Dal 1 gennaio di quest’anno la sede amministrativa dell’Azienda ai Servizi alla Persona di Budrio (ASP) sarà trasferita a Pieve di Cento, come conseguenza della scelta di unificare le realtà in un unico Comune del Distretto. La decisione non è una sorpresa, visto che era uno dei punti principali del capitolo welfare del mandato elettorale del sindaco Pierini. Ma le critiche non sono mancate. I Sindacati, in questi mesi, hanno manifestato la loro preoccupazione per le sorti dei lavoratori. Mazzanti: “Così il servizio si allontana dai cittadini”.
L’UNIFICAZIONE A PIEVE DI CENTO
Dal primo gennaio 2016 nel Distretto Pianura Est (che raggruppa territorialmente i Comuni da Pieve di Cento a Molinella) ci sarà una unica Azienda pubblica di Servizi alla Persona (ASP) che risulta dalla fusione delle due ASP “Galuppi-Ramponi” di Pieve di Cento e “Donini Damiani” di Budrio. Si tratta di una Azienda pubblica che gestisce direttamente 4 strutture residenziali per anziani, 5 centri diurni anziani, 1 comunità alloggio, 1 Centro socio riabilitativo residenziale per disabili attraverso l’operatività di 166 dipendenti. Nel nostro Comune l’attività posta in essere dall’ASP è sempre stata molto preziosa: si è occupata di inclusione sociale delle persone svantaggiate, di sostegno agli anziani tramite le strutture di ospitalità e cura e di servizi domiciliari per il supporto alle persone in difficoltà. Con l’unificazione il servizio resterà garantito, ma il risultato sarà quello di far spostare a Pieve di Cento non solo i dipendenti amministrativi che fino ad oggi hanno lavorato a Budrio ma anche i cittadini che dovranno fare riferimento alla sede amministrativa per tutte le pratiche inerenti l’utilizzo dei servizi erogati dall’ASP. Il sindaco Pierini, su questo punto, ha promesso che un ufficio itinerante sarà comunque presente sul territorio di Budrio, probabilmente con cadenza programmata in alcuni giorni.
PIERINI: “E’ UNA BELLA SFIDA, ORA L’ASP SARA’ ANCORA PIU’ PROTAGONISTA”
Lo aveva scritto nel suo mandato elettorale, e l’ha fatto. Soprattutto ora che ricopre anche il ruolo di quel Distretto socio-sanitario che è stato protagonista del processo di unificazione, partito nel 2007 con la fusione delle vecchie “opere pie” di Budrio e Castenaso. Il sindaco Pierini è soddisfatto: “Guardando al futuro della nuova azienda, con i 15 comuni del distretto ci aspetta una sfida bella e complessa, che affronteremo insieme, come abbiamo fatto con efficacia in tutti questi mesi. Infatti, non si tratta di una semplice fusione. Per la legge regionale e per volontà dei comuni, L’Asp Pianura Est sarà sempre di più il soggetto protagonista delle politiche sociali del nostro territorio, andando oltre le competenze delle due Asp precedenti e ampliandone il raggio d’azione. Il suo lavoro sarà tutto dedicato alle persone più deboli, ispirato all’equità e alla trasparenza, caratterizzato dalla semplificazione amministrativa e dalla vicinanza alle famiglie”.
MAZZANTI (NOI PER BUDRIO): “COSI’ IL SERVIZIO SI ALLONTANA DA CITTADINI”. LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI
Il trasferimento della sede amministrativa a Pieve di Cento porterà a un aumento dei disagi per i cittadini. Anche se sarà garantito uno sportello mobile sul territorio, questo non sarà provvisto della documentazione di ogni utente e gli incomodi aumenteranno”. Inoltre, per Mazzanti, “il piano è poco credibile” perchè “i Comuni vogliono l’unificazione per risparmiare, ma alla fine i costi rimangono gli stessi perchè si vengono a creare nuove sovrastrutture di gestione”. Anche i sindacati Cgil Cisl e Uil, in questi mesi, hanno espresso la loro preoccupazione, in particolare per quanto riguarda gli 8 lavoratori che si dovranno trasferire. “Abbiamo calcolato – ha detto Stefano Di Petta (UIL) a Il Resto del Carlino – che con i trasporti pubblici ci metteranno 3 ore da Budrio per arrivare a Pieve”.
La nascita della nuova ASP Pianura Est è una scelta fatta da tempo dai Sindaci del Distretto, con lo scopo di migliorare l’organizzazione complessiva dei servizi nel territorio distrettuale garantendo a tutti i cittadini le medesime opportunità e lavorando in prospettiva ad una razionalizzazione dei costi.
