di Barbara Bacco*
Recentemente la comunità di Budrio e i suoi genitori sono stati sconvolti dal tentato adescamento subito da un bambino di 10 anni avvicinato in macchina da un uomo, mentre si recava da solo a piedi a lezione di taekwondoo. Questo episodio ha allarmato tutte le famiglie in quanto ha minato il senso di protezione e sicurezza che faticosamente e costantemente ogni genitore cerca di garantire e trasmettere ai propri figli nella speranza di poterli tutelare anche in sua assenza.
Ogni genitore desidera poter garantire un contesto di crescita sicuro e sano: come si può assicurare ciò? E’ davvero possibile? Per rispondere a queste domande è importante partire da quanto accaduto dopo l’episodio di adescamento: il piccolo ha immediatamente confidato ai propri genitori quanto successo alla ricerca di un luogo di accoglimento e affetto in cui poter ricontattare quel senso di sicurezza minacciato da qualcosa che lo aveva spaventato.
Difatti, il senso di protezione che ogni figlio può e deve sviluppare crescendo rappresenta uno dei compiti principali del genitore su cui poter instaurare un rapporto solido con il proprio bambino. La funzione protettiva genitoriale può essere proprio descritta come la “capacità attiva di prevenire il pericolo e di offrire cure adeguate ai bisogni del figlio nelle sue diverse fasi evolutive”. I minori che sentono di potersi affidare agli adulti che si prendono cura di loro saranno emotivamente più sicuri di sé, mostrando maggiori capacità di confronto con l’ adulto di riferimento in una ricerca continua di affetto e garanzia. Le teorie sullo sviluppo dell’età evolutiva pongono l’accento sull’importanza della relazione genitori-figli, non solo per favorire la crescita dei figli in modo sano, ma anche per mantenere nel tempo un rapporto costruttivo. Diventa quindi opportuno che il genitore rifletta i sentimenti del figlio all’interno di una relazione basata sull’empatia e sull’intimità, alimentando così la fiducia reciproca.
Il senso di protezione di ogni bambino si instaura all’interno di quello che viene definito un legame di attaccamento. Questo legame è sicuro quando è in grado di fornire un supporto emotivo e protettivo, oltre che chiare regole a cui il bambino può far riferimento in caso di necessità (es: non andare via con gli sconosciuti e/o senza il permesso di mamma e papà). Per costruire un buon rapporto genitori-figli è necessario, quindi, trasmettere il proprio affetto e fornire punti di riferimento in maniera costante così che il bambino possa sviluppare personali ed adeguate capacità di coping (fronteggiamento) dei problemi e dei pericoli incontrati. Nel momento in cui il minore sente che la propria famiglia e la propria casa rappresentano il luogo sicuro dove poter portare quanto li turba, li intimorisce o li fa soffrire, potrà mostrare una minore tendenza all’influenza esterna.
Se diventare grandi vuol dire imparare ad affrontare la vita con tutte le sue difficoltà, le sue frustrazioni ed i suoi pericoli, il ruolo dei genitori è proprio quello di fornire gli strumenti perché i figli possano crescere liberamente protetti, accompagnati dalla sensazione di sicurezza che solo un genitore amorevole ed attento può trasmettere.
*Barbara Bacco, budriese, è psicologa e psicoterapeuta biosistemica. E’ specializzata in psicologia della famiglia e della coppia, psicologia dell’eta’ evolutiva ed adulta e psicologia giuridica.
Quando nella comunità i ragazzini respingono certe proposte,raccontandole in casa.
Credo di poter dire che molti svolgono bene il proprio lavoro.
Insegnanti compresi.
Giulio Cristiani.