Dopo l’aggressione a Budrio, il caso in commissione. Lai.momo: “Non siamo a Mezzolara 24 ore su 24”

13 novembre, 2015

Dopo l’aggressione subita da una donna a Mezzolara di Budrio ad opera di un richiedente asilo ospitato nel territorio, il caso è arrivato direttamente fra i banchi dei consiglieri comunali. A spiegare come la cooperativa Lai.momo gestisce i 14 migranti della frazione (oltre ai 12 a Budrio capoluogo) è stata chiamata la responsabile d’area Silvia Festi, già intervistata da Budrio Next il mese scorso. Ha chiarito che “i ragazzi accolti sono del Senegal e della Guinea”, zone dove non insistono conflitti armati, ma che queste persone “hanno comunque subito presunti maltrattamenti e violenze in altri paesi”. A Mezzolara la cooperativa ha trasferito i suoi uffici principali, ma comunque “non possiamo – ha detto – essere presenti 24 ore su 24”. A Budrio capoluogo l’ospitalità terminerà a fine anno, se la prefettura non disporrà diversamente. Abbiamo racchiuso in questo articolo le risposte più interessanti della Referente Festi.

Qual è la situazione dell’accoglienza sul nostro territorio?
A Budrio capoluogo sono ospitate attualmente 12 persone, di provenienza Bangladesh e Pakistan, tutte in attesa di sapere se la Prefettura gli concederà l’asilo. In ogni caso, entro fine anno, la struttura nella quale sono accolti non proseguirà l’esperienza, salvo che la Prefettura non disponga diversamente. A Mezzolara i richiedenti asilo sono 14, provenienti dal Senegal e dalla Guinea.

Perchè chiedono asilo visto che provengono dal Senegal e dalla Guinea, zone dove non sussistono rilevanti conflitti armati?
E’ facile dedurre il motivo della richiesta per coloro che fuggono da Siria, Eritrea, Sudan o Somalia, territori sottoposti ai conflitti. Lo è meno per coloro che arrivano dalla Nigeria, dalla Costa D’Avorio, dal Mali, Filippine, Pakistan o dall’Asia in generale, oppure dal Senegal e dalla Guinea come i ragazzi di Mezzolara. In questo caso la Commissione preposta a concedere i documenti per la loro permanenza non lo fa considerando il loro status di rifugiati, ma altri motivi che concorrono a concedere loro comunque una protezione. E’ il caso dei ragazzi di Mezzolara alcuni dei quali hanno subito violenze e maltrattamenti pesanti, constatati da un medico legale. Benché provenienti da paesi non in guerra questi ragazzi sono stati deportati nelle prigioni di paesi dove sussistono conflitti armati.

Chi ha preso la decisione di accoglierli a Mezzolara?
E’ stata la prefettura a disporre l’ospitalità nella frazione di Budrio. La struttura in via Lumaca era già stata preposta e arredata da tempo per il trasferimento dei richiedenti asilo che ora vivono nel capoluogo di Budrio. Ma con l’emergenza sbarchi è stata destinata a nuove persone.

Le persone che lavorano nella Cooperativa Lai.momo sono presenti a Mezzolara?
Non 24 ore su 24. Ma abbiamo trasferito in via Lumaca i nostri uffici centrali, quindi passiamo molto tempo in quella sede.

Perchè è così lungo l’iter per ottenere una risposta di accettazione dell’asilo?

Negli ultimi 7 mesi – quindi dallo scorso Aprile – la situazione degli arrivi nel nostro Paese è esplosa. Attualmente sono circa un migliaio le persone accolte nella Provincia di Bologna e le nostre strutture sono in continua allerta per l’arrivo di nuovo migranti. Questura e Prefettura hanno aumentato il loro personale, ma è ovvio che fra disbrigo di pratiche e permessi ci vuole tempo per tutte le valutazioni. Basti pensare alla sola attività, espletata dai nostri legali, di accompagnamento di tutti i richiedenti asilo presso gli uffici a Bologna, chiamati – tra l’altro – alla valutazioni dei migranti di tutta la Regione.

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12 Commenti


  1. Probabilmente la signora Festi si sente scaltra, nel momento in cui afferma che e’ stata la Prefettura a disporre l’ospitalita’ a Mezzolara. La realta’ e’ piu’ articolata ; la Prefettura ha emesso un bando, al quale varie cooperative (tra le quali quella di cui la signora e’ responsabile) hanno partecipato facendo la propria offerta tecnica, nella quale hanno indicato la precisa descrizione della struttura che si offriva per accogliere i richiedenti asilo. Quindi, se questi migranti sono a Mezzolara, non e’ per un preciso “volere” della Prefettura, ma perché la cooperativa ha vinto il lotto di gara a cui ha partecipato. Bisognerebbe smetterla col voler prendere per i fondelli la gente : gia’ l’esempio Buzzi ci ha messo tutti in guardia, e a completare l’opera ci pensano il Pd e buona parte del mondo della cooperazione.

