di Francesca Chiavaroli*
Il nostro organismo è composto al 60% di acqua, e per mantenere una corretta idratazione è importante bere almeno 1,5 l di acqua al giorno. Ma quale acqua è meglio utilizzare, l’acqua minerale o l’acqua del rubinetto?
Entrambe sono acque potabili e sicure, cioè devono rispettare determinati parametri di legge in termini biologici (devono essere “microbiologicamente pure”) e chimico/fisici (non devono contenere “inquinanti” al di sopra di determinate soglie e rispettare precisi parametri fisici). Comunemente nelle nostre zone l’acqua del rubinetto viene considerata di qualità inferiore rispetto all’ acqua in bottiglia per via della elevata durezza (presenza di calcare) e perché vi sono aggiunti composti clorurati al fine di impedire la proliferazione batterica durante il passaggio nelle tubature, che conferiscono all’acqua un sapore sgradevole. Tuttavia, da un punto di vista economico ed ecologico, consumare acqua del rubinetto evita la produzione di bottiglie di plastica ed è a “chilometri zero” perché l’acqua non viaggia per lunghi tragitti su inquinanti TIR, eliminando il consumo di combustibili e l’emissione di polveri sottili. Per non parlare dello smaltimento: ad oggi in Italia solo un terzo delle bottiglie di plastica viene riciclato, la restante parte confluisce in discarica o nell’inceneritore. Quindi l’acqua del rubinetto non inquina, l’acqua in bottiglia sì.
Come far fronte però al problema del sapore sgradevole? In commercio esistono diverse soluzioni: le caraffe filtranti (per uso casalingo) e i depuratori a microfiltrazione o ad osmosi inversa che esistono anche nelle versioni per uso pubblico o per esercizi commerciali. L’obiettivo di tutti questi sistemi è quello di eliminare le componenti sgradevoli disciolte nell’acqua, principalmente clorurati e calcare.
L’utilizzo delle prime è sicuramente più economico e pratico però più pericoloso da un punto di vista microbiologico. I filtri contenuti nelle caraffe infatti, oltre alla tendenza a rilasciare ammonio e nitriti se non sostituite come prescritto, favoriscono il ristagno dell’acqua aumentando la proliferazione batterica (coliformi totali e fecali). Se si hanno in casa delle caraffe filtranti, è importante pertanto cambiare spesso i filtri, conservare l’acqua in frigorifero e consumarla entro la giornata.
Una più efficace alternativa è l’installazione di un depuratore a microfiltrazione o ad osmosi inversa. La microfiltrazione avviene con una tecnica simile a quella della caraffa filtrante, ma con filtri di dimensioni maggiori e che comunque vanno sostituiti regolarmente. L’osmosi inversa è un processo in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno concentrata. Viene realizzata con una membrana che trattiene le sostanze inquinanti da una parte impedendone il passaggio e permette di ricavare il solvente puro (l’acqua) dall’altra. Poiché questo processo elimina la sostanziale totalità delle sostanze disciolte, è generalmente presente anche un sistema di rimineralizzazione, necessario per rendere l’acqua adatta da bere. L’acqua di rubinetto, microfiltrata o osmotizzata, è quindi più gradevole da bere e consente di mantenere un basso impatto ecologico, una buona sicurezza a patto di eseguire regolarmente le manutenzioni previste, e costi generalmente più bassi dell’uso dell’acqua in bottiglia.
La Casa dell’Acqua installata a Budrio è un depuratore ad uso civile che utilizza la doppia tecnologia della microfiltrazione e dell’osmosi inversa, andando ad abbattere quindi sia l’elevata durezza dell’acqua del nostro territorio (la quantità di carbonato di calcio – calcare) sia la concentrazione di cloro e delle altre sostanze disciolte. Questo impianto è decisamente più sicuro rispetto all’acqua trattata per mezzo delle “caraffe filtranti” poiché ne è garantita la manutenzione e la pulizia periodica da parte della ditta installatrice.