Con la nuova ASP si uniforma la gestione pubblica dei servizi per anziani e disabili senza modificarne la dislocazione e la qualità già conosciuta dai cittadini.
I servizi di Budrio (CRA e CD S. Domenico per anziani, Centro per Disabili Villa Rosalinda) continueranno ad esistere ed a funzionare come fatto fino ad ora, anzi si provvederà ad assumere personale assistenziale a tempo indeterminato per assicurare la qualità dei servizi.
Il trasferimento degli uffici a Pieve di Cento non provocherà disagi agli utenti dei servizi che potranno sbrigare qualsiasi pratica amministrativa nelle giornate di presenza nelle strutture della figura preposta (Martedì e Giovedì mattina a Budrio) ed a relazionarsi con il personale assistenziale a sanitario come fatto fino ad oggi.
Per quanto riguarda il personale amministrativo trasferito a Pieve di Cento, è stato sottoscritto nel mese di dicembre dal Sindaco Pierini un importante accordo con le organizzazioni sindacali che oltre a mitigare i disagi del trasferimento ha avviato anche il necessario percorso di omogeneizzazione del trattamento economico e delle condizioni contrattuali applicate a tutto il personale dipendente.
L’obiettivo degli enti locali del territorio è infatti quello di cogliere l’occasione della nascita della nuova ASP unificata per migliorare la rete assistenziale per anziani e disabili con il contributo di tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Cos’è l’Ufficio di Piano?
E cosa fa? I comunicati che la Sindaci Riuniti S.p.A. non ha il coraggio di firmare? DIrei di si visto il tono e l’espressione tipico pravdiano comune all’Ufficio Stampa del Comune…
Io penso che noi si abbia bisogno di Istituzioni di altro tipo… piùuu friendly? Amichevoli? Alla mano? .. insomma, roba che le persone normali/comuni capiscano…
Che il trasferimento a Pieve di Cento non provocherà disagi,sarà tutto da verificare.
Personalmente mi sorgono spontaneamente due domande:
1)Perché gli uffici sono stati spostati a Pieve di Cento?
2) Chi è il nuovo presidente del distretto di pianura est?
Potrebbe essere che rispondendo alla seconda domanda,
esca automaticamente la risposta alla prima.
Ecco… mi chiedevo fino a poco fa “Pieve di Cento” nuovo ombelico del mondo? No… che roba brutta…
Grazie Beppe.
Aspettavo la risposta dell’Ufficio di Piano del Distretto che era stata preannunciata dal Sindaco Pierini oggi pomeriggio dopo che gli avevo fatto una domanda in risposta a un suo post su Facebook. A tal proposito voglio sottolineare che i social network sono solo la punta dell’iceberg del dibattito politico tra Sindaco e opposizione, in quanto il lavoro formale e sostanziale viene svolto nei luoghi e nelle forme istituzionali deputate. Solo che ciò che avviene in Consiglio comunale non viene visto quasi da nessuno, al contrario di quello che succede sulla rete. Ecco allora che quelle che sembrano baruffe isteriche delle due parti in realtà sono la coda e la continuazione pubblica dello scontro istituzionale, dove sistematicamente il Sindaco elude anche con scarso fairplay le nostre domande e richieste. Un esempio è proprio quello della fusione dell’ASP di Budrio. Il tema dello spostamento del personale amministrativo di Budrio a Pieve di Cento non è accademico o campanilistico, ma legato a una visione gestionale più ampia che rende inaccettabile da un punto di vista di opportunità l’adesione a questa fusione. In sintesi: il Comune di Budrio deteneva il 43,85% delle quote dell’ASP Donini Damiani con un utile nel 2014 di 93 mila euro. Con la fusione, pur non essendo le quote ancora stabilite (o almeno conosciute) la quota sarà evidentemente più bassa e l’utile del 2016 della nuova ASP è previsto di 24 mila euro. È questo un buon modo di amministare un patrimonio che appartiene alla storia e ai cittadini di Budrio? Detieni oltre due terzi del patrimonio della nuova ASP e consenti che la sede amministrativa vada in un Comune che ha un peso molto inferiore? E in cambio di cosa? Questo è un modo di amministrare scandaloso. E non è finita. Il progetto di fusione suggerisce di vendere terreni di proprietà a Vedrana e il Palazzo della Noce a Budrio per patrimonializzare la nuova ASP. Di nuovo si vendono beni di Budrio che confluiscono in un calderone di cui non si avrà più il pieno controllo. E allora le risposte indispettite del Sindaco assumono un significato diverso, quello di un tentativo goffo di spostare l’attenzione sui particolari meno importanti per distogliere lo sguardo dalle vere criticità di questa fusione. Quindi mi fanno sorridere le risposte di prammatica dell’ufficio di Piano, che credono di convincermi che con la presenza di un addetto il martedi e giovedi mattina nello sportello mobile di Budrio abbiano risolto e superato i danni che questa fusione porterà al Comune di Budrio. Danni che hanno un responsabile nella figura del Sindaco di questo prosciugato Comune.
