A poche settimane dall’allarme lanciato dall’Agenzia Internazionale sulla Ricerca del Cancro (IARC), con la pubblicazione di un rapporto volto a raccomandare la limitazione nell’utilizzo di carne rossa e insaccata, abbiamo fatto un giro in centro a Budrio per capire dai macellai di paese cosa è cambiato da quel giorno. Ecco cosa ci hanno detto.
I MACELLAI DI BUDRIO: “COMPRATE SOLO CARNE ITALIANA”
Secondo i dati di Confesercenti, nei giorni seguenti all’allarme lanciato dalla IARC le vendite delle carni rosse sono scese improvvisamente del 20% in Italia. Un sintomo ineluttabile dello scoppio di una vera e propria psicosi, un fenomeno che abbiamo avuto modo di conoscere anche con altri allarmi, come quello dell’Influenza Aviaria o del morbo della “mucca pazza”. A Budrio i macellai e le gastronomie del centro ci assicurano che non hanno notato un calo di vendite e che il budriese ha continuato a consumare carne proprio come prima. “Solo due clienti hanno tirato fuori il discorso – ci dice Enza di MaxPi in via Bissolati – ma tutti gli altri non hanno cambiato le loro abitudini”. Nessuna nevrosi da parte dei consumatori ma, per precauzione, Enza ha affisso un cartello [foto, in basso] sulla porta del negozio. “La carni vendute in questa macelleria – si legge – provengono da scottone nate e allevate in Italia”. Il punto, per i macellai, è proprio questo: “Assicurarsi – ci dice Matteo del Centro Budrio Carni di via Garibaldi – che il negoziante venda solo carne italiana e ne abbia i certificati di provenienza”. Anche se – aggiunge – “è ovvio che tutta questa polemica è esagerata: se mangi troppa carne fa male come ogni altro alimento. Quindi io consiglio di non superare le 3 o 4 volte a settimana di carne di qualità”. Anche Luca della Bottega del Maiale è critico verso l’allarme lanciato. “Ma perchè dobbiamo distruggere tutto quello che c’è di buono e di sano nella nostra Regione?”. E assicura che il nostro paese è uno dei più attenti sotto il profilo dei controlli: “L’importante – ribadisce anche lui – è comprare carne italiana e diffidare dei prodotti che costano troppo poco. Cosa credete che ci sia – dice – dentro una confezione di wurstel da 50 centesimi?”
MaxPi ha affisso un cartello sulla porta del locale per informare i propri clienti.
ACQUA, GRASSO, COLORE E NERVATURE: COME CAPIRE SE LA CARNE E’ DI QUALITA’
Sara del Divin Porcello di via Grandi, ci spiega come riconoscere una carne di qualità. “Deve fare poca acqua in cottura – dice – il grasso deve essere ben presente ma non troppo delineato o circoscritto, il colore non deve puntare al rosso sangue ma più al rosa e le nervature devono essere visibili su tutta la superficie della carne”. Tutto il contrario rispetto a quello che oggi le persone chiedono al banco, ovvero carni e salumi con poco grasso e ben delineato perchè così è facile toglierlo per chi non vuole mettere su chili. Massimo, de La Vecchia Bottega, consiglia di “puntare sulle piccole e medie produzioni, che lavorano con maggiore attenzione e qualità” e che, comunque, non ha senso privarsi totalmente della carne. “Basta limitarsi e consumare consapevolmente, magari spendendo poco di più per mangiare sano”. D’altronde – dice – “acquistiamo telefonini da 800 Euro, credo che la nostra salute valga decisamente di più”.