Budrio, rinasce la Bottega del Legno dei Rapparini. Sabato l’inaugurazione

23 settembre, 2015

Il 26 settembre alle ore 18 sarà inaugurata la Raccolta dal titolo La bottega del legno della famiglia Rapparini. La nascita di questa donazione permanente aprirà la Notte dei Musei 2015, da molti anni appuntamento insostituibile del calendario culturale budriese. Una stanza (al n.37 di via Garibaldi) diventerà il luogo in cui la falegnameria de La Motta di Vedrana potrà rinascere, diventando un patrimonio dell’intera comunità.

LA BOTTEGA DEL LEGNO
L’iniziativa è partita alcuni anni fa: quando Nadia Rapparini, complice la morte del padre Adriano, ha deciso di restituire vitalità agli strumenti da falegname ereditati quasi vent’anni prima. La Raccolta è di conseguenza dedicata ad Adriano Rapparini, fiero sostenitore dell’importanza della tutela del materiale di famiglia, ma soprattutto uomo capace di promuovere costantemente la cooperazione tra le persone.
Nadia ha potuto avvalersi della collaborazione: di Lorella Grossi (direttrice dei musei di Budrio), sempre pronta a dare il proprio aiuto, dell’architetto Maria Cinzia Chiodini, curatrice dell’allestimento della sala, e di Leonardo Arrighi, a cui è stata affidata la ricerca storica. Oltre che del Comune di Budrio.
La pubblicazione, curata da Arrighi, dal titolo La bottega del legno della famiglia Rapparini – Falegnami a La Motta dalla metà del 1800 (Edizioni Aspasia), contiene tutte le notizie relative alla falegnameria. La vicenda umana e professionale dei Rapparini si inserisce nella narrazione della storia di Vedrana e de La Motta. L’approfondimento del ruolo rivestito dall’artigianato arricchisce l’avventura dei Rapparini, giunti a Vedrana attorno al 1850. Luigi, Cesare, Massimo, Alfredo e Ottorino sono i nomi dei falegnami che si sono succeduti alla guida della bottega, dimostrando delle abilità tecniche tramandate da un maestro di Castenaso (luogo di origine dei Rapparini) formatosi nella seconda metà del 1700.
Ripercorrere l’evoluzione artigianale dei falegnami de La Motta significa confrontarsi con un cosmo sociale ormai perduto, notando quanti siano i punti di contatto con altre vicende caratteristiche dell’Italia intera.

LA FALEGNAMERIA DEI RAPPARINI
Luigi Rapparini nasce a Castenaso nel 1814 e – dopo essersi messo alla prova in una bottega probabilmente di proprietà di un falegname formatosi nell’ambiente bolognese – giunge a Vedrana attorno al 1850. A spingerlo nel nostro Comune è la necessità di trovare una falegnameria, provvista di abitazione, che abbia un affitto sostenibile per le limitate risorse economiche di Luigi, già padre di due figli. A La Motta nasceranno altri tre figli, che andranno a completare la famiglia dei Rapparini. Da questo momento ha inizio l’avventura professionale dei falegnami de La Motta: Luigi lascerà il testimone a Cesare e Massimo, che a loro volta istruiranno i giovani Alfredo, Aldo e infine Ottorino.
Le abilità tecniche dei Rapparini sono tutt’altro che comuni e sono riscontrabili soltanto tra gli ebanisti: la costruzione e la riparazione degli oggetti di uso comune occupa gran parte delle giornate dei falegnami, intenti spesso anche alla progettazione di mobili, tavoli ed altre preziose creazioni destinate alle ricche famiglie bolognesi che risiedono a Vedrana.
I Rapparini sono strettamente legati a La Motta, un’altura molto probabilmente di epoca preistorica. L’edificio, posto all’angolo tra via Zenzalino e via Rondanina, ha lo stesso nome della località ed è stato costruito prima del 1500. Dal 1700 all’interno de La Motta risultano due attività: una bottega da falegname e una da fabbro. La famiglia Rapparini giunge in un luogo già adibito a falegnameria e tra quelle mura costruisce la propria storia, dando vita ad una tradizione artigianale lunga 150 anni.
La pazienza, la cura del dettaglio e la passione viscerale per una materia viva come il legno sono alcune delle qualità caratteristiche dei falegnami de La Motta, capaci di difendere la sensibilità artigianale fino alla fine del 1900 e pronti ora, attraverso la rinascita della loro bottega, a raccontare una vicenda piena di spunti di riflessione.

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