Nel corso del 1800 a Budrio si diffonde il Lotto Reale, un gioco che appassionò per decenni i budriesi. Il Lotto Reale è legato in particolare alla storia della Società Budriese, fondata nel 1864. Per molto tempo la domenica sera dei soci della Società fu occupata da questo gioco, che divenne una vera passione. La Società – collocata al primo piano del palazzo oggi posto tra via Bissolati e via Saffi – ha contribuito alla nascita e alla difesa di molte idee liberali e democratiche, annoverando tra i suoi membri protagonisti di primissimo piano della scena culturale di Budrio.
Tra le attività dell’associazione c’era anche quella ludica, capace di rinsaldare i rapporti umani. Il gioco preferito era il Lotto Reale, che per decenni appassionò i budriesi, facendoli divertire e a volte anche disperare.
LA SOCIETÀ BUDRIESE
La Società Budriese nasce nel 1864. La nuova associazione – di stampo borghese e a carattere liberale e progressista – si pone come obiettivo principale quello di contribuire alla civilizzazione di Budrio attraverso l’arricchimento culturale, accompagnato da piacevoli attività ludiche.
L’intenzione di vivacizzare la comunità, contribuendo al dibattito su varie questioni sociali, si impone come la priorità dell’associazione. La quota sociale, di quasi due lire al mese, impedisce alle persone più disagiate di iscriversi, ma non per questo le loro istanze rimangono inascoltate. Gli operai e i lavoratori – membri della ormai sciolta Società Operaia Budriese – trovano un importante sostegno negli uomini iscritti alla neonata associazione, che non rinuncia a difendere le istanze legate alle inaccettabili condizioni economiche di una parte consistente della comunità paesana.
Il desiderio di contribuire al progresso e alla civilizzazione si fonda sulla difesa dei diritti delle classi sociali in maggiore difficoltà. I nomi dei componenti della Società Budriese sono una garanzia. Tra questi: Enrico Menarini, Giovanni Rasori, Guglielmo Testi, Giorgio Tubertini, Sante Marchesini e Filippo Sarti si sono già distinti come membri del Comitato di Provvedimento e poi del Consiglio della Società Operaia. Non si possono poi dimenticare i garibaldini Gaetano Federici e Giuseppe Magistris, animatori instancabili della Società. Altri protagonisti come Vincenzo e Giovanni Marchesini, Cesare e Gaetano Bortolotti, Giacomo Scanabissi, Pietro Tassoni, Paolo Melloni e Romano Zaniboni. Luigi Cocchi, Luigi Menarini e Giovanni Cogolli: storici patrioti e sempre pronti a mettere la loro esperienza al servizio della comunità. Giuseppe Donati, inventore dell’ocarina, è uno tra i soci più attivi, accanto a medici, avvocati, commercianti e agricoltori. Anche l’Amministrazione Comunale ha alcuni membri di spicco nell’ambito della Società, tra cui: Albino Bonora (regio sindaco nel 1865 e nel 1866), Giuseppe Girotti, presente nella Giunta dal 1869 e sindaco dal 1880 al 1882, Giuseppe Pedrazzi, componente della Giunta e primo cittadino nel 1873. Alcuni soci vengono da Bologna. Tra questi Raffaele Belluzzi: la vera e propria anima della Società nei primi anni. Ai nomi appena elencati sono unite altrettante vicende umane – fondamentali per la storia di Budrio – capaci di fondersi per realizzare un deciso progresso sociale.
IL LOTTO REALE
I membri della Società Budriese hanno in comune una certa serenità economica e una predisposizione per lo svago. Ogni sera i soci si ritrovano al primo piano del palazzo posto all’angolo tra la via Maestra e la via del Carro (attuali via Bissolati e via Saffi): sede della Società.
Gaetano Federici, primo Presidente, apre la seduta, lasciando poi la parola al segretario Raffaele Belluzzi (1839-1903) che, con le sue spiccate doti oratorie, pone le questioni principali su cui riflettere. La lettura, con relativi commenti, dei giornali, l’ascolto di conferenze e il gioco delle carte completano il quadro delle serate della Società. I giochi rispettano sempre la legge, anche se non mancano alcuni spiacevoli episodi, contrassegnati da scommesse troppo consistenti. Alla domenica è il turno del Lotto Reale, un gioco appassionante e fonte di un buon guadagno per la Società Budriese. Il banco è tenuto dal cassiere e da un socio investito dell’incarico.
Il Lotto Reale è un gioco che si sviluppa su un ripiano in legno di forma quadrata (di circa un metro di lato, anche se ogni esemplare presenta misure differenti), collocato su un tavolo. Il quadrante è suddiviso in trentasei riquadri, caratterizzati da un numero dall’uno al trentasei. Ogni casella – dipinta o incisa – contiene due delle nove figure che contraddistinguono il gioco: uomo, donna, quadrupede, volatile, casa, albero, frutto, fiore, amore. Le combinazioni possibili sono trentasei. L’uomo addetto al banco tiene un sacchetto con all’interno nove spolette di forma ovoidale. Ogni spoletta porta con sé un biglietto arrotolato con su scritto il nome di una delle nove figure.
Il gioco ha inizio quando vengono effettuate le puntate sui vari riquadri. A questo punto il croupier provvede a far estrarre da uno dei giocatori due spolette, leggendone poi i due biglietti, che coincidono con la combinazione vincente. Il gioco prosegue con varie puntate fino a quando ogni figura nei singoli riquadri viene accoppiata con un’altra per otto volte. Il vincitore ottiene ben trentadue volte il valore della scommessa iniziale.
Nel corso del 1800 e nei primi decenni del 1900 il Lotto Reale appassiona molte persone in tutta la provincia di Bologna. Le figure sui riquadri e le dimensioni del gioco variano quasi sempre, ma le regole del gioco non cambiano, continuando ad animare le sere e le notti di molti uomini.
Ringrazio Maurizio Montanari e Fernando Pazzaglia.
Leonardo Arrighi