Intrusione all’Oratorio di Mezzolara, il luogo sacro dei naviganti dell’Idice

15 marzo, 2016

Un mese e mezzo fa l’Oratorio di San Giuseppe, alle porte di Mezzolara, è stato oggetto di una inattesa intrusione. Durante una notte – alla fine di gennaio – qualcuno ha distrutto la finestra posteriore dell’Oratorio e si è introdotto nell’edificio sacro. Chiunque abbia fatto irruzione ha dovuto fare i conti con l’assenza di oggetti da rubare. Da parecchi decenni i paramenti e le suppellettili sono stati tolti dall’Oratorio di proprietà della famiglia Boriani-Sebartoli.
Attualmente però la finestra posteriore è distrutta e permette così a piccioni ed agenti atmosferici di contribuire al degrado di un edificio ancora in buono stato di conservazione. L’Oratorio di San Giuseppe fu per oltre tre anni – dal 1945 al 1948 – la Chiesa di Mezzolara, inagibile a causa dei danni subiti nel corso dei bombardamenti del 21 aprile 1945 e poi scomunicata per il suicidio del parroco Don Alberto Cavina.

L’ORATORIO SUL FIUME
Se percorriamo via Riccardina da Budrio verso Mezzolara, ad un certo punto – superato il Santissimo ed ormai in vista dell’ingresso nella frazione budriese – sulla sinistra troviamo l’Oratorio di San Giuseppe. L’edificio veglia su Mezzolara probabilmente dal 1600 e si presenta caratterizzato da un frontone triangolare, da una arcata sormontata da una volta a crociera e da un pregevole portone d’entrata. L’Oratorio è un importante alfiere della memoria mezzolarese, per molti secoli fusa con la ritualità religiosa. San Giuseppe sorge in prossimità dell’antico argine del fiume Idice che, fino ai lavori di deviazione del 1813-1816, ha continuato a scorrere proprio accanto al luogo sacro. L’Oratorio ha offerto per lungo tempo la possibilità, spesso alle persone di passaggio su delle imbarcazioni, di ristorare l’anima con qualche preghiera. I mezzolaresi per un paio di secoli hanno fatto voti, all’interno del San Giuseppe, per essere risparmiati dalle inondazioni del fiume Idice. Nel corso del tempo l’edificio si è conservato abbastanza bene ed è un peccato vederlo oggi minato nella sua integrità.

IL SAN GIUSEPPE DIVENTA LA CHIESA PARROCCHIALE
Le prime notizie dell’Oratorio risalgono ad una visita pastorale del 1705, quando il San Giuseppe fa parte della Parrocchia dei Ronchi di Bagnarola. Ad inizio ‘700 l’edificio è di proprietà della famiglia Lini, nominata in un documento che riporta l’elenco delle mansioni da svolgere: imbiancare l’altare, dipingere la croce e affiggere sopra la parte esterna della porta l’immagine di San Giuseppe. Trascorrono un po’ di anni e nel 1752 l’Oratorio passa alla famiglia Orsoni, che ne resterà proprietaria fino al 1800, quando il sacerdote Francesco Orsoni (membro della famiglia omonima) cede l’Oratorio e il terreno circostante, in cambio di un vitalizio annuo, a Giacomo Sforza. A metà del 1800 il podere e l’edificio sacro passano alla famiglia Boriani. Il San Giuseppe, composto da due vani (uno con l’altare e l’altro con la sagrestia), continua ad essere meta delle visite pastorali. La licenza per la celebrazione della messa in onore di San Giuseppe (19 marzo) è riconfermata in maniera costante. Soltanto nel 1900, a causa di un nubifragio violento e prolungato, i fedeli di Mezzolara non riescono a rendere omaggio al Santo. La messa continuerà ad essere celebrata fino alla fine degli anni ’80 del 1900, quando purtroppo questa ricorrenza smetterà di segnare un appuntamento importante per tutti gli abitanti delle zone circostanti all’Oratorio. Nel corso del 1900 l’edificio – un tempo sentinella in prossimità del fiume Idice – svolge un ruolo molto speciale. Il 21 aprile 1945 la Chiesa Parrocchiale San Michele Arcangelo di Mezzolara è gravemente colpita dai bombardamenti: la canonica è spazzata via, mentre la chiesa subisce danni molto pesanti. I lavori di ricostruzione sono lenti e complicati. In quel periodo il San Giuseppe diventa di fatto la Chiesa di Mezzolara: le messe domenicali e altre funzioni si svolgono nell’Oratorio. Nel 1947 il parroco Don Alberto Cavina – appassionato di cultura e ben voluto dalla propria comunità – decide di suicidarsi, impiccandosi nella Chiesa di San Michele Arcangelo. Le cause di questo gesto estremo sono sicuramente complesse da ricostruire, ma lo stato fatiscente della Chiesa, l’enorme patrimonio artistico perduto, la lentezza dei lavori e l’impossibilità di restituire ai mezzolaresi il loro rifugio spirituale hanno inciso sulla drammatica decisione. Per un anno San Michele Arcangelo viene scomunicata e le funzioni religiose saranno celebrate nell’Oratorio di San Giuseppe, che fino alla fine del 1948 (quando la Chiesa sarà di nuovo agibile) ricopre un ruolo molto caro ai mezzolaresi, ancora affezionati all’edificio sacro che veglia sul paese.

Leonardo Arrighi

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1 commento


  1. Credo che basti inchiodare un paio di tavole di legno, dov’era la finestra, per risolvere il problema. Sempre che la proprietà sia stata avvertita del tentato furto con danneggiamento. Di questo dovrebbero occuparsi le forze dell’ordine.

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