Si è appena concluso il 2015, vissuto anche all’insegna del ricordo del 50esimo anniversario dalla creazione, al Centro Protesi INAIL di Vigorso, della prima protesi mioelettrica a livello mondiale. Ora si apre un anno, il 2016, ricco di importanti ricorrenze legate ai nomi di Ettore Zanardi, Hannes Schmidl e delle loro creature: il Sanatorio per malati di tubercolosi e l’Officina Ortopedica di Vigorso.
Molti anniversari sono associati al 2016: i 150 anni dalla nascita di Zanardi, i 110 anni dall’inaugurazione del Sanatorio, i 60 anni dal primo incontro tra Schmidl e l’INAIL, i 50 anni dal conferimento del Bell Grave Memorial Awardall’indimenticabile Direttore Tecnico dell’Officina Ortopedica budriese e purtroppo i 20 anni dalla morte di Hannes.
Pensare che tutti questi punti di contatto siano soltanto casuali sarebbe un modo di togliere parte della eccezionalità a delle persone e ad un luogo, capaci di fondersi e di dare vita ad una storia su cui è sempre stimolante riflettere. Quindi perché non associare il 2016 ad una serie di ricorrenze davvero sorprendenti.
ZANARDI: UN RICORDO LUNGO 150 ANNI
Ettore nasce a Bologna il 12 maggio 1866. Il padre Aristide è Direttore Didattico a Budrio. I rapporti con la popolazione locale iniziano proprio grazie alla professione paterna. Nel 1885 il giovane Zanardi si iscrive alla Società Budriese e, nello stesso anno, comincia la sua esperienza universitaria. Il periodo di studio trascorso all’Università di Bologna risulta decisivo nella formazione del ragazzo. La frequentazione della Facoltà di Medicina pone in contatto il futuro dottore con il notevole progresso scientifico, conseguenza delle recenti scoperte mediche, e la diffusione di innovative idee democratiche, provenienti dal nascente movimento socialista. L’intento di Ettore appare subito chiaro: la cura dei malati coincide con una vera missione sociale, che non può subire alcun tipo di confinamento. Le restrizioni non sono ammesse. Per Zanardi il tentativo di sconfiggere una malattia è il primo passo verso una completa rifondazione della società che lo circonda. Nelle aule universitarie Ettore sceglie di approfondire, con grande tenacia, tutto ciò che riguarda i morbi endemici come la pellagra, la malaria e la tubercolosi. Le condizioni igieniche, la malnutrizione, i lavori troppo pesanti e la diffusa povertà sono le loro principali alleate. Zanardi comprende immediatamente come la soluzione di questi problemi possa scaturire soltanto da una visione onnicomprensiva che abbracci ogni aspetto dell’esistenza. Gli studi proseguono con grande ardore, l’intervento sulla realtà non è più rimandabile. Nel 1892 Ettore Zanardi si laurea e pochi mesi dopo diviene medico, vincendo la condotta di Vedrana.
Ettore viene completamente assorbito dalla sua professione, che non può essere definita. Le conoscenze mediche sono la componente fondamentale di un quadro assai complesso. Il miglioramento dello stato sociale delle classi più umili è l’obiettivo finale dell’attività di Zanardi. Nel 1897, durante la commemorazione di Quirico Filopanti, manifesta la sua adesione alle idee socialiste. Nel 1898 subisce il primo arresto. Dopo alcuni mesi viene riconosciuto come il vero punto di riferimento del socialismo budriese. Nel 1901 Zanardi fonda Il Lavoratore, un giornale interamente dedicato a Budrio e alla sua quotidianità. Il periodico (che uscirà fino al 1907) viene stampato in modo autonomo rispetto alle direttive della Federazione Socialista Provinciale, che non vede di buon occhio la creazione di piccole testate. Le notizie del Comune, la dettagliata descrizione della vita dei lavoratori di campagna, le decisioni prese dalla Giunta e le proteste delle Frazioni trovano spazio sul nuovo giornale (1º numero: 17 agosto 1901). Zanardi vuole divulgare informazioni strettamente legate alle difficoltà affrontate dai lavoratori. L’arricchimento culturale e il coinvolgimento effettivo nelle dinamiche comunali da parte della classe operaia contribuiscono alla creazione di un solido spirito comunitario. La giustizia sociale, l’allargamento dell’istruzione a tutti animano le pagine de Il Lavoratore, che offre anche una serie di consigli per migliorare le condizioni igieniche, tentando di superare alcune credenze nefaste. Zanardi è l’anima del periodico (all’inizio settimanale e poi, soprattutto nei mesi invernali, quindicinale) e non si stanca di condurre la strenua battaglia contro l’ignoranza, dimostrando di aver compreso, con grande lungimiranza, quanto possa essere importante un’adeguata istruzione, unica efficace difesa rispetto alle devastanti scorribande della vita.
