L’amicizia con Gioacchino Rossini, il dialogo con Papa Gregorio XVI, il titolo di Professore Emerito ed altre onorificenze descrivono in parte Rinaldo Baietti. L’avvocato di Prunaro ha coltivato in particolare l’amore per l’insegnamento, attività interpretata come una missione. Ogni circostanza a contatto con gli studenti era propizia per stimolare la curiosità verso delle storie solo apparentemente distanti dalla giurisprudenza. Nel modo chiaro e non canonico di raccontare il Diritto emergeva tutta la volontà di riportare qualsiasi disciplina ad una dimensione umana. Baietti è riuscito a laurearsi nonostante le umili origini famigliari, che lo hanno spinto ad essere pieno di rispetto per il prossimo e a distanza di oltre 150 anni dalla morte, avvenuta mentre l’Italia nasceva (1861), la sua vicenda appare come un invito ad impegnarsi nella difesa di una preziosa eredità.
LA PASSIONE PER LO STUDIO
Rinaldo Baietti nasce il 20 febbraio 1790 a Prunaro. Il padre Filippo e la madre Francesca Orlandi sono agricoltori. Rinaldo dimostra sin da bambino una grande passione per lo studio. La vita nei campi non si addice al ragazzino di Prunaro, che preferisce trascorrere le giornate con un libro tra le mani. I genitori non sottovalutano le qualità del figlio, decidendo di investire parte del modesto patrimonio di famiglia per sostenerne il percorso formativo.
Baietti si impegna a fondo e nel primo decennio del 1800 lo ritroviamo a Bologna, dove apprende la retorica e la filosofia da Giuseppe Vogli. Nella città dello Stato Pontificio Rinaldo inizia a frequentare l’Università, studiando greco e diritto. Il 19 giugno 1810 Baietti consegue (con lode) la Laurea in Giurisprudenza e quattro anni più tardi si iscrive all’Albo del Collegio degli Avvocati. Accanto alla professione legale il budriese coltiva l’interesse per l’insegnamento: nel 1819 Rinaldo fa parte di un gruppo di giovani dottori che tenta di dare vita ad un corso privato, rivolto alla preparazione agli studi universitari dei ragazzi provenienti dal collegio. L’idea rimane allo stadio embrionale, ma rafforza l’inclinazione di Baietti, che il 3 dicembre 1822 diventa Ripetitore di Diritto Naturale e delle Genti all’Università di Bologna.
LA FOLGORANTE CARRIERA
Dal mese di gennaio del 1823 l’avvocato di Prunaro tiene il corso universitario al posto del professore Domenico Bonini. La morte (in tarda età) di quest’ultimo, avvenuta il 9 ottobre 1825, accelera la carriera di Rinaldo, che per acclamazione riceve l’incarico di professore di Diritto Naturale e delle Genti (che ricopriva di fatto da oltre due anni).
Dal 1819 Baietti è iscritto alla prestigiosa Accademia dei Felsinei (sciolta nel 1831 per questioni politiche) e nelle riunioni si trova accanto a letterati di prim’ordine, tra cui: Paolo Costa, Giovanni Marchetti, Vincenzo Monti, Carlo Botta, Pietro Giordani, Giacomo Leopardi e Giulio Perticari. Rinaldo appartiene anche all’Accademia dei Filodicologi dove incontra numerosi esperti di diritto e all’Accademia Filarmonica, che oltre ad annoverarlo tra gli accademici onorari lo assume come consulente legale.
Negli anni ’20 il budriese diventa membro del Collegio Filologico e del Consiglio Legale, rafforzando ulteriormente la propria presenza nella vita culturale di Bologna. Rinaldo si distingue per il profondo equilibrio intellettuale, che lo porta ad evitare conclusioni affrettate. L’amministrazione bolognese decide di inviarlo presso Papa Gregorio XVI nel 1831. L’inverno precedente la seconda città dello Stato Pontificio è stata teatro di moti rivoluzionari particolarmente violenti ed ora, alcuni mesi dopo, si rende necessario il tentativo di una riconciliazione. Baietti riesce nell’impresa, conquistando la stima del Pontefice, che sceglie di addolcire i provvedimenti repressivi adottati nei confronti di Bologna.
L’INSEGNAMENTO COME PRIORITÀ
Nel 1848 l’avvocato di Prunaro cessa la docenza universitaria per raggiunti limiti di età, ma resta all’interno dell’Ateneo fino al 1859, quando viene dichiarato Professore Emerito. Nel 1848 chiude anche lo studio legale, dedicandosi ad altre occupazioni: dal 1854 al 1857 è membro della Commissione Provinciale di Statistica e Conservatore del Municipio di Bologna. Dal 1856 Rinaldo assume l’incarico di Direttore delle Scuole di Filosofia Elementare, ribadendo la propria passione per l’insegnamento: vera missione a cui dedicare l’intera esistenza. La chiarezza, la misura e l’ordine sono le qualità più evidenti. La ricerca costante di connessioni, capaci di creare un reticolato culturale impossibile da rompere. I riferimenti storici, filosofici e filologici completano la serie dei principi seguiti da Baietti, fiero interprete di una modalità di esposizione fondata su percorsi acquisibili dagli studenti, presto protagonisti di indagini condotte in prima persona.
LE SORPRESE DEL TESTAMENTO
Il professore di Prunaro muore il 28 novembre 1861 senza rimpianti, ricordando però il momento in cui aveva sperato di diventare Rettore dell’Università di Bologna: è il 1848 e l’arcicancelliere propone il nome di Rinaldo al Prefetto. Il «temperamento freddo [e] conciliante» appare un requisito provvidenziale in una situazione complessa come quella del ’48. Baietti fatica a nascondere la delusione per il mancato incarico, ma non perde l’entusiasmo per la conoscenza: alzarsi alla mattina alla ricerca di qualche nuovo studio da compiere è sempre la priorità.
Il testamento dell’avvocato di Prunaro contiene due disposizioni davvero sorprendenti. L’amicizia tra Rinaldo e Gioacchino Rossini emerge in modo lampante: il grande compositore aveva scelto Baietti come consulente legale ed in breve tempo nasce un sodalizio culturale ricco di ispirazione. Rossini dona all’amico budriese due spartiti autografi: Il Barbiere di Siviglia e Cenerentola. Rinaldo conserva gelosamente i regali, decidendo di lasciarli in eredità: il primo al Liceo Musicale bolognese ed il secondo all’Accademia Filarmonica di Bologna.
Leonardo Arrighi