Sabato 27 settembre 2014 l’Accademia dei Notturni di Bagnarola ha ospitato un evento speciale: la festa per il centesimo compleanno di Maria Chiapparini che, dopo essere stata celebrata dal Sindaco di Bologna, ha deciso di ritornare nel luogo in cui è ben conservata la memoria di più di quarant’anni della sua esistenza, iniziata il 15 agosto 1914.
I BUONI ESEMPI
Sono sufficienti poche parole per restare colpiti dalla forza d’animo di Maria. Il suo secolo di vita non le ha sottratto l’entusiasmo, anzi se possibile lo ha accresciuto, fondendolo ad una serena visione della quotidianità. Le traversie che ha dovuto superare durante questi cento anni sono parte di un percorso ineluttabile, che per Maria non ha mai coinciso con un nemico da combattere, ma con una realtà da accettare con ottimismo.
Ripensando a Bagnarola, dove la signora Chiapparini ha vissuto per quarantatré anni, i ricordi si soffermano sui pomeriggi trascorsi contemplando villa Malvezzi e giocando con gli amici. La scuola, frequentata nella frazione del Comune di Budrio fino alla 4ª elementare, è stata l’anticamera dell’inizio degli impegni in campagna e nelle infinite faccende domestiche.
In un periodo in cui era obbligatorio crescere velocemente, Maria – nata senza indugi durante una breve pausa della madre dalla lavorazione della canapa – è cresciuta con caparbietà e senso del dovere, concedendosi soltanto qualche serata come ballerina.
Cinquant’anni fa la centenaria di Bagnarola, al seguito del marito, si è trasferita a Bologna proprio per favorire l’attività di calzolaio del consorte. La signora Chiapparini, divenuta Cavedagna dopo il matrimonio, ha fatto appello al suo spirito di adattamento e in pochi mesi è riuscita ad apprendere i segreti della sartoria.
L’affetto per il figlio e per tutti i parenti è il punto fermo per Maria, che da un secolo continua a non esprimersi attraverso proclami o giudizi, ma donando a chi ha la fortuna di starle accanto una lunga serie di esempi, buoni esempi, da seguire.
Nella foto: Maria all’età di quattro anni, nel 1918, fotografata insieme ai genitori (prop. Marino Cavedagna)
Leonardo Arrighi