Oltre 300 budriesi sono scesi in Piazza Filopanti, ieri sera, per ricordare gli atti di terrorismo che pochi giorni fa hanno colpito la città di Parigi. Lo hanno fatto con una candela in mano e con tanta amarezza e dolore per quello che centinaia di emittenti televisive ci hanno mostrato e raccontato, insieme a milioni di tweet e post sui social network. Il Comune di Budrio ha scelto di mettere al centro della serata le comunità religiose del territorio. E in particolare quella islamica, che ha espresso la sua condanna per bocca del referente Islam Said. Il sindaco Pierini si è commosso durante la lettura della lettera del budriese Flavio, che vive e lavora a Parigi.
300 CANDELE ACCESE
C’erano la comunità religiosa dei battisti, quella dei cattolici e dei romeni ortodossi. I loro rappresentanti budriesi si sono stretti davanti al portone del Comune di Budrio, lasciando spazio alle parole del Sindaco e del referente della comunità islamica. Tantissimi i cittadini di origine straniera, ma soprattutto tanti bambini e ragazzi giovani, in prima fila ad ascoltare le parole dei religiosi. La grande partecipazione è stata accolta con favore da Giulio Pierini, che ha detto di “sentirsi rincuorato” e che questo lo fa “sentire orgoglioso di essere Sindaco”. Oltre ai 300 manifestanti, tantissimi budriesi hanno espresso la loro solidarietà ai fatti di Parigi tramite i social network. Ecco il video della serata.
PIERINI: “ORA IL TERRORISMO CI RIGUARDA DA VICINO. LA RISPOSTA? NON PUO’ ESSERE SOLO MILITARE”
“Conoscevamo già il terrorismo – ha detto il sindaco Pierini – ma adesso c’è qualcosa di più e di diverso: Parigi ci riguarda da vicino, ma a questo punto, oggi più che mai, ci riguardano da vicino anche luoghi lontani ormai solo geograficamente, come il Medio Oriente o il Nord Africa. E ci riguarda da vicino un’organizzazione terroristica che si autoproclama stato”. Per il Sindaco “il contrasto al terrorismo deve essere netto e senza quartiere, ma è una battaglia che va combattuta con tanti strumenti diversi, nell’immediato e nel periodo più lungo. Quando si dice che la risposta non può essere solo militare, significa che la risposta deve essere politica, nel senso di una buona politica che isoli i terroristi, che non alimenti le loro organizzazioni come invece si è fatto in questi anni in tanti modi e per svariati motivi, a volte anche apparentemente giusti. Una buona politica che tolga alla radice i motivi su cui nasce e prospera il terrorismo”. Pierini ha rivolto un passaggio anche alla presenza delle comunità religiose alla manifestazione. “Non è la religione – ha detto – a scatenare quello che vediamo. La religione è un’altra cosa, come ci siamo detti e come ci conferma qui la presenza di tutte le comunità religiose budriesi”. [Clicca qua per leggere il discorso integrale del Sindaco]
SAID (ISLAMICI BUDRIO): “CONDANNIAMO TUTTE LE AGGRESSIONI”
“Non siamo qua per difendere l’Islam – ha detto Islam Said (Referente del Centro culturale Islamico di Budrio) – perchè nessuna religione e nemmeno l’Islam giustificherebbe queste atrocità, commesse in una Paese dove ci sono le stesse libertà che ci sono in Islam. A prescindere da ogni credo dobbiamo rispettare e dare libertà a ognuno di fare quello che vuole. Questo è quello che dice L’Islam e quello che dice il Corano. Come comunità islamica di Budrio – ha concluso – vogliamo condannare qualunque atrocità, in qualunque Paese venga commessa”.
PIERINI SI COMMUOVE LEGGENDO LA LETTERA DEL BUDRIESE FLAVIO, CHE VIVE A PARIGI
Il Sindaco Pierini ha terminato il suo intervento leggendo la lettera che gli ha inviato Flavio, un ragazzo budriese che vive e lavora a Parigi. E durante la lettura non è riuscito a trattenere l’emozione per le parole del giovane [video, sotto].
“Con quegli atti di assurda violenza – scrive Flavio – si è cercato di cancellare un modo di vivere in cui non contano le proprie credenze religiose o politiche ma lo stare insieme più semplice e essenziale fatto di risate, battute, sproloqui e qualche bicchiere di troppo. […
] Per me Parigi è stata da sempre sinonimo di libertà, di una certa leggerezza di vivere, di una diversità culturale, sociale, di una tolleranza da cui possono nascere solo cose buone. L’ho tanto sognata che alla fine è diventata la mia casa. Questa Parigi non ce la toglieranno, è nostra e continueremo a viverla a farla vivere. Il Carillon, il Petit Cambodge, il Bataclan sono luoghi del mio quotidiano e quello di tanti giovani e meno giovani di Parigi di tutte le nazionalità e confessioni. […
] Voglio dire grazie per la solidarietà con cui Bologna e Budrio hanno reagito per dire no alla barbarie, per dire sì al vivere insieme, sì alla parola, sì al riso, sì al dibattito di idee, sì a una società che evolve col suo tempo e che non ha paura di cambiare e di confrontarsi”.
Una precisazione: non è vero, come scritto da BN (“C’era la comunità religiosa dei battisti, quella dei cattolici, dei romeni ortodossi e degli islamici. I loro rappresentanti budriesi si sono stretti davanti al portone del Comune di Budrio e da lì hanno parlato a cuore aperto ai 300 budriesi che sono scesi in piazza”), che i rappresentanti delle varie confessioni religiose abbiano parlato, è vero invece cha a parlare è stato solo il rappresentante della confessione musulmana. Non so il perchè, ma è così che è andata.
