A colloquio con Andrea Pagani, titolare di Flora 2000, uno dei più importanti vivai italiani, che ha sede in via Zenzalino Sud a Budrio. Con lui torniamo sull’aumento del 148% della tassa dei rifiuti, che ha colpito anche la sua azienda. E tra le confidenze che ci riserva ci dice: “Valuto di portare l’attività in un altro Comune”. Stasera il consiglio comunale si riunisce per diminuire l’aumento “spropositato”.
Signor Pagani, partiamo da…
Guardi, prima di qualunque considerazione, è importante partire dal fatto che il mercato interno è chiaramente in recessione. Significa che si vende meno, ma non solo. Il vero dramma è che per vendere si abbassano i prezzi e questo fa sì che i margini di guadagno diventino risicatissimi. In altre parole, il denaro che ti consente di pagare le tasse, i dipendenti e le bollette si assottiglia sempre più. Fino al punto in cui i costi insopprimibili sono tali da mangiarsi qualunque cosa e le aziende sono costrette a chiudere.
L’aumento del 148% della tassa sui rifiuti ha colpito anche la sua azienda. L’amministrazione vi ha avvisato di questo aumento “spropositato”?
Sì, il 14 luglio sono stato convocato in Comune insieme ai commercianti interessati da questo forte aumento. L’incontro, tuttavia, non era destinato a un vero confronto, in quanto ci è stata semplicemente comunicata la notizia. La sensazione che è rimasta ai partecipanti di quella riunione è che in qualche modo il comune ci abbia “provato”, nella speranza di rendere giustificabile un fatto assolutamente fuori dalla norma.
L’aumento che conseguenze avrebbe portato?
Mi permetta. Non é stato un aumento.
Triplicare una tassa il 14 luglio, senza che le aziende siano riuscite a metterla a budget, non é considerabile come un aumento. É qualcosa che assomiglia piú a un attentato all’incolumitá delle aziende. Ma se vogliamo chiamarlo aumento ed essere buoni, facciamolo pure.
Ma consapevoli che non é cosí. Triplicare una tassa in quel modo significa sconvolgere la pianificazione di una azienda e costringerla a dovere aumentare il fatturato in un momento in cui il segno meno domina sui fatturati di quasi tutti i commercianti. E nei numeri, inoltre, porta profonde iniquità tra le aziende.
Faccia un esempio…
Un ortofrutta come Fabio Frutta (via Massarenti, ndr) si ritrova nello stesso segmento della COOP di Budrio. A lui hanno chiesto 3mila euro di TARI, contro i 900 dell’anno scorso. Alla COOP ne hanno chiesti 14mila. La COOP, ha un reparto frutta e verdura che é forse il doppio di quello di Fabio Frutta. Senza considerare la pescheria e tutto il resto.
Le sembrano cifre proporzionate ed eque? Dov’è la tutela delle aziende del territorio e dei piccoli commercianti? Dov’è il buonsenso?
Crede che il buonsenso non ci sia stato?
Quando dalla sera alla mattina decidi di triplicare una tassa il buonsenso non c’è.
E se il buonsenso non c’è non ti resta che capire dove puoi trovarlo…
Cosa intende?
Che una azienda del territorio necessita di una amministrazione che non ti veda come un pollo da spennare, ma come una opportunità per dare forza al paese. Non nascondo che, a malincuore, sto valutando di portare l’azienda fuori da Budrio, in un comune dove sia riconosciuta come un valore aggiunto.
Anche perché, l’assessore Pezzi ci ha giá detto chiaramente che quel 148% é destinato ad aumentare. Perché secondo lui, non siamo perfettamente coerenti con la categoria merceologica a cui siamo legati. In un quadro di questo tipo, la delocalizzazione diventa piú che un pensiero….
Addirittura…
Flora 2000 è una realtà che negli anni ha costituito una eccellenza per Budrio. Lo è stata ai tempi in cui “il verde” era considerato un inutile vezzo. Lo è stata realizzando una delle collezioni botaniche di piante rare e dimenticate di cui ancora oggi si parla. Lo è oggi grazie anche alla figura di mio padre (Carlo Pagani, ndr), che con le sue attività divulgative sulle TV nazionali ha portato Budrio su un palcoscenico di rilievo.
Per questo è importante sapere che l’amministrazione ha a cuore il futuro della tua azienda, che comprende il momento economico in cui ci troviamo e ha la lucidità di capire che le aziende non si possono misurare sulla base di una categoria merceologica o sulla base dei metri quadrati che occupano.
La realtá economica di un paese come Budrio vive di diversitá e di situazioni che non si possono applicare su larga scala.
Per questo vorrei una amministrazione consapevole, che non proceda a colpi di calcolatrice come se fossimo in 1°media, ma si concentrasse su un dialogo che evidentemente non c’é stato, visto che ci hanno chiamato a cose fatte.
