Fusione dei comuni di Budrio, Castenaso e Granarolo: l’incontro delle forze politiche [SEI D’ACCORDO? VOTA!]

24 giugno, 2016

E’ partito il percorso di valutazione che porterà a decidere se i comuni di Budrio, Castenaso e Granarolo si fonderanno. Il traguardo potrebbe essere un unico grande ente che diventerebbe il terzo più grande della provincia per numero di abitanti (dopo Bologna e Imola). In ballo ci sono 24 milioni di euro di contributi in 10 anni e anche nuove assunzioni. Le perplessità più eloquenti riguardano il fatto che i Municipi e l’Unione Terre di Pianura rimarrebbero in piedi. A Budrio, sia la maggioranza che l’opposizione hanno espresso molti dubbi. Pierini: “Non c’è fretta”. Mazzanti (NpB): “Partiti con il piede sbagliato”. Dì la tua! Vota la manifestazione di opinione di Budrio Next.


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UN UNICO COMUNE, VANTAGGI E SVANTAGGI
Mercoledì scorso si è tenuto, alle Torri dell’Acqua di Budrio, un incontro del consiglio dell’Unione Terre di Pianura, dove Sindaci e politici di Budrio, Castenaso, Granarolo, Baricella, Minerbio e Malalbergo, sono intervenuti per ascoltare i risultati dello studio di fattibilità commissionato per capire vantaggi e svantaggi della fusione dei Comuni. Sul tavolo si sono aperti due scenari paralleli: la costituzione di due nuovi comuni derivanti dalla fusione di Budrio, Granarolo e Castenaso e da quelli di Minerbio, Baricella e Malalbergo. L’obiettivo è quello di mettere insieme risorse umane e farle specializzare per migliorare l’efficienza del servizio a favore del cittadino, oltre e soprattutto a creare economia di scala volte al risparmio economico. Per quanto riguarda il nuovo comune che nascerebbe da Budrio, Castenaso e Granarolo, sarebbero possibili anche nuove assunzioni, visto che gli attuali 281 dipendenti potrebbero essere aumentati fino alla soglia dei 304, favorendo l’introduzione di lavoratori più giovani. Poi a far gola c’è il “premio” per la fusione, direttamente elargito dalla Regione e dallo Stato: 24,5 milioni di euro in 10 anni per il nuovo ente. Sul fronte degli svantaggi, rimarrebbero in piedi gli enti attuali, come gli stessi Comuni (che diventerebbero Municipi) e l’Unione Terre di Pianura. A cambiare sarebbero le funzioni, con quest’ultima che – come immaginato nello studio di fattibilità – potrebbe svolgere unicamente un compito tecnico di gestione dei servizi. Il risultato potrebbe quindi essere paradossalmente quello di mettere insieme gli enti, ma mantenendoli comunque in piedi, tanto da far pensare a quale possa essere il risparmio del nuovo progetto.

IL TERZO COMUNE PIU’ GRANDE DELLA PROVINCIA. SINDACO E OPPOSIZIONE ESPRIMONO PERPLESSITA’
Grabunaso, Castebugra o Bunasorolo. I nomi di fantasia per il nuovo ente correvano più nelle bocche dei cittadini presenti che in quelle dei relatori. Per ora il nome è ovviamente l’ultimo dei pensieri e la prima immagine che salta all’occhio è quella di un nuovo comune che, con i suoi 45 mila abitanti, sarà il terzo più grande della provincia di Bologna in termini demografici e addirittura territorialmente più grande del Comune di Bologna. Con un peso politico enorme all’interno della Città metropolitana. Dal 2014 a oggi sono 14 le realtà di fusione terminate o in corso ma, se si toglie il caso di Valsamoggia (5 comuni per un totale di 30mila abitanti), tutte le altre hanno messo insieme comuni estremamente piccoli. Nell’incontro di mercoledì sono intervenuti anche i rappresentanti politici budriesi, mettendo tutti in luce dubbi e perplessità. A cominciare dallo stesso sindaco Pierini che è rimasto decisamente “abbottonato” dal dare un giudizio favorevole. “L’obiettivo della fusione – ha detto – è quello di fare di più con meno risorse economiche, organizzative e strutturali. Tuttavia non si può liquidare la discussione senza mettere in moto un processo partecipativo con la cittadinanza, volto ad approfondire anche gli aspetti storici, culturali e geografici. Tutte cose che uno studio di fattibilità non ci può dire”. Inoltre il Sindaco ha frenato sull’iter tempistico. Lo studio di fattibilità, infatti, prevede tempi serrati per la discussione e la decisione che farebbero sorgere il nuovo Ente nel 2019. Per i più la data potrebbe sembrare lontana, ma in realtà per una operazione del genere è dopodomani. Per questo il Primo cittadino di Budrio ha detto “che non deve esserci fretta” per dei comuni “che hanno 150 anni di storia alle spalle”. Ancora più perplesso il consigliere comunale budriese Maurizio Mazzanti (NOI per Budrio): “A oggi la fusione non ha senso – ha spiegato – perchè non ci sono vantaggi effettivi”. Inoltre – ha continuato – “se l’Unione Terre di Pianura funzionasse bene, cosa che oggi non succede, ciò basterebbe per rendere più efficiente il lavoro dei tre Comuni”. Per poi criticare le modalità di presentazione: “Come al solito – ha concluso – si applica il solito schema: prima si decide in alto quello che si vuole fare, poi si presenta uno studio di fattibilità che in realtà è già l’ossatura del progetto; si propone alla cittadinanza come discussione quando è già pensato il tutto e si fa passare l’idea che abbiano deciso i cittadini quando invece hanno solo ratificato delle scelte già prese”. Se il progetto andrà avanti e i comuni decideranno per la fusione, i cittadini dei comuni interessati potranno avvalersi del referendum per esprimere la loro opinione: lo strumento avrà, tuttavia, solo carattere consultivo e non vincolerà le istituzioni a seguirne l’indicazione.