Ci sono però delle avvertenze da seguire che riguardano l’accortezza da parte del consumatore ad utilizzare sempre bottiglie di vetro ben pulite e senza residui di sapone, non bere direttamente dalla bottiglia e utilizzare l’acqua dopo al massimo tre giorni dal filtraggio. Un’acqua potabile alla sorgente, se non correttamente conservata, perde le sue caratteristiche di potabilità in particolare dal punto di vista batteriologico. Piccole pillole di igiene, fondamentali come quella di lavarsi le mani prima di mangiare, che consentono di preservare le qualità organolettiche dell’acqua e renderla sicura da bere.
Concludendo, non esiste un acqua “perfetta” da bere, fra le tante sta a noi scegliere quella più indicata a seconda dei diversi stati fisiologici o patologici e senza sottovalutare l’aspetto economico ed ecologico.
* La Dott.ssa Francesca Chiavaroli, budriese, è biologa nutrizionista specialista in nutrizione e dietetica
http://www.francescanutrizionista.it
Cara Francesca,
approfitto del tuo articolo per chiederti una precisazione:quando le varie ditte produttrici di impianti di purificazione dell’acqua ti presentano il prodotto fanno leva sul fatto che il calcare presente nell’acqua sia causa dei calcoli al fegato.E’ vera questa cosa o no? Io un impianto ad osmosi inversa ce l’ho ma fatico molto a berla perchè non la trovo dissetante e preferisco bere l’acqua del rubinetto che trovo buona e priva di odori.Faccio male? Grazie!
Ciao Michela,
i calcoli biliari sono dei sassolini che si sviluppano nella cistifellea la cui formazione è dovuta ad una predisposizione famigliare e ad una non corretta alimentazione. Mentre un acqua eccessivamente dura se bevuta a lungo può contribuire alla formazione degli ossalati di calcio nelle vie urinarie, in questi casi è consigliabile bere un acqua oligominerale o minimamente mineralizzata, per stimolare la diuresi e prevenirne la formazione..
Grazie mille della tua risposta! Vedrò di abituarmi ad un’acqua meno dura…
“ad oggi in Italia solo un terzo delle bottiglie di plastica viene riciclato, la restante parte confluisce in discarica o nell’inceneritore.”
La politica di Hera…. ritorna!
Ancora una contraddizione della Pierini & C. : parole del sig. Pierini che questa cosa aiuta ad essere ecologici, ma dall’altra fa il tentacolo di Hera che ricicla incenerendo….. che FRULLare di cose, vero? Dev’essere proprio un gran tourbillon in quelle testoline, tener dietro a tutto non è mica facile…
Nell’articolo non ci dicono se l’acqua contenuta nelle bottiglie di plastica che la gente compra ovunque ha tutte le caratteristiche ideali di potabilità ed è batteriologicamente pura. La nutrizionista può dirci qualcosa? Se quella della Casa dell’acqua è da buttare dopo 3 giorni…
Gentile EEMME, all’inizio dell’articolo, quando parlo di acqua minerale, mi riferisco all’acqua in bottiglia e spiego che è assolutamente controllata, microbiologicamente pura al momento dell’imbottigliatura. La bottiglia di plastica però non deve essere lasciata al sole e, anche in questo caso, sarebbe meglio consumarla entro 3 giorni dall’apertura per preservane le caratteristiche organolettiche.
Ma dal momento dell’imbottigliamento in poi ? Quanti viaggi ed esposizioni subisce e per quanto tempo ? Poi non sappiamo se il contenitore di plastica non ceda sostanze nocive, ecc. ecc. Io uso l’acqua del rubinetto e continuerò a farlo e spero che la gente non compri piùl’acqua imbottigliata, se non in casi limitati. Grazie dell’attenzione!
Gentile dottoressa,
prima di tutto la ringrazio per il pezzo pubblicato che comunica le avvertenze da utilizzare per la casa dell’acqua.
Approfitto per chiederle questa cosa: sono abituato a bere l’acqua del rubinetto dopo averla fatta riposare nel frigorifero per almeno un’ora. Quali sono i vantaggi reali di cambiare abitudini e andare alla casa dell’acqua? Ho quello che mi serve a casa, nella più assoluta comodità. Ci sono dei benefici di qualità dell’acqua che non posso avere a casa?