L’INAUGURAZIONE DEL SANATORIO
Dopo l’elezione (nel 1900) del socialista Demetrio Monari come Sindaco di Budrio, la situazione appare propizia per Zanardi, che sembra intravedere la possibilità di dare corpo ad alcuni dei suoi sogni. Nell’aprile 1902 Ettore viene nominato Presidente della Congregazione di Carità: una istituzione importante per le iniziative sanitarie ed assistenziali. La Congregazione gestisce anche i due ospedali di Budrio (Umberto e Margherita; Villa Donini) e può disporre di un cospicuo patrimonio, presupposto imprescindibile per la realizzazione dei progetti. Zanardi riesce rapidamente a rendere regolare ed istituzionale l’azione medica sul territorio budriese. Le strutture ospedaliere vengono migliorate e un nuovo padiglione è presto inaugurato.
Ettore rivolge poi le sue energie verso l’edificazione di un Sanatorio popolare per la cura dei malati di tubercolosi. Gli studi iniziati nelle aule universitarie si rivelano decisivi. Il tentativo di combattere la TBC porta con sé numerose questioni collaterali: l’attenzione per le condizioni igieniche e sanitarie della popolazione; l’auspicio di rendere sopportabili le giornate di lavoro degli operai; l’intervento deciso in soccorso degli abitanti che sopravvivono in situazioni disagiate. Zanardi svolge in prima persona molte ricerche. La lettura di opere specifiche e le visite ad altri sanatori completano la raccolta di informazioni e rafforzano le convinzioni di Ettore. La nuova struttura dovrà essere fondata sullo stretto rapporto tra scienza e questioni sociali, creando un metodo che non lasci spazio a coni d’ombra. La cura, applicata ai malati, sarà la somma di diversi fattori: l’esposizione alla luce e all’aria aperta, una alimentazione adeguata, la balneoterapia e lo sviluppo di una consapevole interazione con il proprio corpo.
Dopo attenti studi sul territorio, il luogo scelto per il Sanatorio è Vigorso (località Rabuina, lungo il fiume Idice). Il 25 maggio 1902 l’Assemblea della Congregazione di Carità approva il progetto di Zanardi, che inizia un’opera estenuante per tentare di ottenere aiuti finanziari da varie istituzioni. Ministri dello Stato, componenti della Provincia, l’Amministrazione locale ed alcune Casse di Risparmio non sfuggono alla missione di Ettore. All’inizio del 1904 apre i battenti il cantiere per la costruzione del Sanatorio e il 1º gennaio 1906 è inaugurato ufficialmente. L’edificio, costruito dalla Società Cooperativa del Mandamento di Budrio, accoglie i primi malati e comincia a funzionare a pieno ritmo. Nel 1911 il Sanatorio viene intitolato a Zanardi (recentemente scomparso) e nello stesso anno il progetto, presentato all’Esposizione Internazionale d’Igiene Sociale (a Roma), è premiato con il Grand Prix.
