Quanto vale la vita di una ragazza di 18 anni? Quanto deve scontare chi gliela strappa, travolgendola sulle strisce pedonali, mentre guida troppo veloce, sotto l’effetto di droga? Secondo il Gup Bruno Giangiacomo sette anni di carcere. A tanto, almeno, è stato condannato con rito abbreviato Christian A., il giovane che lo scorso 5 marzo 2011, in via Stalingrado, travolse e uccise una ragazza di 18 anni.
Si chiamava Lucia Varriale, era di Molinella. Alle 8 e un quarto di sera stava attraversando la strada in via Stalingrado, con un’amica, sulle strisce pedonali. Due auto si erano fermate per lasciarle passare ma una terza, a una velocità di quasi 100 chilometri all’ora, le ha superate sulla sinistra. L’impatto è stato inevitabile e tanto violento da catapultare Lucia a 30 metri di distanza. Alla guida lui, Alessandrini, originario di Budrio e con alle spalle precedenti per rapina. Gli esami accertarono che era sotto l’effetto di cocaina.
L’accusa per lui aveva chiesto una condanna a 15 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. Solo in subordine quella ad 8 per omicidio colposo con colpa cosciente. Il giudice ha accolto questa seconda richiesta, riducendo però la pena di un anno. Il gup ha anche riconosciuto una provvisionale di 280 mila euro per ciascuno dei due genitori, 80 mila per la sorella della vittima e 20 mila euro per l’amica di Lucia, che è rimasta ferita.
Grande la delusione della famiglia della ragazza. “Ditelo – hanno commentato madre e sorella all’uscita dell’udienza – che in Italia si può drogarsi, mettersi al volante e uccidere e che la pena sarà solo di 7 anni”. Resta il fatto che dai pm la pena inflitta oggi è giudicata molto severa, considerato che si trattava di un rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena.
“Questa sentenza – ha commentato il legale della famiglia, Flavio Pirovano – poteva essere l’occasione per il riconoscimento di un reato, quello di omicidio stradale, che anche la gente chiede”. “Presenteremo istanza alla procura generale – ha promesso – per sollecitare l’impugnazione per la parte che ci interessa e cioè il riconoscimento dell’omicidio volontario, che ci era parso evidente nel caso di una persona che investe a 100 all’ora due ragazze sulle strisce pedonali e ammette anche di avere consumato cocaina la mattina precedente”.
Fonte: Telesanterno
Ma io dico solo 7 anni,che messaggio danno i giudici ai giovani italiani?
Si sette anni, passati agli arresti domiciliari. E’ uno schifo, la verità è che, come diceva il poeta (Dino Sarti), chi la ciapa l’è la so.
Non si tratta di 7 o 8 anni, non si tratta di arresti domiciliari o in carcere, è tanto di aver avuto la sentenza dopo un anno, che di solito cade in prescrizione. Il problema è che all’interno delle aule un cartello dice “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, ora vorrei chiedere ai giudici una cosa, se la ragazza era figlia sua, la pena sarebbe stata la stessa? Per una madre o un padre la figlia vale 560 mila euro??
è come se l’avessero uccisa una seconda volta….