Il carisma dell’archeologa budriese Elsa Silvestri

18 settembre, 2014

Elsa Silvestri ha illuminato il nostro Comune attraverso il proprio infaticabile impegno. La dignità che ha saputo attribuire al territorio di Budrio, grazie alle sue meravigliose scoperte archeologiche, il carisma che le ha consentito di attrarre un gruppo di persone – “i suoi ragazzi” – appassionato e la forza d’animo con cui ha difeso la centralità della cultura nella vita, sono una costante fonte di ispirazione per chi creda fermamente che la storia sia uno sconfinato cosmo di cui ognuno di noi è parte integrante.

LA MADRE DEL MUSEO DI BUDRIO
L’inaugurazione del Museo Civico Archeologico e Paleoambientale di Budrio, avvenuta nel 1982, è stata per Elsa un punto di arrivo e di partenza allo stesso tempo. Dopo decenni di lavoro come archeologa era riuscita ad ottenere il “suo” tanto desiderato Museo, che lei considerava proprio non in senso egoistico, ma esternando in quel modo tutto l’affetto che soltanto una madre con un figlio può manifestare. Dopo la nascita del Museo ha avuto inizio una quasi trentennale attività didattica della nuova istituzione, sempre sotto l’ala protettrice della Silvestri. Tra le stanze dell’Archeologico molte persone hanno avuto il primo contatto con la storia del loro territorio, avendo la possibilità di osservare da vicino i lasciti degli uomini che li hanno preceduti e alimentando il trasporto emotivo per una eredità di cui dobbiamo sentirci tutti responsabili.

UN DESTINO DA ARCHEOLOGA
Elsa Silvestri nasce a Bologna il 21 aprile 1921. La bambina dimostra presto un carattere forte e deciso, assimilando però alcune delle qualità dei genitori. Il padre, violinista dell’orchestra di Arturo Toscanini, le trasmette un solido rigore morale ed una ferrea disciplina. La madre, friulana di Ampezzo, è una donna estroversa e piena di entusiasmo: appena possibile, per supplire alla brusca interruzione degli studi in gioventù, si dedica alla lettura e si aggira per Bologna alla ricerca di cose nuove da apprendere, sognando un giorno di poter visitare l’Egitto e le sue piramidi. In particolare la madre di Elsa ama portare la figlia ai giardini pubblici, vicino alla loro abitazione in via San Vitale, per ammirare animali, piante ed ogni minimo dettaglio. Nei lunghi pomeriggi al parco la sensibilità della Silvestri si sviluppa immensamente. Le intense chiacchierate con la madre la aiutano a mantenere sempre vivo il già radicato amore per la conoscenza. Elsa manifesta anche innate doti come trascinatrice. Il carisma di quella ragazzina è contagioso: gli amici la prendono come punto di riferimento e lei non disdegna un ruolo per cui si sente naturalmente predisposta. La Silvestri inventa un alfabeto segreto per comunicare con i compagni, che si ritrovano spesso impegnati in nuovo giochi, frutto della fantasia dell’amica.

A quattordici anni la futura archeologa si iscrive all’Istituto Magistrale e, al termine del ciclo di studi, sostiene l’esame finale del Liceo Scientifico, avendo così la possibilità di accedere a qualsiasi Facoltà universitaria. Per la diciannovenne bolognese la priorità è quella di non continuare a gravare in maniera eccessiva sulle finanze famigliari. La matematica è una materia molto richiesta dagli studenti che necessitano di lezioni private e la Silvestri propende per questa decisione. Dopo cinque anni Elsa consegue la Laurea in Scienze Matematiche, iniziando a fare le prime supplenze ed in poco tempo ottiene un posto stabile come insegnante alle Scuole Medie di Cesena.

GLI SCAVI E LE SCOPERTE
La carriera come docente è accompagnata dalle prime partecipazioni a degli scavi archeologici. A partire dalla fine degli anni ’40, la Silvestri collabora con vari gruppi di ricercatori. Il rapporto più stretto si instaura con l’archeologo Renato Scarani: le indagini a Faenza, Mirandola e San Giovanni in Galilea portano a ritrovamenti importanti. Elsa si distingue, pur non essendo una professionista, per la vivace intelligenza e la forza d’animo. In questi anni l’insegnante affina le abilità tecniche, portando avanti anche il suo percorso scolastico: dopo Cesena, la Silvestri è docente a Bologna e poi a Budrio. Appena giunta nel nostro Comune, Elsa percepisce che quella non sarà una tappa di passaggio nella sua esistenza. Nel 1960 la futura madre del Museo Archeologico e Paleoambientale decide di parlare di archeologia agli studenti durante una lezione. I ragazzi appaiono subito rivitalizzati, gli occhi brillano pensando di poter essere protagonisti di vere scoperte. Il giorno seguente gli alunni comunicano alla professoressa di aver fatto alcuni ritrovamenti e nel corso della settimana le portano dei reperti da visionare. La Silvestri rimane folgorata e comprende che il territorio di Budrio potrebbe essere un luogo in cui compiere scavi. La conoscenza di Dante Mazza offre ad Elsa una conferma ulteriore: il budriese trova un fondo di capanna del periodo villanoviano vicino alla sua abitazione di Vigorso e la giovane insegnante decide di interagire con le istituzioni regionali.

