Budrio, bocciata la mozione per il No al referendum

10 giugno, 2016

Il consiglio comunale ha bocciato la mozione, proposta dal Movimento 5 Stelle e da NOI per Budrio, a sostegno del No al prossimo referendum costituzionale in programma a ottobre. Il partito democratico ha votato contro spiegando che “il consiglio comunale non ha alcuna voce in capitolo” e che “una amministrazione non si schiera”. Intanto in paese si cominciano a mobilitare i sostenitori del Sì: il partito democratico, diviso sull’argomento, è comunque riuscito a mettere insieme 62 firme a sostegno dell’approvazione della riforma (ma non c’è quella del Sindaco). Questa sera (venerdì) si terrà un incontro pubblico sul tema, organizzato dal Comitato per il Sì.

BOCCIATA LA MOZIONE PER IL ‘NO’. MAZZANTI (NPB): “IN TUTTA ITALIA SI STANNO ESPRIMENDO, QUESTA MOZIONE VI METTE IN DIFFICOLTA'”
NOI per Budrio e il Movimento 5 Stelle da un parte, e il PD dall’altra. Si alza lo scontro politico anche sul referendum nazionale mantenendo, in consiglio comunale, le stesse tifoserie alle quali siamo soliti assistere nei dibattiti sulla politica locale. Mercoledì scorso le liste civiche hanno proposto una mozione a favore del voto contrario alla riforma di Matteo Renzi, facendosela bocciare dal Partito Democratico. I dem hanno motivato il loro voto sostenendo come ” il Consiglio Comunale non ha alcuna voce in capitolo su questa materia, ma soprattutto gli elettori, attraverso il voto, sono gli unici che possono esprimersi e ogni intervento istituzionale suonerebbe come un’inutile ingerenza”. Dal canto loro le opposizioni, per bocca di Mazzanti, hanno difeso la presentazione dell’atto. “Abbiamo votato mozioni ben più inutili, come quelle sul Made in Italy e sulla pace nel mondo. Ora che si tratta di assumere una posizione sulla nostra Costituzione vi tirate indietro. Ma il testo che stasera abbiamo presentato è al vaglio di molti comuni in Italia – ha concluso – è ovvio che questa mozione vi mette in difficoltà”.

IL PD DIVISO, TROVA UNA QUADRA VERSO IL SI’
Che il Partito Democratico a Budrio non sia un covo di renziani ormai si era capito da tempo. Con il mal di pancia hanno spesso digerito molte delle politiche di un Renzi sempre meno incollato alle posizioni della sinistra storica. In questa occasione, tuttavia, un passo verso la linea del premier è stata fatta, con la presentazione di un documento per il sì a firma di 62 iscritti , fra i quali – oltre ai renziani della prima ora come l’assessore Giovanni Zanardi e l’ex consigliera Maddalena Pondrelli – figurano anche nomi più insospettabili, come l’ex segretario Daniele Bortolotti (spesso critico con il Premier), l’attuale segretario Giacomo Bassi e gran parte dei consiglieri comunali. Fra i democratici più attivi spicca l’assenza della consigliera Debora Badiali (anti-renziana doc), della capogruppo Sonia Serra e quella del sindaco Giulio Pierini. Stasera (venerdì 10 giugno) il Comitato per il sì che si è formato in paese terrà un evento sul referendum alla Sala S della Biblioteca comunale (ore 20,45), per un discutere sulle modifiche costituzionali con Salvatore Vassallo, professore di scienza politica e politica comparata all’Università di Bologna.

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5 Commenti


  1. Al referendum votero’ decisamente per il NO , e mi fa piacere che le opposizioni abbiano lasciato agli atti del Consiglio un passaggio in tale senso. Scorrendo i nomi degli esponenti pd pro e contro la riorma, ho l’impressione che i contrari abbiano letto e conoscano la Costituzione, mentre nutro qualche dubbio sul fatto che i favorevoli l’abbiano mai presa in mano, se non letta. A questo punto , pero’, ci sono almeno due esponenti che dovrebbero fornire un chiarimento, e parlo del consigliere Orlandini e dell’ex segretario Bortolotti. Essi , alle primarie, votarono Bersani contro Renzi : quel Bersani della “Costituzione piu’ bella del mondo” , che nel suo programma non intendeva modificarne alcunche’. Ora i due personaggi si schierano addirittura nei comitati per il si’. A me ricordano le “piume al vento” del Rigoletto.

