Inaugura sabato 23 alle 11.30 la mostra Via col vento. Esposizione di cappelli dagli anni 40 ad oggi in galleria Sant’Agata. La mostra, come racconta Nadia Rapparini, è nata un po’ per caso: da tempo aveva voglia di esporre la sua raccolta di cappelli e l’occasione si è presentata grazie Loredana Nicoli Moreschini, consigliere della Pro Loco di Budrio, che ha contribuito a realizzarla durante la festa di Primaveranda.
I cappelli che vedremo in mostra appartengono alle raccolte di Fernanda Govoni, della stessa Rapparini, a cui si aggiunge qualche prestito dagli amici.
Il primo nucleo della raccolta Rapparini è costituito i cappelli anni 50 della madre, a cui si sommano quelli d’epoca che Nadia ha acquistato negli ultimi 10 anni per i mercatini. Una passione questa che l’ha portata ad acquistarne un nucleo degli anni 40 ed accogliere un gruppo di cappelli artigianali offerti da un’amica.
In mostra vedremo cappelli di fogge molto diverse, sia da uomo che da donna, da quelli di paglia tipo Via col vento, a quelli di stoffa e feltro. Saranno esposti insieme ad alcuni strumenti e materiali che venivano impiegati dai modisti per la loro realizzazione.
Tra quelli esposti sono di particolare interesse il meraviglioso cappello da sposa di petali bianchi, che verrà presentato insieme all’abito anni 60 abbinato e quello rosso di paglia da cerimonia, costruito da una modista negli stessi anni.
La mostra è curata da Nadia Rapparini e Fernanda Govoni e avrà un allestimento molto scenografico ispirato alla primavera: domineranno i colori bianco e verde, grazie anche al contributo di Carlo Pagani che ha fornito gli alberelli bianchi su cui verranno appesi alcuni cappelli, altri verranno collocati su bambocce e su vecchie valigie di cartone.
Un peccato che negli ultimi anni l’uso dei cappelli, soprattutto quelli di buona fattura, sia andato progressivamente calando perché questi accessori, oltre che proteggere dal sole o dal freddo, possono donare a chi li indossa grande eleganza ed esprimerne al meglio la personalità. Lo diceva anche Coco Chanel, che aveva iniziato la sua folgorante carriera proprio come modista: “l’abbigliamento non è altro che un riflesso del cuore”.
Ludovica Piazzi