Il budriese Hany Farag vince il terzo premio dello Zecchino D’Oro, con una canzone in arabo

24 novembre, 2015

Il budriese Hany Farag (foto) è uno degli autori di Tutanc’mon, la canzone che domenica scorsa si è classificata al terzo posto dello Zecchino D’Oro di Bologna. Un testo scritto e cantato in arabo a una settimana dai tragici fatti di Parigi. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare il suo Festival.

Hany, ti aspettavi di arrivare fra i vincitori?
No, perché con gli altri autori abbiamo presentato la canzone quasi per gioco e senza spirito di competizione. Devo dire che questo è stato uno dei motivi che ce l’ha fatto godere a pieno e che ci ha fatto sentire vincitori insieme a tutti gli altri che hanno partecipato.

Di cosa parla la canzone?
Il titolo è un gioco di parole. Tutanc’mon è l’esortazione a un faraone, protagonista della canzone, a svegliarsi e a prender parte al corso della storia.

E’ piaciuta al pubblico e ai bambini?
Dal balletto che hanno improvvisato in Antoniano, direi proprio di sì.

“Noi autori siamo giovani – hai scritto sul tuo profilo Facebook, dopo la vittoria – e siamo simbolo di ciò che realmente rappresenta il nostro presente e futuro. Uniculturalità”. Che cosa intendi con questa parola?
Beh, che con la nostra squadra di autori e Giuditta la cantante rappresentiamo diverse culture e la medesima. C’è la ragazza italiana con il nome egiziano, la bambina egiziana che vive in Italia e io che sono budriese originario dell’Egitto. Insomma diverse culture che vivono insieme.

A seguito dei fatti di Parigi con quale spirito sei arrivato al Festival con una canzone cantata in arabo?
Quello che è successo in Francia non riguarda l’ambiente dello Zecchino D’Oro, dove i più piccoli non esternano le preoccupazioni e i pregiudizi degli adulti, ma affrontano il Festival per divertirsi con i loro coetanei di ogni paese. Da sempre lo spirito della kermesse è quello di far cantare i bambini in tutte le lingue, per avvicinare i Paesi del mondo. E il risultato è solo è un bel messaggio di amore tra i popoli.

Che cosa rappresenta per te lo Zecchino D’Oro?
Sono molto affezionato al Festival, che è qualcosa di più di un semplice programma televisivo. E’ una vera e propria famiglia, dove gli interessi del bambino sono messi al centro e rispettati e dove il messaggio televisivo non è viziato per compiacere i dati di ascolto, come succede in altri show. Credo che sia questo il motivo per cui, a distanza di anni dalla sua nascita, il Festival resta nel cuore di tutti quelli che sono stati bambini.


La canzone Tutanc’mon che si è aggiudicata il terzo premio del Festival dello Zecchino D’Oro.
Testo: Farida D’Asaro, Hany Raafat Robil Farag, Nicholas Di Valerio.
Musica: Nicholas Di Valerio
Interprete: Giuditta Meawad

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20 Commenti


  1. E’ il più classico esempio di integrazione che la nostra sinistra propugna.

  2. Condivido Signor Aldo: da sempre la sinistra è fonte ispiratrice dello Zecchino d’oro con cui condivide valori e obiettivi.
    Da qui il famoso detto ” I comunisti mangiano i bambini”. Complimenti per la sua arguta osservazione.

    • Prima di scrivere le consiglierei di andarsi a leggere la definizione del vocabolo: integrazione su un qualsiasi dizionario. Se riesce ad interpretare cosa viene riportato potrebbe rimanere veramente sorpresa.

  3. Suvvia Sig.ra Anna,
    da tempo i comunisti non mangiano più bambini.
    Ora,li fanno eleggere sindaci.

  4. Il fatto e’ che si sono mangiati tutto il resto, altro che i bambini. Si sono mangiati denaro pubblico, suolo, il futuro delle nuove generazioni, tangenti, e comunque tutto quello hanno potuto pappare, anche quando si trattava di un sacchetto di brustolini cominciato. Con una precisazione, pero’ : non stiamo parlando di comunisti, ma di “democratici”. Che e’ tutta un’altra storia.

  5. Mi spiegate cosa c’entra lo squallido commento del sig. Aldo e le risposte successive con il fatto che il ragazzo in questione abbia vinto il terzo premio allo zecchino d’oro?
    Sembra che a voi dia fastidio il fatto che a vincerlo sia stato un ragazzo di origine araba, ben integrato nella società e con una canzone allegra. Cazzarola…ma allora non tutti gli arabi mettono bombe o sono delinquenti…
    Per rifarmi al primo commento letto: “classico esempio di bieco razzismo che la nostra destra propugna (e ha sempre propugnato)”.