Com’è stato il rapporto con l’amministrazione in questi anni?
Per anni sono stati buoni, poi si sono raffreddati per diverse ragioni. Abbiamo più volte, formalmente e informalmente, cercato di avviare delle pratiche che ci consentissero di migliorare la nostra efficenza e di diventare ancora più competitivi. Ma oltre alla mole smisurata di documenti e alla lentezza su certe decisioni, non siamo mai riusciti a percepire da loro un vero e sincero entusiasmo nel venirci incontro.
Immagino che almeno ASCOM abbia preso le vostre difese?
Il commento del dott. Riccioni di ASCOM, persona che stimo, è stato una sorpresa anche per noi. L’associazione di categoria si è interessata alla vicenda, senza mai mettersi seriamente di traverso, elemosinando uno sconto destinato a svanire nell’arco di una stagione. Credo che esista una mancanza di orgoglio corporativo e soprattutto a Budrio, un vero lavoro di sinergia fra i commercianti e l’assessore alle attivitá produttive.
La decisione di lasciare il paese mi auguro possa essere accantonata…
Noi abbiamo la responsabilità di 12 famiglie, alcune monoreddito. Non possiamo mettere a repentaglio le loro vite solo perché siamo in un Comune che, avendo debiti da far tremare i polsi, l’unica cosa che riesce a fare è chiederti dei soldi nascondendosi dietro a Hera, o dietro agenzie come quella che riscuote la pubblicità, che dalla sera alla mattina è capace di raddoppiarti la tariffa perchè hai una insegna superiore ai 9 metri quadrati. Il tutto senza il minimo preavviso. Anzi, dopo che per tutto l’ultimo anno ha sbandierato l’abbassamento della tassa in questione. Questi non sono più i tempi per farlo. E forse non lo sono mai stati.
Avete lasciato andare via Pizzoli, ora anche FLORA 2000? Quale scusa inventate questa volta?
Il caso Pizzoli e il caso Flora 2000 da quello che è dato sapere sono diversi. Pizzoli se ne va perché probabilmente aveva delle aspettative che non si sono concretizzate, mentre Flora 2000 dice che sta valutando di andarsene a causa della TARI. Mi sembra una motivazione debole. Se una azienda non si regge a causa di qualche migliaia di Euro significa che ci sono anche altri problemi.
Non è questione di reggersi…. 3000 euro in più qui tremila la tremila da un altra parte iniziano a essere cifre, e nel mondo in cui viviamo ora anche 50 euro fanno la differenza, vediamo di guardare la cosa sotto più punti di vista e di non rimanere limitati alla tari…
Allora occorre dire che non è solo per la TARI che sta pensando di andarsene. Anche se poi non vedo nel circondario dei paradisi così allettanti.
Non è nella mia indole essere litigioso, ma questa volta abbiamo rasentiamo l’eccesso , caro signor fausto, da questa sua affermazione credo che lei non abbia mai avuto un azienda, opp sia titolare di un azienda 2.0. Il migliaio di euro in eccesso sui rifiuti si accumula sulle diverse migliaia di euro di ricavi in meno a causa della crisi, sottolineo, che oltre sviluppare quotidianamente il nostro lavoro, svolgiamo quotidianamente il lavoro che dovrebbe fare Hera ma che invece di essere riconosciuto lo fanno pagare e pure salato . A questa , le chiedo una riflessione prima di scrivere.
Questo è un’altro discorso, io non sostengo che la Tari così come è concepita sia una cosa giusta, anzi ritengo che il metodo di calcolo sia profondamente ingiusto. Ma io contestavo un’altra cosa e cioè fino a ieri ce la facevo adesso con la Tari penso a delocalizzare. Secondo me non me la raccontano giusta.
Guardi Fausto che potrebbe essere questa, semplicemente l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oggi le attività artigianali e la piccola industria, togliendo piccolissime eccezioni, navigano in cattive acque, questi continui balzelli che nella IUC, in particolare a Budrio ha finito per penalizzare in maniera importante proprio quel tessuto produttivo che crea ricchezza e soprattutto posti di lavoro.
Nel caso specifico della tari qui si continua ad aumentare i costi di un servizio nel quale la concorrenza la fanno sparire cannibalizzando le piccole società e alla fine andando a garantire divisione di utili alle amministrazioni che detengono pacchetti azionari e a vari soci privati. Bell’esempio, la multa comminata a hera sulla raccolta differenziata della carta che cedeva ad un prezzo di favore la carta ad Akron (riconducibile alla tessera numero uno del PD cioè Debenedetti) penalizzando chi??? tutti quelli che pagano il servizio che siano privati cittadini o imprese.