IL PRIMO INCOTRO TRA L’INAIL E HANNES SCHMIDL
Hannes è già un esperto di protesi e ortesi quando nel 1956 giunge a Stoke Mandeville (Inghilterra) dove conosce il Professor Guttmann, fondatore della moderna tecnica riabilitativa per paraplegici. Alcuni mesi dopo la località inglese ospita i Giochi per Paraplegici (antesignani delle attuali Olimpiadi per Disabili o Paraolimpiadi): giungono delegazioni da tutto il mondo. La compagine italiana è patrocinata dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), che ha inviato il Commendator Martini. L’alto funzionario nota quel giovane austriaco, gentile e risoluto. Martini, dopo diverse valutazioni, propone ad Hannes di venire in Italia per creare un struttura riabilitativa adeguata presso il Centro Paraplegici di Ostia (proprietà dell’INAIL). Schmidl accetta senza indugi, anche se l’incarico di Consulente verrà ufficializzato soltanto l’anno successivo. Nel frattempo l’instancabile tecnico austriaco trascorre un periodo alla Clinica Ortopedica Universitaria di Münster, diretta dal Professor Hepp. Poi giunge alla Clinica Ortopedica dell’Università di Heidelberg (diretta dal Professor Lindemann) dove incontra il Professor Marquardt, l’Ingegner Hoefner e il Professor Heipertz, impegnati nella realizzazione di una protesi pneumatica. Proprio attraverso il rapporto instaurato da Hannes con l’ambiente di Heidelberg sarà possibile, negli anni seguenti, introdurre le protesi pneumatiche in Austria e in Italia. All’inizio del 1957, in occasione del Congresso Mondiale dell’ISRD di Londra, Schmidl conosce: il Professor Rusk, Il Capitano Canty e il Signor Tosberg, punti di riferimento per lo studio e la costruzione di protesi negli Stati Uniti.
Hannes assume l’incarico ad Ostia e per oltre sei mesi si concentra sull’ottimizzazione del Centro Paraplegici INAIL che, dopo l’intervento del futuro Direttore Tecnico di Vigorso, subirà un netto cambiamento, capace di porlo al livello dei migliori centri internazionali. Nel 1958 Schmidl, rientrato in Austria, supera con lode l’Esame di Stato e consegue anche il Master Degree in Ortopedia Tecnica. Hannes è socio fondatore dell’Associazione Austriaca per i Paraplegici e riprende il proprio ruolo di Direttore dell’azienda di famiglia, ma poche settimane dopo giunge una proposta dall’Italia. In quel momento l’ortopedico di Graz è molto stimato e per lui non mancano certo le offerte di lavoro, che arrivano dagli USA, dall’Inghilterra e dalla Germania. Hannes si affida ai suoi sentimenti: la volontà di creare qualcosa, partendo da zero, lo affascina. I giorni sono densi di riflessioni, pensieri e chissà qualche ripensamento, però la decisione è presa e segnerà la vita di Schmidl, mutando per sempre la storia dell’ortopedia italiana e mondiale. L’INAIL conferisce ad Hannes l’incarico di creare una Officina Ortopedica nel Centro di Rieducazione Funzionale di Vigorso. L’avventura inizia nel mese di febbraio 1959, quando il ventisettenne austriaco arriva per la prima volta a Budrio.
IL BELL GRAVE MEMORIAL AWARD
Dopo la presentazione della prima protesi mioelettrica, avvenuta il 20 aprile 1965 a Vigorso, Schmidl e Zarotti sono invitati a Modena e a Vercelli, sedi di due congressi molto importanti. La vera consacrazione arriva a luglio, quando Hannes e Franco partecipano al II° Seminario per la Riabilitazione degli Invalidi ad Oxford. Giungono delegazioni da tutto il mondo per ammirare la protesi mioelettrica realizzata a Vigorso. Dal 3 al 10 luglio 1965 l’invenzione avvenuta nell’Officina Ortopedica del Centro di Rieducazione Funzionale INAIL è la grande protagonista e riceve il plauso dei più grandi luminari, tra cui: i Professori inglesi Mackenzie e Wilson, il canadese Professor Mclaurin, i Professori russi Trueta, Vosinkoinova (del Centro di Ricerche Ortopediche di Mosca), lo jugoslavo Professor Zotovich ed infine il Dottor Bottomley, Direttore del Centro di Ricerche Elettroniche di Roehampton (Londra).