    • Concordo con quanto affermato dal sig. Madaro. Aggiungo che poichè la cooperativa incassa denaro pubblico dovrebbe anche farsi carico degli eventuali problemi di sicurezza e sorvegliare adeguatamente la struttura, magari fissando degli orari di entrata e uscita degli “ospiti” ben precisi.

  2. bisogno di clic facili? mi spiego solo così il titolo sensazionalistico di BN. Da quel che so, nessuna piccola struttura viene sorvegiata 24 ore su 24 (non era così per quella di Budrio, non è così in tutta Italia). Questo cercare polemica è veramente vergognoso.

    Una cosa positiva c’è: guardando i dati relativi all’accoglienza nella provincia di Bologna, il consigliere Giacon si sarà risposto alla domanda “perchè ospitiamo solo a Budrio?” e avrà scoperto che il mondo non ruota attorno a lui/noi budriesi.
    Un consiglio: a volte basta cercare su internet e confrontare le informazioni. Si risparmierebbero soldi pubblici (mi pare che alcuni consiglieri delle opposizioni prendano ancora il gettone di presenza, no? Capisco che non è molto, ma al gioco dei puri c’è sempre qualcuno più puro di te).

    Una proposta gratuita alla redazione di BN, che mi è venuta dopo aver parlato con un po’ di gente di Mezzolara: perchè non cercare qualche informazione sul perchè un ragazzo che si professa innocente, senza prove, senza testimoni sia tenuto in carcere da più di due settimane.
    Sarebbe carino, dopo esser stato l’unico blog ad aver dato spazio a 8 invasati filofascisti, provare di raccontare anche altre versioni. saluti.

    • Cara signora quindi lei non crede alla vittima che ha riconosciuto il ragazzo. Complimenti. E se era lei la vittima?

    • Mamma mia! Adesso per giustificare l’ingiustificabile la sig.ra Maria Pia perché non fa una denuncia per calunnia contro la vittima della violenza? Mi scusi ma lei come fa a sapere che un povero ragazzo é tenuto in galera senza prove e senza testimoni? Chi gliel’ha suggerito? L’amena amministrazione di Budrio o la solerte coop. Lai-Momo?
      Robe da matti!

    • O gentile Mariapia,

      novella Sherlok Holmes della bassa, perché non fornisci a noi distratti commentatori le informazioni raccolte dalla gente di Mezzolara? Sarebbe interessante sapere in qual modo la presunta vittima si sarebbe incrinata due/tre costole. Sarebbe uno scoop!

    • Pur notando un leggerissimo miglioramento (nessuna struttura è sorvegliata h24) ribadisco quanto le ho già detto in passato: lei si “nutre” di cose quanto meno strane….

  3. Mi par di capire che questa testata sia orientata verso Forza Nuova e simili. Ne prendo atto e, esercitando il mio sacrosanto diritto di scelta, non vi leggerò più. Il mondo ha bisogno di informazione e non di polemiche.

    • L’unica che sta facendo polemica è lei. La cosa su cui ha ragione è che il mondo ha bisogno di informazione: infatti non credo che troverà un resoconto di questa cosa sul Giornale del Comune o su il sito del PD. Ma se vuole provare… sicuramente troverà margherite colorate, elefanti che volano e tantissimi bei pensieri prima di addormentarsi (o forse lo è già?).

    • Probabilmente ne avremo un vantaggio tutti.

  4. Qua ci sono un paio di “invasate” che, a fronte di un pezzo giornalistico che da’ spazio praticamente ad una sola campana (quella della responsabile della cooperativa) attaccano a starnazzare su neofascismo, sensazionalismo e teatrali uscite di scena. State molto calmine, e provate a rileggere il tutto da capo, due volte.

  5. “E’ il caso dei ragazzi di Mezzolara alcuni dei quali hanno subito violenze e maltrattamenti pesanti, constatati da un medico legale. ”
    Mi sfugge la connessione fra le (presunte) violenze subite in Senegal e la signora di Molinella che stava andando al lavoro.
    Inoltre inorridisco di fronte a “donne” che per non smentire i propri steccati ideologici non esitano a schierarsi dalla parte del presunto carnefice.
    Ah, vabbè, poi ci sarebbero gli aggettivi di “fascista/razzista/fornanovista” a coloro che non si allineano all’ideologia corrente…un copione ormai ammuffito. Si ripete da oltre 70 anni.

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