Budrio, i 9 cassonetti di indifferenziata che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi [LA FOTO]

12 febbraio, 2015

Non tutti i cassonetti di indifferenziata sono stati portati via dal territorio comunale a seguito dell’introduzione del porta a porta. Nove bidoni sono posizionati in fila nel parcheggio posteriore all’ospedale di Budrio e capita che vengano utilizzati dai “furboni” che non seguono le direttive comunali sullo smistamento dei rifiuti. I cassonetti in questione sono destinati alle attività dell’ospedale, anche se i più potrebbero tranquillamente obiettare che non vi è nessuna cartellonistica di divieto di utilizzo.

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4 Commenti


  1. SE, e sottolineo SE, quei cassonetti vengono utilizzati solo per il NON RICICLABILE fanno solo bene. Anche perchè a noi Cittadini, prima di partire con il porta a porta, non è stato chiesto nulla. Dunque: al diavolo il porta a porta. Si può differenziare anche con i cassonetti, meglio e con costi minori.

  2. questo è un classico ERRORE di dimensionamento del servizio.
    Lasciare contenitori indifferenziati a libero conferimento.
    Le Istituzioni hanno abdicato al loro dovere di indirizzo e controllo del servizio e questi sono i risultati.
    Chi controlla raccolta e spazzamento non dovrebbe gestire impianti di smaltimento. Il conflitto di interessi è insanabile. Il Piano rifiuti regionale è 2 anni che è impantanato su questo aspetto di per se molto semplice. Errani non è riuscito ad uscirne, e ha lasciato in eredità le scelte alla nuova Giunta (augurandoci scelte adatte al 2020 e non al 1990).

    La cosa negativa che traspare da foto emblematiche del genere, è che i cittadini pensino che tale “valvola di sfogo” sia stata lasciata per loro, mentre è stata lasciata per altri motivi, ovvero mantenere una certa quota di residuo da poter gestire (una volta che è rifiuto misto….altro non si fa) come smaltimento.

    I sistemi misti come quello in vigore a Budrio sono i sistemi più costosi per le tasche dei cittadini, ma è il sistema mediatico che non spiega la differenza fra recupero di materia e altri tipi di smaltimento.
    Programmare per raccogliere materia anzichè raccogliere “rifiuti” come 30 anni fa…. sono due mestieri diversi.
    è il Consiglio comunale che deve scegliere, il gestore deve soltanto rispettare il mandato che è loro conferito.
    I Comuni di Monteveglio, Montesanpietro, Sasso Marconi hanno deciso che sistema attuare, e il gestore esegue. Normale.
    A Budrio avviene una via di mezzo, con tutti gli errori e il costo maggiore che ne consegue.

    Segnalazione, più al Sindaco e alla Giunta che ai cittadini:
    http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/01/21/news/rifiuti-porta-a-porta-la-citta-e-da-record-trevigiani-promossi-1.10711184

    Con l’augurio di opportune valutazioni su quale sia l’interesse pubblico in un settore di importanza incomprimibile per i cittadini. Anche su questo aspetto si è vinto il refrerendum del 2011, anche se le Istituzioni spesso non lo ricordano e il Legislatore continua a imporre leggi nei quali l’Ente locale appare quasi solo un mero esattore per lo Stato centrale.
    Eppure i 600.000 abitanti di Treviso e provincia, capoluogo compresso sono all’86% di raccolta differenziata.
    Serve unicamente volontà politica.

    Concludo con una battuta. Giovanni Manildo, il Sindaco di Treviso, non è un alieno….è del PD.

  3. Giratela come vi pare ma quelli sono le solite persone iscritte al partito CHEMMEFREGA.
    Hanno anche una succursale in via Marconi, vicino al piccolo bidone della spazzatura.

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