Maurizio Mazzanti
NOI per Budrio
Il sindaco di Budrio, purtroppo, risponde come gli ordinano di rispondere. Frasi fatte, luoghi comuni, banalità. Le cose che tu dici, caro Maurizio, le abbiamo viste e constatate, nella realtà, tutti. E’ stato così con le porcate delle biomasse, con l’ospedale, con la casa della salute, con la palazzina Marconi, con il disastro della valle Benni, con il passante nord, con la raccolta dei rifiuti etc.
Come dissi subito dopo le ultime elezioni amministrative, questa amministrazione comunale é inadeguata per la sola ragione che non si cura dei cittadini e dei loro diritti ma degli interessi dei partiti, soprattutto di uno, interessi che nulla hanno a che vedere con quelli del territorio e dei cittadini.
E grazie per questa illustrazione.
Dunque altre genialate della Sindaci Riuniti S.p.A. che avrà in qualche modo un suo ritorno (perchè sono tutto meno che scemi e tanto meno dei Babbi Natale).
Porca vacca quanto vengono a costare quei 136 voti sbagliati di 3 anni e mezzo fa….
Non solo quei 136 voti ma anche quelli str…ani che non votarono (circa il 30%) e che oggi si lamentano!
cercherò di essere breve perchè l’argomento richiederebbe riflessioni lunghissime e articolate, ma proverò ad essere estremamente sintetico.
L’unificazione delle due ASP era già scritta nel momento in cui furono create (è scritto nei due statuti dei due enti che nel futuro sarebbero divenute una cosa sola, e questo risponde alla volontà della regione di far coincidere queste aziende coi distretti sociosanitari).
Il problema non è quindi l’unificazione, ma il modo in cui è stato fatto. Trattandosi di aziende, vi erano degli azionisti (i comuni, se si esclude la presenza marginale di parrocchie di Pieve di Cento e Castenaso) che possedevano azioni in base a numero di abitanti e patrimonio immesso nell’ASP. Ebbene, unendo le due ASP hanno nuovamente utilizzato questi due criteri ma in maniera a mio modo di vedere molto “singolare”. Innanzitutto hanno stabilito che la metà delle azioni fosse determinato dal numero di abitanti, diviso equamente tra i due ambiti (Reno-Galliera, Terre di pianura). Ovvero, 25% delle azioni a ciascun ambito (a loro volta suddivise nei vari comuni in base al numero di abitanti); solo che l’ambito Reno-Galliera ha meno di 73000 abitanti, Terre di pianura più di 85000 abitanti: vi sembra normale, o non vi pare un po’ strano? Infatti vi è il paradosso che un comune con meno abitanti può avere percentuali di azioni maggiori di un altro comune che ha più abitanti solo perchè è situato nell’ambito che ha complessivamente meno abitanti dell’altro.
E’ evidente che aver ragionato così è sbagliato dal punto di vista democratico (un abitante dovrebbe essere uguale ovunque si trovi) e anche nel merito (scusate, ma quando si tratta di peso degli azionisti di un’azienda, si guarda al numero o al patrimonio complessivo? come a dire ad esempio: se ci sono 10000 azionisti che possiedono il 30% complessivo di un’azienda contano di più di dieci persone che possiedono il 60%? Direi proprio di no). Già da questa prima divisione delle azioni i comuni che hanno tratto maggior svantaggio sono Budrio e Castenaso, ma adesso caliamo l’asso di briscola!
L’altro 50% delle azioni è stato diviso in base al patrimonio immesso nell’ASP, 25% a ciascuno dei due ambiti, anche in questo caso poi suddiviso nei vari comuni percentualmente sempre riferendosi al proprio ambito di appartenenza. Solo che se si va a vedere cosa è stato impegnato patrimonialmente,, si evince che l’ambito Reno-Galliera ha immesso un valore di circa 3 milioni di euro, l’ambito Terre di pianura 10,7 milioni di euro. Tradotto: nella pratica hanno fatto coincidere 3 milioni con 10,7 (25% ciascuno!). Da questa seconda divisioni ei azioni si capisce ancora di più il danno nei confronti dei cittadini di Budrio e Castenaso; infatti da solo il comune di Castenaso ha immesso come patrimonio 2,3 milioni di euro (cioè più di due terzi dell’ambito Reno-Galliera) ricevendo per questa voce meno del 4% delle azioni (contro il 25%!), il comune di Budrio ha immesso un patrimonio di oltre 5 milioni di euro (lascio a voi ulteriori considerazioni di confronto rispetto all’ambito Reno-Galliera).