Gentile Remo,
la scelta se usare o meno la casa dell’acqua è puramente personale. La differenza rispetto all’acqua del rubinetto, come spiegato nell’articolo, sta nell’avere un acqua filtrata e con meno calcare, che potrebbe comunque avere se installa un depuratore ad osmosi inversa in cucina.
A mio avviso è un incentivo ad usare sempre meno le bottiglie di plastica e fare così una scelta se non altro più ecologica.
Gentile dottoressa…il calcare presente nell’acqua di Budrio che come ho detto è a livelli assurdi,non è solo un pericolo per la cucina (e quindi per l’organismo),ma anche per tubature ed elettrodomestici.Quindi l’unica soluzione sarebbe a monte(parlo di condominio)avere un filtraggio adeguato.Parlando come detto di condomini,Lei capisce bene che la cosa è di difficile attuazione per la difficoltà di mettere d’accordo tutti.Ecco quindi che ci si chiede perchè non si può risolvere alla fonte questo problema.Credo che prima di inaugurare case dell’acqua ,sarebbe più comodo(e per certi versi pure logico)che dai rubinetti uscisse acqua migliore.Stia tranquilla che in queto caso si otterrebbero parecchi vantaggi.Consumo d’acqua a chilometro zero(per davvero)e abbattimento di consumo di acqua in contenitori di plastica
L’acqua di Budrio dal punto di vista del calcare è pessima,una cosa oscena.Secondo il mio parere prima di aprire case dell’acqua e altre amenità del genere ,forse basterebbe risolvere il problema alla fonte(in tutti i sensi)…perchè il calcare dell’acqua di Budrio non c’è neanche nelle grotte di Frasassi…peraltro al di là della salute distrugge elettrodomestici e tubature.
Articolo istruttivo e pubblicitario!
Filtri anti calcare ce ne sono di tutti i prezzi,direi alla portata di tutte le tasche!
Gli addolcitori sono piu’ costosi,forse non per tutti.
Mio personalissimo parere,la “casa dell’acqua” è una iniziativa quasi inutile che non porta reali benefici ai cittadini budriesi per cio’ che riguarda la salute,il portafoglio e tantomeno la comodita’!
Chissa’ dov’è la verita’ di questa iniziativa!
Budrio e i suoi cittadini hanno bisogno di altro in questo delicato momento!
Sono sempre piu’ basito e pentito della mia scelta….
Considerato che il nostro sistema idrico di Bologna e provincia è realizzato in amianto mi domando a cosa serva parlare di quali siano i sistemi idonei di purificazione batterica quando si sa benissimo che l’ amianto provoca ben altri danni all’ organismo. Vedi alla voce tumori a tiroide e a tutto l’ apparato digerente.
Bel tasto ha toccato sig.ra Antonella!
Mi permetto un azzardo, meglio se un Chimico vorrà eventualmente smentirmi od avallarmi.
Ho dato un’occhiata alla composizione dell’absesto: http://it.wikipedia.org/wiki/Asbesto
Come si vede è un composto con diversi atomi… a naso direi che la particella più piccola di absesto è più grossa del grado di filtrazione dell’osmosi. Se ciò è vero questo potrebbe essere, fino a quando i tubi in cui circola l’acqua dell’acquedotto saranno in amianto, un indiscutibile motivo per avere più case dell’acqua e non solo due e soprattutto per avere la non gassata a costo zero: salute pubblica. Oltre che meno plastica….
Da quel che so io l’informazione della signora Antonella è parziale.Le condutture in amianto sono in fase di sostituzione da tempo…Non ricordo a che percentuale saremmo arrivati però
Scusate ma chi l’ha detto che le condutture dell’acquedotto sono in amianto?
Spero che qualcuno chiarisca questa circostanza.
http://urp.comune.bologna.it/comunica/comstampa.nsf/faa30f1db70ca835412569190058e89b/45e0439fe7ee6f6fc1257c07005a9c71?OpenDocument