    • Sig. Alberto, facciamo così, se Lei non da dello squallido al mio commento io non do dell’…. al Suo.
      Se non ha afferrato il concetto che volevo esprimere glielo amplio, ma Lei deve cercare di afferrare i significati veri dei vocaboli che scrivo.
      Integrazione: L’incorporazione di una certa entità etnica in una società, con l’esclusione di qualsiasi discriminazione razziale; estens., l’inserimento dell’individuo all’interno di una collettività, attraverso il processo di socializzazione.
      Tutte le popolazioni che si trasferiscono in luoghi diversi, hanno 2 possibilità: 1) integrarsi con la popolazione ivi residente, cercando di acquisirne la lingua, e gli usi, dando ovviamente per scontato che ne acquisiscano ed apprezzino le leggi;
      2) creare un corpus separato dalla popolazione residente, mantenendo lingua, usi e costumi propri del luogo da cui si proviene, sperando che, almeno, seguano ed accetino le leggi del luogo in cui vivono.
      Bene, se la canzone premiata allo Zecchino d’Oro fosse stata scritta da un cittadino Tunisino, piuttosto che Marocchino, nella sua lingua e cantato in quella lingua da una piccola cantante proveniente dagli stessi luoghi, non avrei nulla da obiettare.
      Il fatto che un ragazzo di origini straniere, scriva una canzone nella lingua di origine del suo stato e venga cantata in Italia in una lingua che non è la nostra da una ragazzina con le stesse caratteristiche, mi fa pensare che si stia premiando più una comunità che vive staccata da quella Italiana che una comunità integrata con quella che la ospita.
      Sono stato più chiaro?
      A proposito, domattina, quando si dovesse trovare davanti allo specchio per rasarsi, si chieda chi è più razzista fra lei e quello che si vede di fronte.

      • Ahahahah sig. Aldo, veramente fantastico il suo cercare di arrampicarsi sugli specchi. Prima di tutto dovrebbe spiegarmi cosa c’entra la pappardella sulle due possibilità che hanno le popolazioni che si trasferiscono in luoghi diversi da quello di origine… Fra l’altro, nella sua disamina dovrebbe spiegarci a quale delle due possibilità appartiene il giovane autore della canzone in questione ed il perchè di questo preambolo che continua a non c’entrare niente con l’articolo in questione.
        Poi vorrei capire secondo quale logica una canzone scritta da un egiziano e da una italiana e cantata in parte in arabo ed in parte in italiano dovrebbe rappresentare “una comunità che vive staccata da quella Italiana” e non “una comunità integrata con quella che la ospita” come da lei dichiarato.
        Sig. Aldo, facciamo una cosa, io continuo a dare dello squallido ai suoi commenti e lei mi spiega perchè non dovrei darle del razzista quando cerca di trovare un modo di sputtanare un sano esempio di integrazione.

      • Sono d’accordo con lei! Che la smettano di cantare l’opera in italiano in tutto il mondo! Non sarà mica integrazione quella..

        • Sig.a Atea, il precedente commento me lo hanno bannato poichè facevo qualche apprezzamento, evidentemente ritenuto scorretto, sul mancato sviluppo del materiale cerebrale che adesso evito.
          Le chiedo quindi se le fosse mai sorto qualche dubbio sul fatto che i cantanti d’opera pensano solo a cantare e di integrarsi o meno, non si sono mai lontanamente posto il benchè minimo problema?

  6. I comunisti?
    Che io sappia sono rimasti solo in Kurdistan e vengono massacrati da tutti.

    • Ha ragione Sig. Roi.
      I comunisti si vergognano tanto del loro passato che cambiano nome ogni paio di anni, sperando che nessuno li riconosca.

  7. Certi valori sono universali!… Viva lo Zecchino d’Oro!!!

  8. Visto che mi sento chiamato in causa, rispondo.
    Non sono tenuto a giustificare il modus operandi intrapreso nella scelta dell’interprete della canzone però lo faccio in quanto voglio tutelare l’immagine della BAMBINA, esatto stiamo parlando di una bambina tengo a ricordarlo.
    Come tengo a ricordarle sign. Aldo che lo “Zecchino d’Oro”, è un festival della musica, musica per bambini, il quale non deve essere macchiato dalle menti perverse di noi adulti. Questo è, e questo deve rimanere.
    E’ stata scelta una bimba di origini egiziane, per questioni di tempistiche, non c’era il tempo materiale di insegnare ad un bimbo/a a cantare in lingua araba. TUTTO QUI, tanto semplice.
    Questo vale per qualsiasi testo scritto in lingua.
    Siamo su BudrioNext, ed essendo io un cittadino budriese, l’articolo è stato inserito per esaltare il fatto che un cittadino di Budrio si è qualificato terzo in un festival internazionale della musica, non per esaltare altro, come lei spudoratamente pensa.
    Trovo vergognoso il fatto di dover sputare sul manufatto altrui in questa maniera, specialmente in questa occasione, dove l’oggetto del discorso è il mondo dei piccoli.
    Infine spero non si offenda, mi reputo integrato in questa società più di quanto lei possa immaginare, la persona fuori luogo in questa occasione è stato lei.
    Del resto ringrazio, chi si è rivolto a me per i complimenti e spero vi godiate in serenità le canzoni di questo fantastico Zecchino d’Oro.
    Ciao Hany