Così, giusto per la precisione.
P.S.: se non l’aveste detto voi di BN in questo articolo, non avrei saputo chi fossero i rappresentanti religiosi presenti, perchè nessuno li ha indicati chiaramente al microfono, escluso sempre il rappresentante della comunità mulsulmana.
Sempre per la precisione.
Ha ragione Andrea, abbiamo corretto la frase.
dopo questa manifestazione, con tante belle parole, il terrorismo a Budrio è sato sconfitto.
Ora siamo molto tranquilli.
Mi scuso, ma non conosco l’inglese.
Dopo questa dovuta precisazione, penso che sui cartelli si potesse scrivere in Italiano,o Budrio è diventata una colonia Inglese?
Mi dispiace molto che , oltre al rappresentante della comunità mussulmana, in piazza di mussulmani ci fossero solo ragazze e giovani donne, pochissimi gli uomini adulti e i ragazzi. E’ singolare che abbiano mandato a rappresentarli solo giovani donne.
C’erano uomini le loro mogli e i loro bambini e anche ragazzi, ma la foto col sindaco l’hanno fatta solo le donne e non so perché.
Meno male che c’erano tante persone e ci sono anche tante foto postate dai cittadini presenti su FB a smentire le falsità che racconta la signora Roberta. C’erano moltissimi uomini, giovani e meno giovani, molti dal alto della piazza verso via De Gotti, altri mischiati all’interno. Ripeto, le foto lo dimostrano ed anche l’onestà intellettuale di chi era presente. Ma forse la signora Roberta l’ha solo sentito dire… Distruggete pure le cose belle con le vostre bugie. Così non si va da nessuna parte.
ps: Signor Beppe. I cartelli in inglese erano solo per dare continuità a quelli che sono stati fotografati in tutto il mondo in queste ore. Non si tratta di spocchiosa esterofilia come lei vorrebbe far credere.
Io ho scritto quello che ho visto sig,ra Laura Vacchi, la comunità islamica di Budrio è ben più numerosa di pochi uomini defilati non so perchè in Via de Gotti. In quanto a onestà intellettuale la prego di non insultare.
Gentilissima Laura,
Guardando i vari servizi televisivi;
i cartelli che ho visto a Parigi,erano scritti in francese,i cartelli che ho visto in Germania erano scritti in tedesco,
i cartelli che ho visto in Inghilterra erano scritti in inglese.
Quelli di Budrio,non pretendevo fossero scritti in dialetto, ma almeno in Italiano si. Sarebbe stato un piccolissimo segno di integrazione non ne conviene?ma evidentemente mi sono sbagliato.
Beh, se a Budrio ci sono le stesse libertà che ‘ci sono in Islam’ direi che abbiamo dimenticato qualche secolo di storia, e neppure pochi. Solo quando gli Islamici riusciranno a separare la religione, che deve restare una cosa intima e personale, dall’amministrazione della cosa pubblica e dello Stato, avranno le stesse libertà che io credo e spero, abbiamo a Budrio, nonostante il partitone che la guida.
Il cartello più bello è quello dello “yemenita”
cioè del Paese più feroce del mondo dove uomini di 40/50 e anche più, stuprano bimbe di otto/10 anni come se nulla fosse. senza che a nessuno importi nulla. Zero fiaccolate! Non so se il tizio con il cartello conosce il dramma delle “spose bambine” …… Forse era meglio scrivere “io sono di Budrio” oppure starsene in casa !!!
Ecco un esempio dell’intellutualità culturale dei presenti invocata poco sopra dalla sig. ra Laura Vacchi.
errata corrige: intellettualità (scusate)
Salve, sono il tizio del cartello yemenita. La ringrazio per la pacata e costruttiva critica, basata su dei sentito dire e su realtà che, come minimo, riguardano una sola parte della popolazione e forse neanche quella.
Un saluto
Interessante…. vien allora da chiedersi quanti di quei cartelli fossero veri. Mah… Casalini, facevo fatica a capirla per la pap, oggi ancor di più… sarò cerebroleso!
Oddio, Garbuio, lungi da me affermare che le sue facoltà di intendere siano ridotte. Dico solo che i disastri fatti dall’ISIS a SANA’A, capitale dello Yemen, sono stati fatti vedere (seppur poco) anche nei telegiornali Italiani.
Superfluo ricordarle la situazione in Siria, Libano, Palestina, Libia, Nigeria, ecc ecc…
Almeno, spero sia superfluo…
Saluti
Quello con il carrello: Io sono palestinese era assente perché impegnato ad accoltellare presunti Ebrei in giro per il mondo?
No, c’era.
Solo che non è stato fotografato.
Grazie per la bella e costruttiva battuta.
Saluti
Guardi che, purtroppo, non è solo una battuta. La dimostrazione più lampante dell’ipocrisia che ammorba quel tipo di manifestazione, è proprio il dimenticarsi delle ignobili azioni compiute dai protetti del terzomondismo di facciata. Non vi vergognate nemmeno di portare in piazza la bandiera di un popolo che ritiene giusta la distruzione di un altro popolo, che dovrebbe essere almeno altrettanto degno di veder tutelata la sua incolumità. Ma, ovviamente, per certa gente, non tutti hanno diritto all’esistenza, e quindi sono nel giusto coloro che accoltellano persone inermi per la strada. Difendete gli assassini.
Giusto perchè in un cartello era riportata in parte la Sura 5 32 del Corano, riporto anche la 5 33, giusto per conoscere meglio le Sacre Scritture a cui si rifà la religione pacifica: La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso.
E peccato che, purtroppo, in alcuni Stati Islamici questo libro sia preso a fondamento per la legislazione dello Stato.