Hanno fra i 15 e i 17 anni e sono arrivati in Italia senza famiglia. Saranno ospitati, entro la prima metà di settembre a Vedrana di Budrio, grazie a un progetto di ANCI-Emilia Romagna interamente finanziato dall’Unione Europea, che durerà fino a marzo 2019. La struttura che li ospiterà si trova in via Zenzalino Nord (S.P. 6) a 2 Km dal centro di Vedrana, in direzione La Motta. Il sindaco di Budrio: “Orgoglioso di averli qua, non ci saranno problemi di sicurezza e convivenza con i cittadini. Il nostro paese si conferma una comunità accogliente”. Nei giorni scorsi in Comune si è tenuta una commissione conoscitiva sull’argomento.
30 MIGRANTI MINORENNI: DA DOVE VENGONO, QUANTO RESTERANNO E COSA FARANNO A VEDRANA
I 30 migranti minorenni che saranno ospitati a Vedrana vengono principalmente dall’Africa Subsahariana. Da paesi come la Nigeria, il Gambia o la Costa D’Avorio e hanno attraversato il Nord dell’Africa per prendere un barcone diretto in Italia, diventando parte degli oltre 11mila minorenni arrivati nel 2016. Nella frazione di Budrio saranno accolti grazie a un progetto di ANCI-Emilia Romagna premiato con un bando dal Ministero dell’Interno e finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea. Saranno ospitati in una abitazione posta sullo stradone di Via Zenzalino Nord a 2 Km dal centro di Vedrana, in direzione La Motta, e la loro accoglienza sarà gestita dalla cooperativa Camelot che già si è occupata di gestione di richiedenti asilo e rifugiati. Il progetto durerà fino a marzo 2019 è sarà “di prima accoglienza” ovvero riservato a persone che sono sbarcate da pochissimi giorni e hanno innanzitutto bisogno di controlli sanitari e delucidazioni legali. I minori resteranno qua per un periodo non superiore ai 60/90 giorni, poi dovranno essere accompagnati verso una struttura “di seconda accoglienza” nella quale sarà gestita l’integrazione. Nelle prime due settimane il compito della cooperativa sarà quello di farli riprendere dal lungo e doloroso tragitto che hanno percorso, quindi saranno lasciati riposare. Poi saranno aiutati nel compimento delle procedure burocratiche con la questura e l’ufficio immigrazione, consigliati attraverso un servizio di mediazione linguistica e saranno gestite attività ricreative e sportive, con una decina di ore settimanali di studio della lingua italiana e la pratica del gioco del calcio (molto conosciuto in Africa). La cooperativa ha anche manifestato interesse nell’orientare i nuovi migranti verso un percorso di partecipazione alle attività sociali e di volontariato organizzate in paese. Tutti loro, per il semplice fatto di essere minorenni, hanno per legge immediatamente diritto al permesso di soggiorno in Italia.
Le foto della struttura che ospiterà i ragazzi.
PIERINI: “ORGOGLIOSO DI OSPITARLI, PIU’ FACILE SE TUTTI FACESSERO COME BUDRIO. NON CI SARANNO PROBLEMI DI SICUREZZA”
Il sindaco Pierini ha espresso soddisfazione per l’arrivo dei 30 migranti. “Sono orgoglioso che il nostro Comune, che da sempre si ispira a principi di accoglienza, possa ospitare questi 30 ragazzi. La Parrocchia di Vedrana e le associazioni del luogo hanno già dato la loro disponibilità ad essere coinvolti in questo percorso e molti cittadini della frazione hanno ritenuto davvero stimolante e interessante questo progetto. E’ un fatto ancora più positivo – ha continuato – perché una esperienza del genere non esiste al di fuori della città di Bologna e siamo sicuri di poterla affrontare nel migliore dei modi vista l’esperienza della cooperativa che gestirà l’ospitalità”. Pierini ha spiegato le ragioni per le quali Budrio ha gestito in questi anni già diverse situazioni di accoglienza. “E’ stato scelto il nostro paese perché il suo territorio è vasto e quindi statisticamente è più facile che siano mandati da noi, ma è ovvio che se tutti i comuni facessero la loro parte sarebbe molto più facile gestire questo imponente fenomeno”. Poi ha voluto rasserenare sulla sicurezza dei cittadini, forse ricordando l’increscioso episodio di violenza sessuale successo l’anno scorso a Mezzolara. “Se il progetto non fosse stato sostenibile avremmo detto di no – ha rimarcato – e comunque abbiamo chiesto massime garanzie per la sicurezza dei cittadini. Anche se sono sicuro che non ci saranno problemi e che la convivenza sarà civile e pacifica”.
Qualche foto degli interni. Così, per farsi una idea. http://www.faceonlus.it/it/progetti/
Parliamo anche dei costi: 2 milioni e 556 mila euro del ministero dell’Interno che copre due anni e mezzo di attività. Per correttezza scrivo che questo soldi, oltre ai 30 migranti di Budrio, ne coprono altri 20 che saranno messi a Ravenna. Finchè ci saranno tutti questi soldi che girano attorno a queste persone non ci sarà mai la volontà di risolvere il problema.
Sarebbe interessante conoscere anche il pare del Face onlus associazione famiglie cerebrolesi ,che tanto ha fatto per il restauro e la messa in opera di questa struttura, da sempre rimasta però inutilizzata.
Da quanto riferì in commissione un loro incaricato, Face inizio’ a destinare fondi a quella ristrutturazione pensando ad una struttura pre/post ricovero per cerebrolesi e minori disabili. Col passare del tempo, la normativa regionale sull’accreditamento di tali strutture si e’ notevolmente inasprita, rendendone costoso e problematico l’ottenimento. Così hanno pensato di sfruttare, assieme alla solita cooperativa rossa, questo nuovo business dell’accoglienza. Io penso che avrebbero reso migliore onore alla causa (dei cerebrolesi) vendendo l’immobile restaurato e restando estranei all’attivita’ dell’accoglienza migranti. Cerco di spiegarmi : se io facessi donazioni ad una onlus che agisce sotto l’insegna “famiglie cerebrolesi”, mi aspetterei che quello che verso fosse destinato direttamente ad aiutare quelle famiglie. Qui invece i soldi fanno “un giro” : la onlus affitta la struttura e riceve un canone, e fino a qui potrebbe sembrare la storia della zuppa e del pan bagnato. Ma chi garantisce, creatosi questo precedente, che gli affitti introitati non vengano destinati magari a ristrutturare altri stabili per poi ospitarci altri migranti, sottraendoli di fatto alle famiglie dei cerebrolesi ? E poi, parliamoci chiaro : se questa Face, anziché pubblicizzarsi come una onlus per cerebrolesi, raccogliesse fondi dicendo in modo esplicito che saranno utilizzati per creare alloggi per migranti, qualcuno pensa che riceverebbero la stessa entita’ di contributi ? Io penso proprio di no.