Nei prossimi giorni sarà particolarmente vivace l’attività della Corale Vincenzo Bellini di Budrio che domenica 24 maggio eseguirà due concerti: il primo alle 10.00 al Parco della Rimembranza, in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale a 100 anni dall’inizio del conflitto; il secondo alle 18.00 in piazza Antonio da Budrio, in occasione dello stesso anniversario. Si esibirà inoltre domenica 31 maggio alle 18.00 all’Accademia dei Notturni di Bagnarola, nella serata conclusiva della rassegna ‘La primavera dei cori’.
Il coro, che vanta origini molto antiche, si è distinto negli ultimi anni per l’attività intensa che, oltre ai concerti, ha incluso scambi con altri cori e la partecipazione alle opere liriche del Teatro Consorziale di Budrio. Di queste collaborazioni e dei progetti futuri ci parla il direttore, il Maestro Roberto Bonato [foto], nell’intervista a seguire.
Qual è l’attuale formazione del coro?
Il coro è formato da 55 iscritti. È un gruppo eterogeneo per sesso, età e conoscenza musicale. È nato il 14 aprile 1911.
Qual è il vostro repertorio e quali sono le scelte stilistiche?
Il repertorio è vario, spazia dal sacro (Requiem, Gloria chiusa) al profano, lirica inclusa. Da sei anni animiamo le opere liriche in cartellone al Teatro Consorziale di Budrio (Don Giovanni, Traviata, il Barbiere di Siviglia, L’Italiana in Algeri, Elisir d’amore, Don Pasquale). Stiamo studiando Tosca in programma per novembre e siamo già stati contattati per cantare Aida in occasione della riapertura del teatro di Cento di Ferrara, chiuso per un restauro post terremoto. Tutto ciò fra un concerto e l’altro.
So che avete fatto diversi scambi con altri cori, ce ne parla? E quali sono i progetti futuri?
Interagiamo con altri cori non solo per scambi, ma anche per potenziare eventuali scelte canore, che richiedano un organico maggiore (Carmina Burana). Siamo stati a Gyula e ad Eichenau, paesi gemellati con Budrio. Abbiamo ospitato cori stranieri danesi e croati e siamo andati a Zara. Abbiamo anche ospitato un gruppo musicale cileno in tournée in Italia a spese del loro stato, con loro abbiamo cantato la Misa Criolla di Ramirez. È stata un’emozione fortissima in un teatro esultante. Siamo stati invitati ad andare in Cile, ma per un coro che da 104 anni si auto finanzia, il fattore economico è un significativo deterrente.
Io sono entrato a far parte del coro a 12 anni, come contralto. Dirigo anche un gruppo vocale bolognese dedicato al compositore tedesco H. Schutz e formato da musicisti che eseguono un repertorio prevalentemente rinascimentale e barocco. Sono reduce da due tournée in Giappone e in Cina dove ho accompagnato al pianoforte gli ocarinisti budriesi. Insegno musica in una scuola media a Bologna, a Budrio alla Diapason e alla Scuola di Musica di Molinella.
Ci parla dei concerti del 24 e 31 maggio?
Quando siamo stati interpellati per gli interventi relativi al ricordo della Prima Guerra Mondiale, abbiamo aderito subito con entusiasmo, per l’onore ed il piacere di dare il nostro apporto alla memoria di un evento così importante della nostra storia. La giornata si articolerà in due momenti: quello solenne del mattino al Parco della Rimembranza insieme alla banda budriese e quello serale insieme al gruppo teatrale, promosso e diretto dal regista Alfonso De Filippis che ci ha guidati nella scenografia lirica. Il 31 maggio all’Accademia dei Notturni concluderemo la bella iniziativa di rassegna dei cori, con un repertorio a noi più congeniale, intitolato “Invito all’opera” eseguito dal coro budriese che, nonostante la sua veneranda età, ha ancora tanta voglia di cantare.
Ludovica Piazzi