Omicidio di Molinella, il marito confessa e si difende parlando di “eccesso di difesa”

14 aprile, 2016

E’ durato 10 ore l’interrogatorio a cui è stato sottoposto Andrea Balboni, il 52enne originario di Cento di Budrio, marito di Liliana Bartolini, la donna sgozzata nella notte tra lunedì e martedì nella sua casa, a San Martino in Argine, frazione di Molinella. Ieri sera è stato fermato e condotto al carcere della Dozza, dopo che è crollato confessando agli inquirenti di aver ammazzato lui la moglie. Ora, il suo avvocato, parla di “eccesso di difesa”, ovvero sostiene che sarebbe stata la moglie a brandire il coltello per prima.

RITROVATA L’ARMA DEL DELITTO
L’arma del delitto, un coltellino multiuso, è stata trovata in un tombino di scolo nelle vicinanze dell’abitazione, dopo che lo stesso Balboni ne ha indicato il luogo. per tutta la mattina i Carabinieri l’avevano cercata, anche nei cassonetti nelle strade vicine.(fotto, sotto).

L’OMICIDIO
La notizia è stata data ieri mattina quando l’unità investigativa dei Carabinieri è arrivata sul posto dove la 51enne Liliana Bartolini è stata drammaticamente uccisa, accoltellata e morta per dissanguamento sul divano di casa. Ancora non si conosce con esattezza l’orario del decesso, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì. E’ stato il marito, di professione tassista, a telefonare al 118 intorno alle 4 del mattino, dopo aver spiegato di essere rimasto privo di conoscenza dinnanzi all’entrata di casa, aggredito da sconosciuti. La tesi, però non ha convinto del tutto gli inquirenti e dopo un interrogatorio durato 10 ore, l’uomo è crollato confessando il delitto ed è stato disposto il fermo al carcere della Dozza. La donna lascia un figlio di 14 anni che durante l’assassinio non era in casa perchè in gita scolastica.

L’AVVOCATO DI BALBONI SOSTIENE L’ECCESSO DI DIFESA
A seguito del ritrovamento del cadavere l’uomo si era giustificato parlando di una aggressione da lui subita dinnanzi a casa, mentre stava rincasando nella notte, al termine del suo turno di lavoro. A seguito dell’aggressione ad opera di sconosciuti – sosteneva – avrebbe perso conoscenza, prima di svegliarsi e trovare la moglie assassinata sul divano. Ma questa prima difesa era stata da subito considerata poco attendibile dagli stessi inquirenti, visto che la TAC al quale l’uomo era stato sottoposto, all’Ospedale Maggiore di Bologna, non aveva dato esiti compatibili con la perdita di coscienza.
L’uomo aveva diverse tumefazioni ed escoriazioni alle braccia, cosa che ha portato a pensare che se le fosse procurate a seguito di una colluttazione con la moglie. Ora che la verità è venuta a galla l’avvocato difensore dell’omicida parla di “eccesso di difesa”, ovvero sostiene che fosse stata la donna la prima a brandire il coltello e che l’uomo, nel difendersi, sia finito a terra in rissa con la moglie e da lì sia scaturito il colpo letale. Il tutto sarebbe nato da una discussione a causa di un rapporto extraconiugale intrapreso dal Balboni. L’autorità giudiziaria, a seguito dell’autopsia disposta sul corpo della vittima, potrà prelevare tessuto sotto le unghie alla ricerca delle tracce dell’ aggressore.

I VICINI: “UNA FAMIGLIA NORMALE”
I vicini, appresa la notizia della morte di Liliana, avevano reso dichiarazioni alla stampa parlando dei due come di una coppia normale. “Sono rimasto stupito – aveva spiegato uno di loro – mai avrei pensato a una cosa del genere, perchè non l’ho mai sentito alzare la voce. Lo vedevo tutte le mattine quando l’uomo portava a scuola il figlio”. “Liliana era una ragazza eccezionale e la coppia era molto affiatata – aveva spiegato la vicina – lunedì sera era rimasta da me ospite fino alle 8. Era tranquilla, non certo nervosa e ci siamo date appuntamento al giorno dopo”.

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