La rinascita di Palazzo Bellone, la struttura architettonica di Armarolo di Budrio

15 ottobre, 2015

Percorrendo via Trapanino, la strada che separa il Comune di Budrio da quello di Granarolo, ci si imbatte nel Palazzo Bellone: un edificio da riscoprire. Tra i numerosi luoghi collocati su strade poco frequentate e per questo spesso dimenticati, Palazzo Bellone merita di essere valorizzato. Da troppo tempo appariva condannato ad una inesorabile decadenza ed invece a partire dal 2012, grazie all’acquisto da parte di Graziella Zironedelli e Graziano Baraldi, ha iniziato a riacquisire tutte le sue caratteristiche originarie. Ci vorrà ancora molta pazienza, ma un giorno (non troppo lontano) potremo assaporare la bellezza architettonica di un palazzo che rischiava di essere abbandonato ad un desolante destino.

LA STORIA
Al confine tra Budrio e Granarolo sorge Palazzo Bellone, una struttura architettonica ricca di fascino. La storia dell’edificio di Armarolo ci riporta al 1500, quando viene costruita la casa colonica: primo nucleo dell’intero complesso. All’abitazione rurale si accompagna, un secolo dopo, l’elegante torre colombaia. La svolta decisiva coincide con l’acquisto dell’edificio da parte dei Belloni. Un ramo della famiglia di mercanti – originari di Codogno (provincia di Lodi) – si stabilisce a Bologna all’inizio del 1700 e in breve tempo comincia ad accrescere i propri possedimenti. Attorno al 1750 i Belloni acquistano un ampio appezzamento di terra (di 117 tornature) e la casa colonica – con torre colombaia – posta all’interno: si tratta dell’edificio di via Trapanino. I nuovi proprietari restaurano la struttura, mantenendo intatte le originarie sembianze cinquecentesche: in particolare le grandi logge passanti, lo scalone e la divisione degli ambienti. I Belloni non rinunciano ad apportare delle modifiche, decidendo di innalzare di un piano e ampliare una parte dell’edificio, che assume i connotati di un palazzo con rifiniture settecentesche. Da questo momento in poi il complesso verrà suddiviso in due parti: la prima abitata dai proprietari e la seconda dagli affittuari e gestori della tenuta. I due ingressi, ancora oggi presenti, confermano questa netta divisione: da una parte il portone che conduce alla zona “nobile”; dall’altra una entrata, priva di cancello, che guida alla casa colonica. I Belloni – ben introdotti nella vita sociale cittadina e proprietari di uno sfarzoso palazzo nel centro di Bologna – costruiscono un oratorio a cinquanta metri di distanza dall’edificio di via Trapanino. Il luogo sacro, attualmente posto nel territorio del Comune di Granarolo, presenta una sobria facciata settecentesca, incorniciata da un timpano; il piccolo campanile a vela, con due campane, conferisce grazia ed eleganza a tutta la struttura architettonica. All’interno dell’oratorio si può ammirare un grande affresco del tardo settecento, che ritrae la Madonna fra due Santi.

LA RINASCITA DI PALAZZO BELLONE
Palazzo Bellone – nome derivato dalla famiglia dei Belloni – continua ad essere abitato nel corso dei secoli. I vari proprietari, soprattutto nel ‘900, utilizzano l’edificio come residenza e magazzino, senza prendersi cura del palazzo, che con il passare del tempo manifesta tutta la sua sofferenza.
Nel 2012 il complesso viene acquistato da Graziella Zironedelli e Graziano Baraldi, che scelgono di impegnarsi nell’impresa di ridonare al palazzo l’originale fisionomia. I lavori sono ancora in atto e lo saranno per molti anni, però le idee sono chiare nelle menti di Graziella e Graziano. La volontà di non affrettare i tempi fa parte del percorso intrapreso e si identifica con l’esigenza di indagare ogni piccolo dettaglio, diventando parte della storia racchiusa nelle stanze di Palazzo Bellone. L’interno dell’edificio presenta alcuni richiami ad antiche tradizioni e ad abitudini ormai dimenticate.
Chiunque percorresse via Trapanino potrebbe pensare che il palazzo sia ancora lontano dal ripresentare il proprio volto, però numerosi interventi strutturali (e poco visibili) sono già stati portati a termine con successo. Tra qualche anno i budriesi, e non solo, potranno riscoprire Palazzo Bellone: un prezioso testimone dei rapporti che si sono creati tra l’uomo e la realtà circostante.

Leonardo Arrighi

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