realtà come poche, non sò come spiegarlo… Si avverte da subito la sincera volontà dello staff di aiutare il paziente, un modo di fare d’altri tempi, al contrario della media delle farmacie trasformatesi purtroppo in supermarket del farmaco.
In particolare il Dott. Fabio è un gentleman preparatissimo e di una cortesia unica.