  2. Vorrei solo sapere se il Comitato per il sì riceve finanziamenti pubblici e, in caso positivo, di quale entità a livello nazionale e locale. Grazie.

    • “Il Pd fa il “comitatino” per avere i rimborsi”

      Dieci giorni fa la richiesta in Cassazione: firma il “cittadino” Chiocchetti. Così anche i dem avranno accesso ai 500 mila euro
      Il Fatto Quotidiano 24 maggio 2016
      Il 13 maggio un gruppo di 12 “cittadini” non meglio identificati (ma muniti di documenti) sono stati ricevuti presso la Cassazione per richiedere il referendum costituzionale, promuovendo “la raccolta di almeno 500.000 firme”. Il gruppetto ha eletto domicilio presso Maurizio Chiocchetti, in via Flaminia 838 a Roma. Eccola, l’unica traccia formale del Comitato per il Sì. Annunciato da Renzi settimane fa, ancora non esiste. C’è solo la richiesta di Chiocchetti e il sito, “Basta un sì”. Sabato è partita la raccolta in tutta Italia e serviva uno strumento legale. Perché secondo la legge 157 del ‘99 il comitato promotore di un referendum ha diritto “a un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione di un euro per ogni firma valida”, se raccoglie le 500 mila firme. Dunque, 500 mila euro (per un referendum abrogativo il rimborso scatta solo se si raggiunge il quorum, per quello costituzionale è automatico). Da sottolineare che il referendum si sarebbe fatto comunque, perché ne avevano già fatto richiesta i parlamentari per il Sì e quelli per il No. E dunque, la ricerca di un presidente si è rivelata più difficile del previsto, ma senza comitato, ai rimborsi non si poteva accedere. La responsabilità tecnica è stata data a Chiocchetti, che ha fatto praticamente tutte le battaglie referendarie per l’Ulivo, il Pds e i Ds. Poco più di un prestanome stavolta. Ma quello che sarà legalmente deputato a prendere i 500 mila euro di rimborsi. Altro che grande mobilitazione a soli scopi elettorali. Gli stessi rimborsi spettano al comitato del No. Che la richiesta di referendum l’ha presentata un mese prima, con le firme dei suoi costituzionalisti di punta, come Alessandro Pace e Massimo Villone. E ha già fatto una delibera dichiarando che i soldi non spesi per la campagna elettorale verranno restituiti. La stessa chiarezza non c’è stata nel fronte del Sì, che peraltro a differenza dei sostenitori del No, può contare sulle strutture (e i soldi) del Pd. Da sabato gli italiani firmano per una richiesta che si appoggia sulle strutture dem, ma che è emanazione del Comitato “Basta un sì” (logo apposto sulla liberatoria della privacy per avere la mail dei firmatari). Ma non sanno chi c’è dietro.

  3. ” il Consiglio Comunale non ha alcuna voce in capitolo su questa materia, ma soprattutto gli elettori, attraverso il voto, sono gli unici che possono esprimersi e ogni intervento istituzionale suonerebbe come un’inutile ingerenza”

    Come si scrive una risata da mal di pancia + lacrime? … roba da matti… e altrove si ricordavano anche gli F-35 dove il PD budriese (per favore non chiamiamoli dem, non lo sono) ha voluto esprimersi in Consiglio Comunale, li l’ingerenza non c’era no? 😀 …. ha ragione Mazzanti, alla grande: sono in difficoltà. L’hanno capito anche i sassi.

  4. Andrea Bonfiglioli

    io vorrei sapere perchè è stata reclamizzata su questo blog la riunione del comitato per il SI tenutasi in sala S di via Garibaldi 39 e non quella del comitato per il NO che si terrà nello stesso luogo il 15-06 alle 20:45! Non sarà micca schierato questo blog a favore del SI? sarebbe davvero una grossa delusione.

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