Omicidio di Jamila a Budrio, pena ridotta a 18 anni. Non ci sono i ‘futili motivi’

12 giugno, 2015

Scende da trenta a diciotto anni la condanna per Abderrahim Qablaoui, l’uomo che il 23 febbraio 2013 uccise la giovane marrocchina Jamila Assafa, davanti ai suoi figli, in un condominio di via Frati a Budrio. La decisione è stata presa dalla Corte di assise di appello di Bologna. Il sindaco Pierini: “Pena ridotta? Senso di indignazione e sfiducia nelle istituzioni”.

NON CI SONO I FUTILI MOTIVI
In appello, accogliendo il ricorso del difensore, è caduta l’aggravante dei futili motivi e sono state riconosciute, seppur parzialmente, le attenuanti generiche. “Sono estremamente soddisfatto”, ha commentato l’avvocato di Abderrahim Qablaoui. “Sentenze come questa, in un delicato processo di appello tutto basato sul diritto – ha proseguito – riconciliano un avvocato con la giustizia. E’ il trionfo del diritto quando la gravità del fatto non prevale sugli elementi giuridici. Tutto questo lo dico con il massimo rispetto per la vittima: anche oggi l’imputato, reo confesso, ha chiesto scusa per quello che ha fatto”.

PIERINI: “SENSO DI INDIGNAZIONE E SFIDUCIA NELLE ISTITUZIONI”
Una decisione, quella della Corte di appello, che non è stata presa bene dal sindaco di Budrio Giulio Pierini. “Ho riflettuto – ha detto – sulla riduzione della pena da 30 a 18 anni di carcere per il marito (e assassino) di Jamila. Faccio fatica a trovare il senso di questa decisione. Troppo spesso le sentenze sono un inevitabile momento di polemica, indignazione, sfiducia verso le istituzioni. Quello dell’omicidio di Jamila – ha concluso – è uno di quei casi, che ci saremmo volentieri evitati”.

JAMILA, L’OMICIDIO DUE ANNI FA
Era domenica 24 febbraio quando fu diffusa la notizia dell’omicidio della donna. Il paese, che quel giorno si recava alle urne per eleggere il nuovo parlamento, fu sconvolto dall’evento. La notizia ebbe subito risonanza nazionale, a causa delle modalità con le quali l’uomo aveva infierito sul corpo di Jamila. Il crimine era stato commesso la sera prima, intorno alle 21:30, prima della fuga dell’uomo con i due figli piccoli, di quattro e due anni, per poi costituirsi nella stazione dei carabinieri.
“Litigavano spesso – aveva raccontato una vicina di casa della coppia a Budrio Next – e più volte la donna aveva chiamato i Carabinieri. Le autorità conoscevano la delicata situazione e la famiglia era seguita dai servizi sociali del Comune di Budrio, che la accompagnavano a fare la spesa. Era facile sentirli litigare, le urla si sentivano chiaramente e molto spesso le discussioni si chiudevano con Jamila che usciva di casa portandosi dietro i figli, oppure veniva a sfogarsi in casa mia. Mi diceva: “Lo senti mio marito? Lo senti? Tu la lingua non la conosci ma queste sono volgarità”. E ancora: “Voleva andarsene, voleva tornare dalla madre in Marocco, ma non riusciva a fare il passaporto per partire. Era una donna tranquilla, una buona madre per i figli, considerata dal marito come una proprietà e costretta a essere maltrattata per banalità”. La sera stessa i budriesi avevano dimostrato la loro solidarietà con una fiaccolata nel centro storico del paese.

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5 Commenti


  1. Stupisce la incomprensibile riflessione del sindaco Pierini in relazione alla sentenza della Corte d’Assise d’appello di Bologna.
    La pena irrogata non é mite.
    Si pensi che a Anders Breivik, che ha assassinato a sangue freddo e senza alcun motivo, 77 persone, in Norvegia, é stato condannato alla pena di anni 21 di carcere.
    Che le sentenze dei Tribunali italiani siano, come dice Pierini ” Troppo spesso un inevitabile momento di polemica, indignazione, sfiducia verso le istituzioni.” é un’affermazione superficiale e frutto di mancanza di conoscenza della materia.
    Il sindaco si informi meglio.
    I giudici devono rispettare la legge e la loro coscienza, non il desiderio di vendetta .
    Nel nostro paese poi, dimentica Pierini, che l’ordine giudiziario ha pagato con un alto tributo di sangue la fedeltà alla Costituzione e alle leggi. (Altroché sfiducia verso le istituzioni.)
    Noto infine che un uomo politico, guarda caso di un partito che fa leggi sempre più lassiste in materia di repressione dei reati e costringe il parlamento ad approvarle a colpi di maggioranza, esprime valutazioni che sino a qualche mese fa erano appannaggio di partiti di destra, con contenuti rozzamente eversivi, che il PD stigmatizzava duramente (prima).
    Sono cambiati i tempi! Adesso i giudici danno fastidio anche al PD!
    Chissà perchè?

    • Mi piacerebbe che qualsiasi magistrato la smettesse di tirare in ballo i ‘tributi di sangue’ ogni volta che si parla della loro casta. Anche i muratori, piuttosto che gli agenti di commercio pagano un altissimo contributo di sangue nello svolgimento del loro lavoro, ma non è che per questo non li si possa criticare come categoria. Anche perchè, purtroppo spessissimo, quelli che hanno veramente pagato il tributo con il proprio di sangue, non è che fossero molto sostenuti dalla propria categoria, prima di essere ammazzati.

      • Signor Aldo lei non sa proprio nulla del tema e ne parla con luoghi comuni e frasi fatte. Se le risparmi, per favore. Di avvocati d’ufficio il sindaco non ne ha bisogno. Stia al tema e non ne approfitti per dire scempiaggini.
        Per il resto, ogni tanto cerchi di provare un minimo di pudore prima di fare affermazioni tanto avventate quanto superficiali.

  2. roberto aldrovandi

    L’ennesima dimostrazione della siderale distanza fra legislatore e cittadino: io a costui avrei addirittura dato l’aggravante della premeditazione, visto che l’uxoricidio è stato la brutaleconclusione di un percorso fatto di maltrattamenti e violenza.

  3. fiorellino secco

    quando io scrivo mi sono sentita dire che i commenti sono a sfondo razzista…. per futili motivi ha assasinato la moglie e tra pochi anni torna in paese che schifo chi uccide ruba occupa le case è tutelato dalla legge chi lavora si rovina di tasse….

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