Insomma, alla fine Castenaso ha l’8.78% delle azioni, Budrio circa il 23%, quando, calcolando le percentuali non dividendole in parti uguali nei due ambiti ma riferendosi al totale del distretto (cosa che sarebbe stata “democratica”) avrebbero avuto rispettivamente il 12.5 e circa il 35%.
Queste due percentuali, certamente più rispettose della realtà, dimostrano il danno provocato dalle due amministrazioni ai loro concittadini (a parte, ripeto, che secondo me sarebbe stato giusto considerare solo l’aspetto patrimoniale, e allora le percentuali sarebbero state ancora più elevate), ma le chicche non finiscono qui.
Infatti, se per avere si è guardato all’ambito, per ripianare i debiti eventuali si guarderà al distretto. Cosa vuol dire? Che le eventuali perdite saranno fatte pagare ai comuni in base al numero di abitanti in proporzione rispetto al numero complessivo del distretto, e non divise a metà nei due ambiti, e poi suddivise proporzionalmente ai comuni, chiaro?
Quando ho chiesto spiegazioni del perchè di uno scempio simile, mi è stato risposto che tanto non si cercano maggioranze, ma condivisione totale e che le decisioni nell’ASP devono avere il massimo del consenso dei comuni, e poi non si voleva far pensare che, date le enormi differenze, ci fosse un ambito che annetteva l’altro (testuali parole dette in commisione consigliare a Castenaso da un consigliere della maggioranza).
Alla fine credo che quello che conta, e cioè i servizi per i bisognosi, non cambieranno, però un’ultima considerazione è utile: non accadrà mai, ma se un domani (tra qualche secolo?) a qualcuno in regione venisse in mente di sciogliere le ASP, il patrimonio come verrebbe suddiviso? Ovvio, in base alle azioni! Vi rendete conto allora del grave potenziale danno che ci hanno fatto questi amministratori?
L’attenta analisi del Sig. Bonfiglioli delinea in modo sufficentemente preciso una certezza : Budrio, Castenaso e Minerbio (in questo preciso ordine) saranno i Comuni piu’ penalizzati da questa bestialita’ (l’ennesima, per Budrio) , cosi’ come Pieve di Cento, San Giorgio e Castelmaggiore saranno i Comuni ai quali deriveranno i maggiori benefici (non solo economici). Dato che ne’ Sermenghi ne’ Minganti sono meno furbi di Maccagnani o di Crescimbeni, resta (grande come una casa) l’interrogativo sul come mai i tre maggiori soci della Donini Damiani possano avere accettato una simile metodologia di calcolo per l’attribuzione delle quote nella nuova Asp. Prima o poi qualcuno dovra’ pur dire al sindaco di Budrio che i soldi, le azioni Hera, la farmacia e gli immobili dell’Asp non sono come le banconote, le stazioni e le casette del Monopoli : sono invece patrimonio dei budriesi, che andrebbe tutelato e non sfrombolato dietro ai primi che passano da qui, siano essi imolesi o centesi.
L’azienda budriese piu’ prestigiosa andra’ a San Pietro in Casale, la sede della nuova Asp a Pieve di Cento, parte della chirurgia del nostro ospedale a Bentivoglio, la guardia medica a Castenaso. E da qui a fine mandato del sindaco, chissa’ cos’altro ancora. La costante di queste razionalizzazioni/rimodulazioni/potenziamenti/riorganizzazioni e’ che importanti realta’ decollano da Budrio e prendono il volo per atterrare in Comuni ai quali (con tutto rispetto) Budrio potrebbe fare da capoluogo. Non si tratta di campanilismo : si tratta di amore per Budrio, che e’ cosa ben diversa dall’amore verso il partito di appartenenza e dallo spirito di servile con cui vengono avallate decisioni alle quali sarebbe invece opportuno opporsi. Se non vivessimo in quel mondo capovolto che piace tanto a quelli del Pd, la sede della nuova Asp sarebbe a Budrio, mentre l’ufficetto che apre il martedi’ e il giovedi’ sarebbe,quello si’, a Pieve di Cento.
Altro carpe diem: “uno sportello mobile sul territorio”. Ovvero una cosa di breve durata: devi scoprire quando e dov’è E POI sincronizzarti, se puoi. Ovvero, non riuscirà ad usarlo quasi nessuno per cui dopo qualche mese verrà abolito.
Maremma che genialate….