Può essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, però cosa risolvi andandotene via ? Vai in un comune che ti fa lo sconto sulla TARI? Di quanto? 1000 euro ? E così risolvi i tuoi problemi con 1000 euro ?
E se vai non pensi ai tuoi dipendenti? Che se ti sposti dovranno pagare ben di più per i mezzi di trasporto necessari per raggiungere il nuovo posto di lavoro. E’ diverso se nel tempo si è formata una situazione insostenibile tra l’imprenditore e l’amministrazione. In questo caso si tratta di un problema personale tra imprenditore e amministrazione, che se non si può risolvere può costringere l’imprenditore a chiudere o ad andarsene. E in questo caso potrei accettare le ragioni dell’imprenditore, anche se ritengo che possa trattarsi di un’eventualità assai remota.
Fermandosi un attimo a riflettere, mi pare che non sia difficile rendersi conto che probabilmente trattasi più di una quastione di principio che di altro! Io andrei cauto a sparare delle sentenze e difenderle a spada tratta. Probabilmente Flora 2000 non fa nint’ altro che reagire ad eccesso contro un eccesso. Fausto attendo il suo pensiero a riguardo a questa opinione grazie.
Concordo che può trattarsi di una reazione di questo tipo anche se da un titolare di azienda mi aspetto una reazione più razionale e non emotiva. Avrebbe più senso concertare a livello di categoria un’azione di protesta comune. In questo modo si mettono in allarme le famiglie dei lavoratori dell’azienda, per una eventualità che magari è stata prospettato solo allo scopo di mettere paura all’amministrazione. E poi (l’ho già scritto) mi piacerebbe conoscere questi paradisi che abbiamo ai nostri confini. Se uno mi dice non riesco a dialogare con questa amministrazione, ogni cosa che chiedo me la bocciano ecc, ecc è un discorso, ma vado via perché mi hanno aumentato la Tari non mi sembra un discorso razionale.
Ha mai sentito parlare di goccia che ha fatto traboccare il vaso?
caro Fausto, cari scrittori che qui sopra affollate la bacheca scrivendo giustamente il Vostro pensiero, io comprendo in pieno lo Sfogo dell’ amico Andrea Pagani che si vede per l’ ennesima volta preso in giro dalle istituzioni, ricordiamoci che non è la singola piena che fa rompere l’ argine di un fiume ma il persistere dello scorrere dell’ acqua che rende sempre più debole l’ argine del fiume fino a farlo rompere quando arriva la piena più violenta.
mi piacerebbe che ogni uno di noi provasse anche solo per un mese all’ anno a fare la vita dell’ “imprenditore anno 2014” e sono certo che trascorso il mese sarebbero i più ad avere una crisi isterica che quelli soddisfatti degli obiettivi raggiunti e specialmente dell’ appoggio ottenuto dalle istituzioni.
ho solo 25 anni ed è molto triste doversi render conto che ogni sforzo che facciamo ogni giorno, dandoci della Pelle nel vero senso della parola perchè ricordiamoci bene che per noi imprenditori non esiste la malattia, non esiste l’ aspettativa, non esiste lo stare in ferie pagati ecc, ecc,, servono solo ed esclusivamente ad andare a PAGARE tutti gli errori che i nostri politici, dal più piccolo al più grande hanno fatto in questi anni.
quando leggo sulla bacheca facebook di un amico che “dal 20 agosto al 19 settembre … 410 adempimenti fiscali” capisco e mi rendo conto che noi siamo solo pedine in mano ad un sistema MALATO che ci vuole spremere per cercare di colmare i vuoti creati,
Probabilmente Andre Pagani esagera nel dire che vuole portare via da Budrio la sua azienda? si probabilmente esagera ma, siamo attanagliati da un sistema che ci porta a pagare solo ed esclusivamente per il benessere dei soliti noti che per noi fanno ben poco se non bastonarci.
credo molto in tutto quello che faccio e mi diverto in primis ma, credo anche che tutte le fatiche e i sacrifici di questi anni non porteranno mai risultati concreti a me ma semplicemente saranno soldi versatiin un oceano di debiti del Comune di Budrio e di tutto il sistena Italia.
Luca Capitani
Mi riesce difficile trovare un appunto a chi come l’amico Andrea, in un momento economicamente recessivo come l’attuale,vessato e tartassato da uno stato nazionale in primis e da un’amministrazione comunale cieca e sorda poi, minaccia di decentrare la propria attività in un altro comune dotato di più acume e buonsenso.Se la ripresa economica passa attraverso le imposizioni tributarie portate al massimo,non si capisce cosa insegnino all’ateneo della Bocconi.Pertanto,qualcuno avverta il sindaco dicendogli sommessamente che, le mucche si possono mungere finchè sono in vita.