Chiude la bottega di Arino Zecchi, l’ultimo barbiere di Budrio

12 dicembre, 2014

Il 31 dicembre 2014 il barbiere Arino Zecchi abbasserà la serranda del suo negozio per l’ultima volta. Chissà quante emozioni avvolgeranno Arino, intento a compiere quel gesto abituale, consapevole di essere sul punto di porre la parola fine ad una storia lunga ben 95 anni. La malinconia dominerà quegli istanti, ma come contrappeso si manifesterà l’orgoglio per essere stato parte di una vicenda professionale, che ha contraddistinto quasi un secolo della vita sociale del Comune di Budrio.

IL BARBIERE
La chiusura del negozio di Arino Zecchi coinciderà con la scomparsa dell’ultimo barbiere di Budrio. Un luogo che per decenni ha rappresentato un punto di ritrovo insostituibile per molte generazioni, cresciute leggendo fumetti, riviste sportive ed ascoltando gli adulti confrontarsi a proposito delle varie questioni quotidiane. La possibilità di sentire la radio, durante periodi in cui non tutti la possedevano, era una piacevole occasione di svago. Parlare degli accadimenti locali con trasporto emotivo oppure soltanto per passare il tempo in compagnia dei propri amici. Il negozio del barbiere è uno degli ultimi baluardi dell’esistenza delle tradizioni budriesi, che trovano, tra l’odore del dopobarba e il rumore delle forbici, una dimensione adatta alla loro sopravvivenza.

UNA STORIA INIZIATA 95 ANNI FA
Arino Zecchi, nato nel 1895, sin da giovane lavora presso la bottega di Carlo Negrini, un barbiere di Budrio. Dopo l’arruolamento, come artigliere, nella Iª Guerra Mondiale Arino torna a casa e, trascorsi alcuni mesi, rileva il negozio lasciato da Negrini. Nel 1919 inizia l’attività di Zecchi – figlio di Amedeo e Rosa Vecchi, proprietari dell’osteria Tre Stelle in via Saffi – che in breve tempo riesce a formare una propria clientela, fedele ed affezionata. Il negozio in via Bissolati n. 48 (all’angolo con via Donati) diventa un luogo molto frequentato e Arino dimostra notevoli capacità come barbiere e come intrattenitore, parte integrante del mestiere.

L’ATTIVITÀ PROSEGUE
Dal 1929 Zecchi viene affiancato dal figlio Giorgio (nato nel 1915), che dopo la terribile morte del padre nel 1944, raccoglierà il testimone dell’attività. Al termine della IIª Guerra Mondiale, nonostante l’enorme tristezza, Giorgio ritrova le forze e il 1º ottobre riapre il negozio riuscendo, con grande serietà, a recuperare i vecchi clienti e ad acquisirne altri. La passione per la musica lirica e la capacità di suonare alcuni strumenti accomunano Giorgio al padre, consentendo al nuovo barbiere di conservare la memoria del genitore. Nel 1961 compare in bottega Arino, figlio di Giorgio, che sente di dover proseguire la già lunga vicenda famigliare.
Il 18 giugno 1963 il negozio da barbiere degli Zecchi si trasferisce nella sede attuale (piazza Matteotti n.5) dove l’ultimo erede inizia stabilmente ad affiancare il padre. Arino frequenta un corso – organizzato dall’ANAM (Associazione Nazionale Acconciatori Misti) – di un anno e si appassiona al mestiere, scoprendo una inaspettata predisposizione al contatto diretto con i clienti. Nel 1981 il giovane Zecchi diventa proprietario della licenza e nel 1985 subentra al padre Giorgio, mantenendo l’attività fino ad oggi.

I RICORDI DI ARINO
Riflettere sui mutamenti del lavoro svolto dal barbiere è un modo per penetrare le dinamiche sociali, mutate nel corso dei decenni. Arino ricorda quando il mercoledì delle ceneri, nel corso della mattinata, tutti i barbieri di Budrio andavano a «seppellire il Carnevale» all’osteria della Riccardina, mangiando immancabilmente uova sode; oppure riemerge il talento musicale del nonno, del padre e dei colleghi che si trovavano alla sera per suonare insieme.
Sembra lontano il tempo in cui si facevano gli abbonamenti per andare dal barbiere. Ancora più distante risulta il periodo che vedeva le giovani generazioni formarsi all’interno della bottega, catalizzatore delle idee, degli umori e delle storie di un intero Paese. Proprio quelle storie oggi appaiono inafferrabili e purtroppo rinchiuse in un altro mondo. Ma questa è in parte soltanto un’impressione, perché basta parlare con delle persone, non più giovanissime, per immergersi nuovamente in una atmosfera da preservare con la cura che ha sempre contraddistinto Arino, strenuo difensore di una lunga serie di aneddoti che sono tasselli importanti del nostro passato.
L’ultimo barbiere di Budrio è ora impegnato nel suo ultimo chilometro e come un provetto ciclista assapora ormai il traguardo, che rappresenterà la fine di una lunga avventura, pronta per essere consegnata alla storia del nostro Comune.

Leonardo Arrighi

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4 Commenti


  1. i capelli per me ormai sono un ricordo lontano, ma tra i miei ricordi c’è il tempo passato nella Bottega Zecchi ad aspettare il mio turno per il taglio dei capelli, da bambino assieme a mio padre e da adolescente in completa autonomia. E’ lì che vedendo il poster della Sinudyne di Cosic e Villalta ho iniziato a simpatizzare per la V nera.
    un saluto ed un ringraziamento all’uomo e al professionista!

  2. Non dimentichiamo che la bottega di Arino era anche un covo di Milanisti,immagino tutte le discussioni fatte tra faziosi di altre squadre ma lui imperterrito con l’aria di un sornione diceva la sua ….e tutti zitti.Un saluto per una pensione da vivere e viaggiare con la tua carissima moglie Carla che ti ha sempre aspettato dopo il tuo lavoro….chissà quante cose le avrà raccontato!!!!
    Per me ci starebbe un bel libro di ricordi.

  3. Anch’io, seppur giovanissimo, ho avuto la fortuna di farmi fare i primi tagli di capelli nella bottega dello Zio Rino e intanto ammirare tutte le sue collezioni, respirando il profumo della storia negozio!!!
    Un abbraccio affettuoso!!!
    Alessandro, (9 anni)

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