Da ore è già calato il buio, ormai la notte è inoltrata quando, tra il 22 e il 23 febbraio 1948, scoppia un grave incendio nel sottotetto del Palazzo Comunale di Budrio. Il fuoco non divampa immediatamente in modo clamoroso, ma nel giro di un’ora prende corpo, avviluppando i preziosi faldoni dell’Archivio Storico Budriese, trasferito all’inizio del 1900 in quei locali. Soltanto alle prime luci dell’alba, alcuni abitanti di Budrio, gettando uno sguardo fuori dalla finestra, si accorgono della enorme colonna di fumo che si leva dal Palazzo Comunale e delle lingue di fuoco ormai padrone del tetto. L’allarme scatta, le grida che echeggiano hanno lo stesso incedere e recitano: «al fuoco, al fuoco: il Comune è in fiamme».
L’intervento dei Vigili del Fuoco doma l’incendio, che però ha già irrimediabilmente distrutto l’Archivio Storico, privando i budriesi di una parte della loro storia.
LE ORIGINI DELL’ARCHIVIO
La nascita dell’Archivio Storico di Budrio è associata ad un documento del 1302: un atto di vendita di terreni, collocati nella tenuta Boscosa (di proprietà della Partecipanza), avuti in dono (o in enfiteusi) da Matilde di Canossa, anche se a proposito di questa donazione non esistono testimonianze certe.
A partire dal 1302 e fino all’Epoca Napoleonica la documentazione relativa alle questioni amministrative confluisce in un unico archivio, quello della Partecipanza. Quest’ultima è l’istituzione che regge la comunità budriese e quindi si occupa anche dell’archiviazione dei documenti.
Attorno alla metà del 1500 Budrio vive una scissione: Budrio Dentro e Budrio Fuori sono i nomi delle due compagini che rappresentano gli abitanti del Paese. La divisione perdura fino al Periodo Napoleonico, in cui le due comunità vengono riunite, formando così la Municipalità (o Municipio) amministrata in maniera autonoma rispetto alla Partecipanza. Questa separazione è riconfermata anche – dopo la Restaurazione – dallo Stato Pontificio, nuovamente egemone, e in seguito (a partire dal 1860) dal neonato Regno d’Italia.
La nascita del Municipio porta con sé la creazione di un nuovo archivio, autonomo rispetto a quello della Partecipanza, che continuerà a conservare la documentazione precedente. Nel 1881 il Comune prende possesso dell’attuale sede, dove confluisce anche l’Archivio Storico Comunale.
UN PATRIMONIO PERDUTO
L’Archivio “Vecchio”, come viene ribattezzato, è collocato nel sottotetto all’inizio del 1900. Purtroppo nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1948 il patrimonio archivistico comunale è distrutto da un incendio. A salvarsi sono i libri (75 volumi) contenenti le delibere consigliari – della Giunta e del Podestà – dal 1874 al 1937. Questa parte dell’Archivio è salva perché conservata al primo piano, negli spazi riservati alla segreteria.
La perdita dei faldoni presenti nel sottotetto è incalcolabile: i documenti relativi alla storia dell’amministrazione budriese dall’Epoca Napoleonica agli anni ’40 del 1900 sono inceneriti in poche ore. La mattina del 23 febbraio 1948 davanti al Palazzo Comunale, sopra ad uno spesso strato di neve, si possono vedere i resti fumanti dell’Archivio Storico. Durante il giorno molte persone si fermano ad osservare il triste spettacolo, consapevoli che parte della loro storia, e quindi della loro identità, è irrimediabilmente compromessa e nessuno potrà ricostruirla con la necessaria precisione, che soltanto la confidenza con i documenti può offrire.
Leonardo Arrighi