Da 134 anni la Cartoleria Nanni, la prima della Provincia di Bologna, veglia sulla piazza principale di Budrio. I riconoscimenti ricevuti dalla Camera di Commercio e dalla Provincia hanno ribadito l’importanza della bottega budriese. Accanto alla cartoleria è presente anche il negozio di abbigliamento della famiglia Nanni, che da molti decenni ha affiancato l’attività originaria. Pronunciare il nome Nanni a Budrio significa affondare i pensieri nella storia del paese, che parte da Pietro e arriva fino a Vera, capace di raccontare una grande quantità di aneddoti preziosi. Molti di questi riguardano il rapporto di amicizia tra il nonno e Quirico Filopanti: fu proprio Pietro a volere, con tutto se stesso, che la memoria dell’amico fosse conservata attraverso il monumento nella piazza a lui intitolata. Il binomio non si è certo sciolto, anzi si è rinforzato con il passare del tempo e ancora oggi si può andare in piazza e vedere Quirico e Pietro uno accanto all’altro.
LA PRIMA CARTOLERIA DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA
La storia della Cartoleria Nanni è legata a quella di Pietro: il suo fondatore. Siamo nel 1882, quando il Maestro Nanni comprende le difficoltà degli scolari nel reperire matite, penne, calamai, quaderni e tutto il materiale necessario per l’attività scolastica. Soltanto a Bologna sono presenti alcune cartolerie, mentre in tutta la Provincia non se ne trova traccia. Pietro, risoluto come sempre, decide di aprire la bottega nella piazza Maggiore di Budrio (oggi piazza Filopanti). Trascorrono pochi anni e all’interno della cartoleria compaiono i primi libri, che nel corso del tempo diventeranno più numerosi.
Il Maestro Nanni – impegnato nell’attività di docente fino al 31 agosto 1895 – si dedica completamente alla sua bottega a partire dal giorno del pensionamento. Negli anni precedenti di solito restava tra gli scaffali della cartoleria soltanto nel pomeriggio, mentre dal 1° settembre 1895 la sua presenza diventa costante. Il passato come garibaldino e la strettissima amicizia con Quirico Filopanti – ospite a casa Nanni in maniera ricorrente – portano Pietro alla scelta di proseguire ed intensificare l’impegno sociale ed istituzionale. Per vent’anni rivestirà il ruolo di Presidente della Partecipanza, impegnandosi a più riprese nella difesa della memoria degli uomini e degli eventi decisivi per l’unificazione d’Italia. La Cartoleria Nanni diventa un luogo di ritrovo e dibattito per numerose persone: alla mattina presto i professori provenienti da Bologna attendono l’inizio dell’orario scolastico all’interno della bottega, mentre durante il giorno è impossibile contare tutti i cittadini che si fermano a parlare con Pietro (già protagonista di un articolo biografico pubblicato su Budrio Next nel 2015), punto di riferimento per l’intera comunità.
LA TRADIZIONE PROSEGUE
Dal matrimonio tra Pietro e Sofia Monari nascono quattro figli: Ugo, Aldo, Luigi e Anita. Il terzogenito Luigi purtroppo muore giovanissimo, dopo aver conseguito il Diploma a Forlì. Anita si trasferisce a Genova per seguire il marito. Ugo e Aldo restano a Budrio e scelgono di subentrare al padre alla guida della Ditta Nanni, che nel passaggio di testimone si amplia. Nei primi decenni del ‘900 Ugo avvia – accanto alla cartolibreria – una merceria, dando così sfogo alla sua passione per i tessuti. Nel corso del tempo la nuova bottega sarà sempre più fornita, riuscendo a specializzarsi nell’abbigliamento.
La storica cartoleria passa ad Aldo, che continua a tenere i rapporti con i fornitori storici, tra cui l’azienda tedesca Pelikan, che fin da 1882 aveva iniziato a collaborare con la Ditta Nanni. Aldo – ricordato anche per il ruolo, ricoperto per molti anni, di cassiere dalla Cooperativa Operai del Mandamento di Budrio e Molinella – lavora insieme ala moglie Stella Minghetti, che lo aiuta quotidianamente nell’attività in bottega.
Ugo, come appreso dal padre, non rifugge l’impegno sociale, diventando il segretario del PSU (Partito Socialista Unitario) di Budrio, rappresentato a livello nazionale da Filippo Turati e Giacomo Matteotti. L’avvento del Fascismo non fa vacillare le convinzioni di Ugo, che dovrà raccogliere presto i cocci delle vetrine rotte della sua merceria.
Le difficoltà non mancano, ma la famiglia Nanni riesce a superare anche il drammatico periodo della IIª Guerra Mondiale e ad essere pronta a ripartire dopo la Liberazione. Inizialmente tutti i negozi sono vuoti ma, facendo affidamento sul nome della Ditta Nanni, molte aziende decidono di riprendere la loro collaborazione, dilazionando i pagamenti. La ripresa diventerà concreta nel corso di alcuni anni, in cui anche gli altri esercizi commerciali budriesi saranno stimolati dall’intraprendenza delle storiche attività di piazza Filopanti.
Nel 1962 le botteghe vivono un altro momento complicato: la Cassa di Risparmio di Bologna ha da poco acquistato l’edificio posto all’angolo della piazza. Nel corso dei lavori per la costruzione del caveau vengono intaccate le fondamenta del palazzo della famiglia Nanni, che risulterà inagibile per oltre un anno. Ugo e Aldo non si perdono d’animo e decidono di costruire una struttura – provvisoria, ma in muratura – davanti ai negozi: nonostante l’enorme disagio, l’attività delle botteghe proseguirà anche durante i lavori di ricostruzione del palazzo, che acquisirà la fisionomia odierna.
Nel corso dei decenni la merceria passerà a Giorgio (figlio di Ugo), ricordato come ottimo calciatore e come dinamico Presidente dell’Associazione Giovani Calciatori (A.G.C.) Budrio, mentre la cartolibreria sarà acquisita da Lara e Vera, figlie di Aldo. Ancora oggi le attività appartengono alla famiglia Nanni: in particolare Vera non abbandona mai il bancone della bottega, nonostante i 91 anni appena compiuti, raccontando a chiunque sia interessato la storia del nonno Pietro e numerosissimi aneddoti relativi a Budrio, che conserva il proprio spirito attraverso le parole appassionate di chi continua ad amarla.
Leonardo Arrighi
Foto: Archivio Montanari-Pazzaglia, Sergio Cardin, Vera Nanni