Dall’1 al 15 settembre Hannes va negli Stati Uniti, dove (il 3 settembre) – in occasione del Congresso AOPA, svoltosi a Colorado Springs – offre una rivoluzionaria dimostrazione della funzionalità dell’arto mioelettrico, stupendo letteralmente il mondo.
Nel 1966 a Wiesbaden (11-17 settembre), nell’ambito del X Congresso Mondiale della Società Internazionale per la Riabilitazione degli Invalidi, Schmidl riceve il Bell Grave Memorial Award, premio assegnato per il più significativo contributo internazionale nel campo della tecnica ortopedica. Hannes ritira personalmente il riconoscimento, che condivide con Zarotti e Zagnoni i suoi colleghi di Vigorso. Nello stesso anno inizia la collaborazione italo-tedesca fra l’Officina Ortopedica INAIL e l’Industria Otto Bock.
LA MORTE PREMATURA DEL MAGO DELLE PROTESI
All’inizio di marzo del 1992 Schmidl è vittima di un ictus, che segna una svolta nella sua esistenza. Fino a quel giorno non si era mai fermato, la malattia invece lo costringe a ridefinire la quotidianità. Hannes fatica ad adattarsi alla nuova condizione. Pur avendo ridato la speranza ad una enorme quantità di persone, il Direttore Tecnico di Vigorso appare totalmente inerme. Grazie al sostegno della famiglia, che gli ricorda quanto fatto nella vita, e ripensando alle meravigliose parole pronunciate da Max Naeder in occasione del suo sessantesimo compleanno, l’ortopedico austriaco ritrova la forza d’animo momentaneamente smarrita. Dopo un lungo periodo di riabilitazione (durato quasi un anno), Schmidl lascia l’Ospedale Bellaria di Bologna. Le giornate, solitamente scandite dagli impegni lavorativi, non sono più le stesse. Ad Hannes è assegnata una pensione di invalidità, che ne riconosce anche l’infortunio avvenuto sul lavoro e d’un tratto la sua mente si popola di ricordi speciali: le frasi donate ai pazienti per infondergli speranza adesso sono indirizzate a se stesso.
Schmidl prosegue il percorso riabilitativo, vivendo tra Vado (a casa della figlia Michaela) e Velden (in Austria), senza mai perdere l’interesse per l’ortopedia. Hannes tenta costantemente di avere notizie sull’andamento delle ricerche svolte a Vigorso. Alla fine del 1993 il Comune di Budrio organizza una serata al Teatro Consorziale in onore dell’indimenticabile Direttore Tecnico.
All’inizio del 1996 ad Hannes è offerta la possibilità di sovrintendere alla realizzazione dell’Officina romana e di avviarne l’attività. Passano poche settimane e il grande Direttore Tecnico di Vigorso accetta la proposta. Durante una riunione con il Presidente ed altri funzionari dell’INAIL, Schmidl formalizza l’assunzione dell’incarico.
L’occasione di tornare ad essere protagonista di un’avventura professionale ricca di stimoli riempie di dinamismo Schmidl, che con la mente ritorna a quel 1959: il momento in cui tutto ha avuto inizio. Una decina di giorni dopo l’incontro con il Presidente dell’INAIL, mentre si trova nella sua casa di Velden (Austria), intento alla preparazione dei bagagli per la prossima lunga permanenza in Italia, Hannes è sorpreso da un infarto, che non gli lascia scampo.
Leonardo Arrighi
Un pezzo di storia di Budrio descritto con chiarezza e ricco di particolari che personalmente non conoscevo……….un ringraziamento a Leonardo e a tutta la redazione di Budrio Next !!!
Grazie! E’ un piacere leggere articoli di Leonardo. Il libro “La bottega di legno” è molto interessante. Grazie Leonardo.
Ho conosciuto personalmente il Prof. Era dipendente delle off.Rizzoli, responsabile del personale, e con il Prof. Collaborato