Nel 1961 la Silvestri è nominata Ispettore Onorario della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna per i territori dei Comuni di Budrio, Castenaso e Molinella. In questo periodo iniziano le collaborazioni con Guido Achille Mansuelli, Gino Vinicio Gentili e Giovanna Bermond Montanari. A Maddalena di Cazzano e Bagnarola vengono inaugurati i primi siti archeologici del Comune di Budrio: gli oggetti ritrovati alimentano l’interesse della comunità. Elsa osserva attentamente la suddivisione dei campi circostanti, individuando zone ancora caratterizzate dalla persistenza delle maglie centuriali. In questi terreni la Silvestri compie una scoperta di enorme rilevanza: ogni appezzamento (centuria), probabilmente a causa della fertilità del nostro territorio, contiene i resti di ben due case rurali e non una come appare in altre zone. Il risultato della ricerca viene immediatamente comunicato a Giancarlo Susini, membro della Soprintendenza regionale e, in occasione di un convegno internazionale organizzato a Bologna, all’archeologo francese Chevalier.

ELSA E I “SUOI RAGAZZI”
Elsa continua la propria avventura, cominciando a scavare a Castenaso, Villanova e Quarto Inferiore. Accanto all’infaticabile professoressa si forma un gruppo di persone pieno di affetto per la cultura. “I suoi ragazzi”, come ama definirli, entrano sempre più in sintonia con l’archeologa e in breve tempo diventano dei collaboratori insostituibili. La quantità dei ritrovamenti fa nascere nella mente della Silvestri il sogno di creare un museo in cui poter ordinare gli oggetti, rendendoli fruibili a chiunque. Nel 1982 gli auspici di Elsa si concretizzeranno e nascerà il Museo Civico Archeologico e Paleoambientale di Budrio.

L’attività dell’archeologa prosegue all’insegna della salvaguardia di numerosi luoghi, perennemente sottoposti al rischio della totale distruzione. La sensibilità dell’insegnante non lascia nulla di insondato: realizzare degli scavi significa indagare tutti i contesti. I lasciti delle abitazioni (spesso sottovalutati dagli esperti) e quelli delle necropoli esigono il medesimo rispetto secondo la Silvestri, che continua a rendersi protagonista di ricerche innovative e di grande rilievo storico.

Negli anni ’90 giunge a compimento una lunga ricerca condotta da Elsa insieme ai suoi collaboratori: il libro Le tracce del sacro (1997) e l’omonimo Convegno Interregionale (1999) sono il risultato di uno studio accurato e senza precedenti per quanto riguarda il territorio preso in considerazione.

Nel 2003 alla professoressa ed archeologa è conferito il Premio Città di Budrio (per la 5ª edizione del 1999), ma la Silvestri prosegue la sua missione, che la porta (nel 2006) a promuovere la degna sistemazione dei cimeli risorgimentali di proprietà della famiglia Cocchi e ad ottenere dal Comune di Budrio (nel 2008) la nomina come Conservatore Onorario del Museo Civico Archeologico e Paleoambientale.

UNA TESTIMONIANZA SPECIALE
Per concludere questo ricordo di Elsa Silvestri, che ci ha lasciati il 22 aprile 2010, la parola passa a Malva Miccoli, che ha collaborato a lungo con l’archeologa, conservando un grande affetto nei suoi confronti: «Citando il nome di Elsa Silvestri riaffiora nella mia mente la memoria di tanti pomeriggi e serate trascorsi in sua compagnia, discorrendo di archeologia. Dopo essere stati accolti – da lei e dal suo splendido Mimone, un meraviglioso gattone persiano color argento, che non mancava mai di venirci incontro con la coda sollevata in segno di amicizia per annusarci, per poi ritirarsi in buon ordine a dormire – con calore e gentilezza nella sua casa; ci accomodavamo in salotto, davanti ad un buon bicchiere di carcadè caldo, spesso accompagnato da ottimi pasticcini, servito con signorilità di altri tempi. In questo accogliente contesto si pianificavano i lavori da fare, le ricerche da condurre e come migliorare la fruizione del “suo” Museo, in particolare da parte delle scuole.

Elsa, intraprendete e propositiva, non disdegnava anche di sporcarsi le mani per costruire plastici, pulire o riparare reperti vari che riteneva interessanti per arricchire l’esposizione museale. Studiosa attenta e, alle volte, intransigente sapeva organizzare, promuovere, intrattenere, coinvolgendo persone di diversa preparazione culturale e professionale, nonché di età e provenienza, tale da creare un gruppo di studio eterogeneo ma mosso dalla stessa passione: l’archeologia e dallo stesso obiettivo: valorizzare il territorio e la sua storia.

Elsa, studiosa, professoressa, signora d’altri tempi, amica!

Sì, amica, perché sapeva rapportarsi con tutti, coinvolgeva ognuno con passione e naturalezza senza mai prevaricare, ma con il suo naturale carisma, pur essendo determinata, precisa e pignola valorizzava tutti, facendo emergere da ognuno le proprie predisposizioni e le proprie capacità. Sapeva essere modesta e generosa, mai ha firmato pubblicazioni o mostre come protagonista, ma inserita nel suo gruppo di studio e di lavoro a cui ho avuto la fortuna di appartenere.

Ha avuto sempre molto a cuore tutti i suoi collaboratori che non ha mai dimenticato di ringraziare con stima, gratitudine e affetto.».

Ringrazio Ileana Merenda, Malva Miccoli ed Ezio Venturoli.

Leonardo Arrighi

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3 Commenti


  1. Complimenti per l’articolo! Vi siete però dimenticati di scrivere che la prof.ssa Silvestri non ha avuto sempre vita facile a Budrio. Quanti sgambetti ha dovuto sopportare da alcuni amministratori del Comune….. Solo il suo amore per l’archeologia e per il paese hanno consentito la realizzazione del museo.

  2. davvero è stata una GRANDE… chapeau.

  3. INFATICABILE E INDIMENTICABILE PROFESSORESSA E AMICA CARISSIMA

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