Domenica 24 maggio alle ore 10 al Parco della Rimembranza si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica e documentale 24 maggio 1915 – La Grande Guerra, un popolo in armi. La Corale “Vincenzo Bellini” e la Banda Giovanile di Budrio scandiranno l’inizio delle celebrazioni del 100° anniversario dall’ingresso dell’Italia nella Iª Guerra Mondiale. Ferruccio Melloni, membro del Circolo Sandro Pertini, Giulio Pierini, Sindaco di Budrio e Carlo Pagani, Presidente della Pro Loco interverranno nel corso della mattinata, in cui sarà inaugurata anche la sezione espositiva presente alla Cà ed Metusco.
Il programma – organizzato dal Comune in collaborazione con il Circolo Sandro Pertini e la Pro Loco – della commemorazione è arricchito: dalla proiezione (il 24 maggio alle ore 17, presso la Sala Enea Biavati) di un documentario Budrio e la Grande Guerra realizzato da Vittorio Bonaga; dallo spettacolo itinerante La Guerra di tutti (testi di Antonella Cosentino), che inizierà alle ore 18,30 del 24 maggio in piazza Filopanti; da una selezione, a cura del CINECLUB Metusco, di tre film – Addio alle armi di Charles Vidor, Uomini contro di Francesco Rosi, Torneranno i prati di Ermanno Olmi – visibili il 21 maggio, il 28 maggio e il 4 giugno sempre nella Sala Enea Biavati della Cà ed Metusco; della lettura, da parte di Tiziano Casella, del testo Due giorni e una notte nella Grande Guerra di Maurizio Garuti il 2 giugno alle ore 17 alle Torri dell’Acqua.
LA MOSTRA
L’idea di ricordare con una mostra il 100° anniversario dall’ingresso dell’Italia nella Iª Guerra Mondiale è nata dalla collaborazione tra il Circolo Sandro Pertini e la Pro Loco a cui si è aggiunta la sentita adesione del Comune di Budrio.
L’esposizione – curata da Maurizio Montanari, Fernando Pazzaglia e Alberto Cocchi – ha due ubicazioni: nel Parco della Rimembranza è presente una rassegna fotografica composta da oltre 50 fotografie, che fanno riferimento all’Italia e a Budrio, 6 pannelli, che chiariscono gli snodi fondamentali del conflitto; alla Cà ed Metusco (viale Primo Maggio, 22) sono presenti istantanee di soldati partiti per il fronte, alcune divise e una selezione di armi (di proprietà di Marco Vannucci), una collezione di soldatini, medaglie, documenti e libri.
LE SCELTE
Le fotografie restituiscono senza intermediari la tragicità di quegli anni, creando un dialogo serrato tra immagini dal fronte e fotogrammi budriesi. Tra i molteplici spunti di riflessione, spiccano quelli offerti da due documenti e dai libri esposti alla Cà ed Metusco: il Manifesto che riporta i nomi dei donatori di somme di danaro utilizzate per la costruzione del Parco della Rimembranza e lo spartito contenente la musica, accompagnata dal testo scritto da Giuseppe Gnudi, composta per l’inaugurazione del Parco (avvenuta il 13 giugno 1925) sono affiancati da libri pieni di significato e capaci di restituire la profondità esistenziale del periodo bellico: La vestale dello spirito di Gigi da Budrio; Piccolo Alpino di Salvator Gatto; Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu; Né aderire né sabotare di Luigi Ambrosoli; Guerra del ’15 di Gianni Stuparich; La battaglia del Piave del Colonnello Amelio Dupont sono soltanto alcuni dei titoli delle opere di proprietà dell’Archivio Montanari-Pazzaglia, ancora una volta insostituibile punto di riferimento culturale.
I PRIMI 15 ANNI DEL ‘900
La Iª Guerra Mondiale viene combattuta a parecchi chilometri di distanza da Budrio, ma non per questo le atrocità belliche sono meno legate alla vita della comunità budriese, che nel 1915 può contare su una notevole consistenza quantitativa: pari a 18000 unità.
I primi quindici anni del ‘900 portano fondamentali progressi in campo economico e sociale: le innovazioni nell’agricoltura, la realizzazione del primo acquedotto, la costruzione della centrale di produzione dell’energia elettrica, la creazione di un collettore fognario, l’edificazione delle scuole elementari (oggi intitolate a Fedora Servetti Donati) e il generale progresso dei servizi sociali e sanitari sono le testimonianze tangibili del favorevole periodo storico vissuto da Budrio in quel primo scorcio di secolo.
Certo le innovazioni appena descritte non consentono nessun deciso mutamento nell’esistenza della popolazione (due terzi del totale), che vive in campagna, però ribadiscono la vivacità del Comune, capace di cogliere con tempismo i vari progressi di carattere nazionale.
BUDRIO DURANTE LA Iª GUERRA MONDIALE
Nel 1915 Budrio può contare su 9000 uomini. Quando il 24 maggio l’Italia fa il proprio ingresso sullo scenario della Iª Guerra Mondiale iniziano le frequenti chiamate alle armi. Già nel 1916 la mobilitazione coinvolge una ventina di classi di età per un totale di circa 3000 coscritti. L’anno successivo lo sforzo bellico richiede ancora più uomini: con la leva militare obbligatoria dei nati fino al 1874, il totale dei budriesi al fronte sale a 3500 unità, vale a dire il 40% della popolazione maschile.
L’iniziale entusiasmo, corroborato dalla sensazione di essere parte del tanto auspicato completamento dell’unità nazionale, lascia presto il posto allo sconforto per l’arrivo delle notizie relative ai primi caduti, per il ritorno di numerosi feriti e per le difficoltà insostenibili dovute ad una vita quotidiana privata degli uomini più giovani. Il 21 novembre 1915 ha luogo la prima commemorazione dei morti in guerra: Budrio, listata a lutto, piange venti ragazzi. Durante il Conflitto Mondiale non si terranno altre celebrazioni, perché – come ribadisce Ferruccio Melloni – “le parole non potevano più esprimere la tragedia in corso”. Anche gli ideali più alti sono inermi al cospetto della disperazione legata alla perdita delle persone care.
La guerra provoca effetti progressivi sulla quotidianità. La lotta per sopravvivere diventa ben presto una realtà inequivocabile. Alcuni provvedimenti nazionali e il sostegno delle Associazioni Benefiche coadiuvano l’iniziativa del Comune, primo soggetto a farsi carico degli effetti del conflitto. Il Comune di Budrio nel 1916 contrae un mutuo di 83.500 lire da porre a disposizione del locale Comitato di Assistenza Civile per i sussidi alle famiglie dei soldati. La richiesta di un prestito di 10000 lire, alla Banca Popolare di Mezzolara, per poter aprire un altro mutuo di 25000 lire è una ulteriore dimostrazione dell’impegno del governo budriese, che partecipa, con lo stanziamento di 10500 lire, al prestito nazionale per le spese di guerra. La delibera comunale di un contributo a favore dell’ufficio pensioni di guerra ribadisce la sensibilità di Budrio, che al termine della Grande Guerra è costretta a fare i conti con 370 morti (una ricerca in corso chiarirà definitivamente il numero esatto, che si discosterà di pochissime unità rispetto al dato appena espresso) ed oltre 500 feriti.
Leonardo Arrighi