  9. Mi sono andato a rileggere un paio di volte le cose che ho scritto, e non mi pare di aver trovato nessuna parola offensiva nei confronti di nessuno. Poi ho ribadito al Sig. Alberto di leggere cercando anche di capire il significato di quello che avevo scritto, ma evidentemente è servito a poco. Ora anche Lei, Sig. Hany, mi risponde con un tono che mi pare leggermente offensivo a livello personale, e questo, se possibile, sarebbe bello evitarlo, per cui inviterei pure Lei a rileggersi con calma cosa ho scritto cercando di interpretarlo con attenzione.
    Esiste in Italia una sinistra che, ipocritamente, fa a gara con la chiesa per far passare l’idea che integrazione significhi: gli altri sono meglio di noi.
    Integrazione, leggetevi la definizione del dizionario Italiano, non conosco quella del dizionario Egiziano, significa che chi arriva da un altro paese acquisisce la lingua ed accetta gli usi ed i costumi dello Stato in cui è arrivato. Purtroppo in molti paesi occidentali è prevalsa l’idea che integrazione significhi che io debbo adeguarmi ad usi costumi e lingue che non sono mie. Dato che questo costa sacrificio,la più numerosa popolazione locale non lo fa, il risultato è stato che gli stranieri che non sono riusciti ad adeguarsi hanno creato delle enclavi in cui un sacco di persone, non sapendo parlare in Italiano, si sono isolate e vivono in un mondo irreale. Come evitare che succeda?
    Facendo dei corsi di Arabo per gli Italiani? E’ stato fatto, e passatemi il termine, è un’enorme ca….ata ad uso e consumo di qualche personaggio eletto sul campo: insegnante di Arabo, a cui, ovviamente, viene allungato uno stipendiuccio. E’ con dei corsi di Italiano che si integrano le persone in Italia. Con i corsi di Arabo si integreranno le persone in Egitto. Ora, che in una manifestazione come lo Zecchino d’oro sia premiata una canzone in lingua Araba interpretata e scritta da due che si considerano integrati in Italia, dovrete ammettere che è la negazione del termine. Poi sono felice se, viceversa, Lei Sig. Hany è perfettamente integrato e si considera Budriese, ma dovrebbe fare lo sforzo di considerare i suoi concittadini come persone degne anche quando hanno opinioni diverse dalle sue, e non considerarli esseri inferiori solo perchè non votano a sinistra o perchè pensano che, per esempio, il premio Nobel per la pace ad Obama sulla fiducia solo perchè era democratico sia stata una stupidaggine sesquipedale. Lei è sicuro che la sua canzone sarebbe stata premiata ugualmente se non avesse un pezzo cantato in Arabo?
    A proposito, se ha l’abitudine di leggere qualche libro di storia, scoprirà che la sinistra, ben raramente ha azzeccato scelte giuste, almeno per il passato. Ovviamente i risultati passati non sono garanzia per il futuro, però…

  10. Ecco, vede Sig. Aldo, non mi sembra sia proprio così; la sinistra vorrebbe far passare l’idea che gli altri, assieme a noi, sono una bella cosa e che magari, come dice una canzone sanremese, gli altri siamo anche noi, che se viviamo in Italia e non in Siria o in Albania o in Burkina Faso, è solo per un gran colpo di culo e che quindi, sempre forse, noi che ci lamentiamo di chi arriva in gommone e spesso pure ci muore su quel gommone, che ci lamentiamo di quanti soldi e quanti privilegi hanno quelli che vengono in Italia a rubarci il lavoro, noi, veri italiani che dovrebbero essere aiutati, altro che gli extracomunitari, che ci lamentiamo e continuiamo a lamentarci da un computer o da un bel telefonino con il display grande grande, ecco, forse dovremmo provare a vivere come loro e magari affrontare un viaggetto sul gommone con il rischio concreto di rimanerci su quella barchetta, perchè solo la fortuna ci ha permesso di essere da questa parte del mediterraneo invece dell’altra.
    Per il resto, mi viene un po’ da ridere quando lei, sig Aldo, continua a tirare in ballo la faccenda dell’integrazione, ponendo come esempio una canzoncina per bambini, metà in arabo e metà in italiano, senza guardare o magari non sapendolo nemmeno, che nel corso degli anni, allo zecchino d’oro, si sono cantate decine e decine di canzoni in lingue differenti dall’italiano (magari solo in parte) e che quindi questa polemica è inutile e faziosa.
    Sul giudizio che lei da del sig. Hany non mi esprimo, penso che il commento precedente del sig. Hany sia esplicativo, pacatamente ed in perfetto italiano, di quanto lui possa sentirsi integrato nella comunità e nella società, commento apolitico che solo lei può (di nuovo) ributtare nel calderone della polemica destra/sinistra che niente c’entrava con l’articolo in questione.
    Lei è sicuro che la canzone sia stata premiata solo perchè fosse in arabo e non magari perchè era divertente e carina?
    A proposito, se ha l’abitudine di leggere qualche libro di storia, scoprirà che fra destra e sinistra, ben raramente sono state azzeccate scelte giuste…

