Il budriese Simone Bolelli e Fabio Fognini vincono gli Australian Open superando i francesi Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut. Nessuna coppia azzurra, in Open Era (dall’epoca del professionismo) ce l’aveva fatta. Neppure ad andare in finale. Sabato scorso, due azzurri hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro di uno Slam.
SIMONE: “ABBIAMO FATTO QUALCOSA DI FANTASTICO”
Un titolo che consente all’Italia di iniziare alla grande quest’anno e rilancia le aspirazioni dei tennisti di maggior talento che il nostro paese può vantare. Il doppio 6-4 rifilato alla coppia francese ha confermato la solidità del doppio, che stavolta ha avuto la pazienza di attendere il momento opportuno per piazzare il break decisivo in entrambi i set. E di tutti il più continuo è stato proprio il budriese Bolelli, che non ha mai indietreggiato nel suo turno di servizio e regalato appoggio e conforto a Fognini, sempre.
“Grazie a tutti gli italiani che hanno fatto il tifo per noi, qui e da casa”. Sono state le prime parole di Simone dopo la vittoria. “Abbiamo fatto una gran cosa per l’Italia – ha continuato – per gli italiani e per la nostra Federazione. Per me e Fabio è stata una grande esperienza, prima volta insieme e subito in finale Slam… e poi la vittoria. Noi due abbiamo un grande rapporto e questo contava molto: non ci siamo mai sentiti soli. Vincere giocando insieme a Fabio è incredibile. Abbiamo fatto qualcosa di fantastico. Probabilmente realizzeremo quel che abbiamo fatto fra qualche giorno. E pensare che per entrambi il doppio era la seconda priorità dopo il singolare, ma questa esperienza ci regalerà molta fiducia anche per le nostre sfide in singolare. Vincere aiuta, e questo è il più grande successo nella nostra carriera. Adesso? Puntare alle Finals!”.
LE PAROLE DEI GENITORI
A Budrio, Simone non capita quasi più. Vive a Montecarlo con la moglie Ximena Fleitas, una modella uruguaiana. Quando è in Italia si allena a Tirrenia, ma è quasi sempre in giro per il mondo, anche se a Budrio ci sono ancora gli amici, quelli dei tempi in cui frequentava la scuola media Quirico Filopanti.
Le dichiarazioni dei genitori, rilasciate a Il Resto del Carlino, sono le più emozionanti. «Lui l’ha sempre saputo, che ci sarebbe arrivato. Lo sapeva già a quindici anni – dice mamma Stefania – quando lasciò casa per andare a Bergamo, all’Academy del maestro Luca Ronzoni, e io non ero mica tanto d’accordo, sa?». A lei fa eco papà Daniele: “I sacrifici sono stati tanti. Economici, ma anche organizzativi. Vedevamo Simone nei weekend, io lo andavo a prendere il venerdì, mia moglie partiva alle 4,30 del lunedì con la sua Focus per riportarlo a Bergamo. Ma lui è contento, e a noi va bene”.
UNA RACCHETTA E UNA PALLINA, PARTENDO DA BUDRIO
Inizia tutto per gioco: una racchetta e una pallina da tennis appoggiate in un angolo e un bambino che decide di provare i primi colpi contro un muro. Simone Bolelli, classe 1985, conosce così il tennis e scambia i primi palleggi al Country Club di Villanova di Castenaso con i maestri Saetti, quindi i primi corsi Sat, i primi tornei a Coppe a Squadre, fino alla decisione di entrare, a 12 anni, nell’agonismo.
A 14 anni Simone decide di trasferirsi a Cividino (Bg) per dare alla sua grande passione un significato orientato alla professione. Si allena con il maestro Luca Ronzoni presso l’Accademia Vavassori: ben presto si aggiudica il titolo di Campione Italiano in singolo, doppio e a squadre, le vittorie nei primi Futures, poi risultati nei Challenger.
Nel 2005 arriva la prima convocazione come quinto uomo in Coppa Davis, una grande opportunità di rappresentare la sua Nazione e di indossare la Maglia Azzurra ancora una volta (si ricordano precedenti convocazioni in Nazionale: argento in Coppa Europa e bronzo ai Giochi del Mediterraneo).
Nel Febbraio 2006 Simone lascia Cividino per Roma e si unisce al coach Claudio Pistolesi, dove riesce a raggiungere le qualificazioni dei primi Grandi Slam e Masters Series, quindi le prime esperienze nei tornei principali e le prime apparizioni nel mondo professionistico.
Arrivano poi le vittorie di Challengers nel 2007 e i primi risultati davvero importanti al Masters Series di Miami, quando Simone entra per la prima volta nel main draw di un grande torneo, dopo i 3 turni di qualificazioni.
Il 2007 apre così le porte a Simone all’ingresso a diversi main draws di Grandi Slam e Master Serie e alla convocazione come Davis Man contro Israele.
Simone collabora per un periodo con il preparatore atletico Carlo Ragalzi e per tre anni e mezzo con il coach Claudio Pistolesi. Nel Maggio 2009 Simone e Pistolesi decidono di intraprendere strade professionali diverse dopo grandi soddisfazioni.
Attualmente Simone è affiancato dal coach Umberto Rianna, dal coach Giancarlo Petrazzuolo e dal preparatore atletico Carlo Ragalzi.