Parte sabato 25 la rassegna INCAUTI OFF, a cura dell’associazione culturale Gli Incauti. Vedrà quattro spettacoli di teatro contemporaneo, tra cui due anteprime e una prima nazionale, in scena al Consorziale, in Auditorium e alle Torri dell’Acqua.
Sabato sarà sul palco del Consorziale EIGENGRAU, di Penelope Skinner, coprodotto dal Teatro dei Filodrammatici di Milano e dalla compagnia Carrozzeria Orfeo.
Seguirà LORO il 15 novembre in Auditorium, interpretato da Giulia Valenti con la regia di Giorgio Sangati. Il 29 novembre sarà in scena alle Torri dell’Acqua il Circo Puntino con CRUDO(RAW). Concluderà la rassegna il 16 gennaio IL DIARIO DI GIUSEPPE DOZZO-Gli anni duri della Fiat, diretto e interpretato da Simone Toni.
Comune denominatore è la ricerca artistica che tende a superare lo spettacolo teatrale tradizionalmente inteso, con contaminazioni tra arti diverse. Questa crisi di linguaggio è inevitabilmente specchio di crisi altre, dei rapporti, dell’identità, del lavoro, temi centrali nella rassegna ed estremamente attuali, come ci racconta il direttore artistico Simone Toni nell’intervista a seguire.
Particolare è anche la struttura della rassegna: a ciascuno degli spettacoli seguirà un dibattito con gli attori e verrà offerto un rinfresco. Per i primi tre spettacoli l’orario è 18.30, scelto per dare la possibilità a bolognesi (e non) di partecipare, approfittando dei mezzi pubblici.
Cosa dobbiamo aspettarci dagli spettacoli in rassegna?
Tutti gli spettacoli affrontano un certo aspetto dei nostri tempi e di conseguenza della crisi.
Il primo spettacolo, EIGENGRAU, è di un’autrice trentaduenne di Londra, Penelope Skinner, che ha avuto un grandissimo successo in Inghilterra, ma non è mai stata rappresentata in Italia. È uno spettacolo molto forte che tocca i temi del nichilismo giovanile, in un epoca in cui i rapporti umani sono superficiali. Racconta di una generazione di disoccupati senza futuro affrontando con crudezza e semplicità l’impossibilità di dialogo che sfocia in rapporti che si consumano senza nessun valore.
Nello specifico della crisi entra LORO che affronta le contraddizioni che possono convivere nello stesso tempo. Con bel gioco di cambi di personaggi abbiamo un’ unica attrice che interpreta una psicologa alla quale ormai ci si rivolge come al panettiere, un lavavetri, un leghista, una badante… sono spezzoni di vite, di opinioni, specchio del nostro tempo.
CRUDO sarà un’anteprima di circo contemporaneo ed è uno spettacolo essenziale sul tema della morte, che indaga il respiro, l’essenza del teatro. Perché si può fare teatro anche con nulla, con un risultato molto poetico ed evocativo. È quindi contemporaneo vero: non ci sarà testo e sarà molto vicino alla performance, non di arte contemporanea ma di circo, che è una cosa nuova.
Non abbiamo quindi optato per spettacoli già fatti, ma abbiamo scelto di rischiare e non andare sul sicuro.
L’ultimo, IL DIARIO DI GIUSEPPE DOZZO, è quello che ti riguarda di più…
Sì, è un monologo, ci siamo io e la scenografia che ha una parte molto importante perché viene costruita in scena, simbolo della catena di montaggio della Fiat. Lo spettacolo nasce da un’idea del drammaturgo Marco Benassi che ha ritrovato questo diario di Giuseppe Dozzo, operaio della Fiat licenziato nel ’58 perché appartenente al sindacato Fiom. La cosa a mio avviso attuale di questa storia è il concetto di dignità, un concetto che è al di là dei tempi e assoluto. In quest’epoca di forte crisi, in cui nessuno sta facendo realmente qualcosa per il lavoro, e soprattutto per le nuove generazioni, una delle cause principali della depressione dilagante, della perdita di fiducia, è proprio la mancanza del senso di dignità, che dà senso alla vita anche del poveretto. Io lavoro su questo aspetto che sento molto perché è un momento in cui la stessa dignità degli artisti è messa in forte dubbio. Questo non c’entra con la crisi economica, ma con una crisi ben diversa.
Ludovica Piazzi