  11. Cavolo, Sig. Alberto, se per Lei un commento è pacato quando si da all’interlocutore del: mentalmente perverso, persona vergognosa che sputa sull’operato degli altri, oltre che di essere una persona fuori luogo, solo perchè ho espresso una mia opinione, spero di non avere mai uno scambio acceso con persone così educate.
    Personalmente, se mi pubblicheranno il commento, sto cominciando a cercare di esprimermi in maniera un pochettino più diretta solo per rispondere ad un commento, sinceramente fuori luogo, della Sig.a Atea.
    Me ne scuso co tutti gli altri.

  12. Sign. Aldo se si è sentito offeso, le porgo le mie scuse, non era nel mio intento, ma secondo me ha letto in fretta il mio messaggio e non ha capito ciò che le volevo trasmettere. Quando dicevo che lo zecchino non doveva essere macchiato dalle menti perverse adulte, facevo riferimento a noi tutti grandicelli e non a Lei in particolar modo. Il mio è un discorso ampio, al di la di Lei, di me o del Sign. Alberto.
    Non è giusto strumentalizzare tuttun’percorso costruito negli anni per far divertire i bambini, con ideologie politiche e tutte le cose che vanno a susseguirsi con ciò che conviviamo noi grandi.
    Si tratta di bambini che alzano una paletta con un numero per votare una canzone, si rende conto di quello che sta presupponendo con la domanda “Lei è sicuro che la sua canzone sarebbe stata premiata ugualmente se non avesse un pezzo cantato in Arabo?”
    Non so se riesco a spiegarmi. Mi dica Lei.
    Se ora devo dare una risposta in merito a tutto ciò che ha scritto non inerente all’articolo lo faccio volentieri, perchè penso che parlarne aiuti sempre a trovare un punto d’incontro.
    Le continua ad invitarci ad andare a leggere il dizionario italiano. Le faccio una domanda. Lei vive in base a ciò che c’è scritto su un libro?
    Vuole sapere cosa significa per me integrazione? L’integrazione è una cosa che avviene su due fronti, non da uno solo, integrazione vuol dire saper vivere e cooperare con persone di diversa provenienza territoriale, su suolo italiano come in qualsiasi parte del mondo, integrazione vuol dire saper accettare e apprezzare come vivono gli altri a prescindere da religioni, etnie ecc ecc.
    Questa forma occlusa che ha di esprimere l’idea dell’integrazione, secondo la quale una persona che viene dall’estero si debba sottomettere completamente ai suoi usi e costumi, dal mio punto di vista è errata. E glielo dico da persona uguale a lei, solo per farle recepire il messagio, sono cristiano anche io, ma non faccio differenza tra me o chi professiona altre religioni.
    Non sono qui per vincere il premio nobel per la pace, ma voglio sottolineare il fatto che se fosse possibile, mi piacerebbe vivere ogni singolo giorno della mia vita con visioni diverse, vivendo il modo di vivere(scusate la ripetizione) di ogni paese e gruppo etnico che possa esistere su questa terra rotonda, senza nessun tipo di barriera mentale. Semplicemente vivere per poter rendermi conto realmente di cosa esiste su questo pianeta.
    Probabilmente ho questa visione molto positiva ed “esplorativa” per il semplice fatto che sono ancora giovane, ma spero con tutto il cuore che rimanga tale nel tempo, non facendomi traviare da ciò che i media e i social cercano di impiantarci nel cervello.
    Sono andato anche fin troppo offtopic, se vogliamo confrontarci su altro penso che potremmo farlo in altra sede 😉
    Mi riscuso se si è sentito offeso, non volevo.
    Buona giornata,
    Hany.

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