Non tutti i cassonetti di indifferenziata sono stati portati via dal territorio comunale a seguito dell’introduzione del porta a porta. Nove bidoni sono posizionati in fila nel parcheggio posteriore all’ospedale di Budrio e capita che vengano utilizzati dai “furboni” che non seguono le direttive comunali sullo smistamento dei rifiuti. I cassonetti in questione sono destinati alle attività dell’ospedale, anche se i più potrebbero tranquillamente obiettare che non vi è nessuna cartellonistica di divieto di utilizzo.
SE, e sottolineo SE, quei cassonetti vengono utilizzati solo per il NON RICICLABILE fanno solo bene. Anche perchè a noi Cittadini, prima di partire con il porta a porta, non è stato chiesto nulla. Dunque: al diavolo il porta a porta. Si può differenziare anche con i cassonetti, meglio e con costi minori.
questo è un classico ERRORE di dimensionamento del servizio.
Lasciare contenitori indifferenziati a libero conferimento.
Le Istituzioni hanno abdicato al loro dovere di indirizzo e controllo del servizio e questi sono i risultati.
Chi controlla raccolta e spazzamento non dovrebbe gestire impianti di smaltimento. Il conflitto di interessi è insanabile. Il Piano rifiuti regionale è 2 anni che è impantanato su questo aspetto di per se molto semplice. Errani non è riuscito ad uscirne, e ha lasciato in eredità le scelte alla nuova Giunta (augurandoci scelte adatte al 2020 e non al 1990).
La cosa negativa che traspare da foto emblematiche del genere, è che i cittadini pensino che tale “valvola di sfogo” sia stata lasciata per loro, mentre è stata lasciata per altri motivi, ovvero mantenere una certa quota di residuo da poter gestire (una volta che è rifiuto misto….altro non si fa) come smaltimento.
I sistemi misti come quello in vigore a Budrio sono i sistemi più costosi per le tasche dei cittadini, ma è il sistema mediatico che non spiega la differenza fra recupero di materia e altri tipi di smaltimento.
Programmare per raccogliere materia anzichè raccogliere “rifiuti” come 30 anni fa…. sono due mestieri diversi.
è il Consiglio comunale che deve scegliere, il gestore deve soltanto rispettare il mandato che è loro conferito.
I Comuni di Monteveglio, Montesanpietro, Sasso Marconi hanno deciso che sistema attuare, e il gestore esegue. Normale.
A Budrio avviene una via di mezzo, con tutti gli errori e il costo maggiore che ne consegue.
Segnalazione, più al Sindaco e alla Giunta che ai cittadini:
http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/01/21/news/rifiuti-porta-a-porta-la-citta-e-da-record-trevigiani-promossi-1.10711184
Con l’augurio di opportune valutazioni su quale sia l’interesse pubblico in un settore di importanza incomprimibile per i cittadini. Anche su questo aspetto si è vinto il refrerendum del 2011, anche se le Istituzioni spesso non lo ricordano e il Legislatore continua a imporre leggi nei quali l’Ente locale appare quasi solo un mero esattore per lo Stato centrale.
Eppure i 600.000 abitanti di Treviso e provincia, capoluogo compresso sono all’86% di raccolta differenziata.
Serve unicamente volontà politica.
Concludo con una battuta. Giovanni Manildo, il Sindaco di Treviso, non è un alieno….è del PD.
Giratela come vi pare ma quelli sono le solite persone iscritte al partito CHEMMEFREGA.
Hanno anche una succursale in via Marconi, vicino al piccolo bidone della spazzatura.
La sede principale del partito CHEMMEFREGA è nell’ufficio del sindaco.