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La presente rilevazione costituisce manifestazione di opinione di carattere non scientifico ai sensi dell’art. 1 del Regolamento dell’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni approvato con deliberazione 256/10/CSP del 9 dicembre 2010.

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2 Commenti


  1. Andrea Bonfiglioli

    Il documento alla base dell’incontro di mercoledi è di 237 pagine, nelle quali è spiegato bene che:
    1) i soldi che arriveranno non saranno in più, ma semplicemente vengono elargiti per coprire i costi da sostenere per la fusione (è bene che sto concetto sia chiaro, sennò partono sogni di gloria per infrastrutture che non potranno realizzarsi);
    2) le assunzioni sono teoriche (cioè in base al numero di abitanti i dipendenti comunali dovrebbero essere un certo numero, ma non vi è nulla di scritto su come coprire finanziariamente l’assunzione di circa 30 nuovi dipendenti, chiaro?);
    3) l’organigramma che vi è scritto parla chiaro: tutto sarà fattibile entro il 2018 per andare a elezioni nel 2019 (Valsamoggia docet);
    4) nel documento è anche scritto che i due nuovi comuni nascerebbero comunque come appartenenti all’unione Terre di pianura e lascerebbero all’unione la gestione dei servizi già in essere (altro che ruolo esclusivamente di controllo-supervisione o altre amenità);
    5) il mantenimento dei municipi originari significa che tali municipi svolgerebbero il ruolo dei quartieri a Bologna, tanto per chiarire il loro ruolo.

    Queste cose le ho scritte in maniera da fornire a chi vuole le basi per farsi la propria opinione in maniera corretta.

    Diciamo che sul nome del comune unico, quello più simpatico lo ha inventato Mauro Mengoli, consigliere comunale di Uniti per Castenaso: Granbuca.

    Al di là dell’effetto comico del nome da lui proposto, io lo chiamerei semplicemente Budrio.

  2. A parte che non si può che sottolineare ancora una volte come la Sindaci Riuniti S.p.A. veda i soldini dei Budriesi come propri (dimenticate sempre d’aver preso il 22 o 23% delle preferenze e non il 52% come racconta ipocritamente il sig. Pierini sulla sua pagina FB) e non esiti a buttarne di qua e di la senza prima magari sentire in qualche modo – ma che non sia il circolo PD – se anche solo valesse la pena di parlarne, altro che pagare qualcuno per uno studio di fattibilità. E questa cosa già è non poco deprecabile. Oltrettutto, come già qualcuno ha fatto notare, non era nemmeno nel programma elettorale. Ma la dentro è vero che non c’erano nemmeno le innumerevoli porcate che abbiam visto loro fare, no? Quindi, una più una meno…. avanti così….

    Restano Municipi e quant’altro. Allora è una presa per il K. Una roba all’Europa Unita… che non funziona. Allora tanto meglio lasciar le cose come stanno.

    E ancora una volta il referendum non sarebbe vincolante..,.. mah, per me è ora di fare qualche cambiamento più a favore del popolo che dei soliti noti… è ora dei forconi? A voi governanti farcelo sapere…

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