Quel maledetto aereo, con cui perse la vita il budriese Giocondo Grotti

19 novembre, 2015

Il 28 settembre 1971 il budriese Giocondo Grotti perdeva la vita in un incidente aereo avvenuto a Sena Madureira: città dello stato brasiliano dell’Acre, posto all’interno della Foresta Amazzonica. Monsignor Grotti era in Brasile da oltre vent’anni come sacerdote missionario e professore all’Università di Rio Branco. Nato a Riccardina nel 1928 aveva trovato in un incarico in Sud America la possibilità di realizzare il suo sogno: occuparsi del prossimo. La tragedia aerea del 1971 – ricordata ogni anno dai brasiliani con una messa commemorativa, celebrata sul luogo dell’impatto – ha causato la morte di trentadue persone, tra cui Grotti. A Rio Branco una scuola ne porta il nome, ma soprattutto la memoria delle sue opere caritatevoli è ancora ben incisa nella mente dei brasiliani, così affezionati a quel sacerdote tanto buono e gentile.

CRONACA DI UNA TRAGEDIA
Sono le 10 ed alcuni minuti (ora locale) del 28 settembre 1971 quando un DC 3 della Compagnia Cruzeiro do Sul decolla dalla pista aerea di Sena Madureira, importante città dello stato brasiliano dell’Acre: la più ampia pianura alluvionale della regione amazzonica (tra Brasile e Perù).
Trascorrono appena due minuti dal decollo ed uno dei due motori dell’aereo smette di funzionare inspiegabilmente. L’apparecchio compie un giro di 180 gradi per provare a dirigersi verso il lato opposto della pista. Il comandante tenta, attraverso un’altra rotazione di 180 gradi, di atterrare sulla pista da cui l’aereo era partito poco prima. Il DC 3 perde quota troppo rapidamente, rendendo impossibile la manovra. Il comandante fa appello a tutta la sua esperienza e si dirige verso una radura nel bosco ad una distanza di circa 3 chilometri. Il velivolo sfiora vari alberi, fino al momento in cui ne colpisce uno con violenza, compromettendo irrimediabilmente l’ala destra. L’aereo si capovolge e subisce un altro urto, che distrugge l’ala superstite. Il DC 3 scende in picchiata verso il suolo, tutti i passeggeri si ammassano contro la cabina di pilotaggio e dopo pochi istanti si verifica il tremendo impatto con il terreno. L’apparecchio esplode, causando un enorme incendio che coinvolge le persone a bordo. Ad un centinaio di metri dalla radura prescelta per l’atterraggio di emergenza si arresta così il tragico volo del DC 3. Dalla città di Sena Madureira si vedono le fiamme ed in breve tempo accorrono i soccorsi sul luogo dell’impatto. I quattro membri dell’equipaggio e i ventotto passeggeri sono tutti morti e lo scenario appare sconcertante: i corpi carbonizzati lasciano senza fiato le persone presenti. La comunità di Rio Branco riceve la notizia del terribile disastro aereo ed invia Padre Marzio Carvalho a Sena Madureira. All’obitorio Padre Carvalho riconosce, soltanto dalla cintura di cuoio, il corpo del Vescovo budriese Monsignor Giocondo Grotti, vittima dell’incidente.

LA VOCAZIONE
Grotti nasce a Riccardina il 13 marzo 1928. La vocazione religiosa è chiara sin da giovanissimo, quando Giocondo inizia a frequentare il seminario dei Servi di Maria di Ronzano (vicino a Bologna), dove porta a termine gli studi medio-ginnasiali. Nel 1943 prosegue il suo percorso con il noviziato a Montefano (Macerata): Giocondo veste l’abito religioso il 15 agosto 1943 e un anno dopo diventa ufficialmente sacerdote. Il desiderio di accrescere le proprie conoscenze porta Grotti a Reggio Emilia e a Bologna, per seguire un corso filosofico, e poi al Collegio S. Alessio Falconieri di Roma per approfondire vari aspetti teologici.
Nel 1950 si verifica la svolta decisiva nella vita del budriese. Il Priore delle provincie di Romagna, nel corso di un incontro con giovani professi, parla della possibilità di andare in Brasile ad ultimare gli studi e a predisporsi al futuro apostolato missionario. Grotti è seduto davanti al Priore e, non appena ascoltate quelle parole, decide di accettare la proposta. Il ragazzo nato a Riccardina sente di poter concretizzare in modo compiuto le sue aspirazioni. Aiutare il prossimo, in una realtà complessa come quella brasiliana, è ciò che Giocondo aspetta da tutta la vita. Nell’autunno del 1950 Grotti parte insieme ad altri nove compagni. A San Paolo il religioso nato a Riccardina conclude gli studi teologici e l’8 giugno 1952 viene ordinato sacerdote. A questo punto Giocondo potrebbe anche tornare in Italia, ma l’amore per il Brasile si è consolidato a tal punto da portare il giovane ecclesiastico a scegliere di restare nella sua patria d’adozione.

LA VITA IN BRASILE
L’attività prosegue prima come vicemaestro e poi come maestro dei novizi e dei professi nel convento di S. José dos Campos, sempre a San Paolo. Nel 1960 Grotti è eletto Commissario provinciale e nel gennaio del 1962 diventa Priore provinciale. Il 16 novembre dello stesso anno la Santa Sede lo nomina Prelato dell’Acre e Purus: stato brasiliano caratterizzato dalla più ampia pianura alluvionale della regione amazzonica. Il 20 gennaio a Giocondo viene affidata la Cattedrale di Rio Branco, capitale dello Stato dell’Acre e Purus. Il sacerdote budriese si dimostra attento alle problematiche della sua comunità. In particolare si occupa delle persone più disagiate, tra cui numerosi bambini. La distribuzione gratuita di cibo è affiancata dalla continua organizzazione di iniziative, capaci di coinvolgere persone appartenenti a gruppi spesso in contrasto tra loro. La grande impresa di Grotti è proprio quella di riuscire ad oltrepassare le divisioni ben presenti nella popolazione di Rio Branco. Il suo operato non sfugge a Papa Paolo VI, che l’8 luglio 1965 gli attribuisce la dignità episcopale, nominandolo Vescovo di Tunigaba. Poco tempo dopo prende parte a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II°, dove interviene in più occasioni, riflettendo sull’importanza delle missioni e della loro accurata organizzazione, da porre sempre in stretto accordo con le istituzioni religiose locali.

L’IMPEGNO COSTANTE
Giocondo torna in Brasile, proseguendo i propri impegni come missionario, vescovo e professore universitario. Il budriese è nominato anche Vicepresidente della Commissione Episcopale Regionale, Presidente del Consiglio Direttivo dell’Istituto Teologico e di Scienze del Comportamento Umano di Manaus e Membro del Movimento di Educazione di Base. La perfetta conoscenza della lingua e il garbato adattamento alle usanze brasiliane permettono a Grotti di interagire con chiunque. Le idee chiare e la fermezza d’animo consentono a Giocondo di acquisire molti incarichi, affidatigli volentieri proprio per la sua libertà da ogni forma di pregiudizio.
Una settimana prima di quel tragico 28 settembre 1971, Grotti va a Sena Madureira (città dello Stato dell’Acre) per una missione umanitaria e dopo sette giorni decide di rientrare a Rio Branco per verificare l’andamento della sua comunità. Purtroppo, alcuni minuti dopo il decollo, l’aereo si schianta al suolo e l’esistenza del budriese Giocondo Grotti si interrompe per sempre.

Leonardo Arrighi

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.