Sabato 17 settembre 2016 ritorna l’appuntamento con le esposizioni, gli incontri e i concerti alle Torri dell’Acqua di Budrio. Dalle ore 17 si terrà l’inaugurazione della prima mostra Il mio vero tempo, quello in cui il vino verrà ritrasformato in acqua, non è ancora venuto, a cura di Rodolfo Gasparelli e promossa con il Comune di Budrio, la Fondazione Cocchi e Gasparelli Arte Contemporanea. Durante l’inaugurazione si terranno due performance e sarà allestito un aperitivo di benvenuto per i presenti.
NEL SEGNO DI RUDOLF STEINER DEL VANGELO DI GIOVANNI
Un collettivo di artisti approda alle Torri dell’Acqua di Budrio a conclusione di un itinerario di mostre realizzate fuori dalla dimensione più consueta della galleria, per confrontarsi con questi spazi, per rappresentarli ispirandosi all’interpretazione di Rudolf Steiner del Vangelo di Giovanni. Un dialogo a più voci, sguardi diversi sugli ambienti delle Torr, così particolari, dai quali partire verso un nuovo cammino. Un cammino che a sua volta ci propone una visione dell’evoluzione dell’uomo nel suo continuo procedere verso la conoscenza, nel suo significato di strumento di liberazione, scopo della nostra esistenza terrena. L’acqua, come suggerisce il titolo, diventa la rappresentazione simbolica di questo approdo ideale e le Torri si riappropriano, in questo caso, della loro funzione di contenitore per dare forma alle idee e renderle vive.
Gli artisti sono: Cesare Baracca, Carloni / Franceschetti, Giacinto Cerone, Matisse Intervistato Da Apollinaire, Morena Chiodi, Salvatore Lavecchia, Mirco Tarsi, The Faccions, Jacques Toussaint, Erich Turroni, Verter Turroni, Mattia Vernocchi.
VINO E ACQUA, I SIMBOLI CHE TESSONO LA STORIA
Il curatore della mostra, Rodolfo Gasparelli, spiega: “L’interpretazione dell’antroposofo Rudolf Steiner del Vangelo di Giovanni come esemplare libro di iniziazione alla conoscenza quale scienza dello spirito, tratteggia la storia dell’uomo nei suoi gradi evolutivi e nelle sue facoltà. Tali gradi evolutivi partono da una chiaroveggenza atavica, da una capacità di vedere immagini delle cose vere, che sfuma nell’avanzare dei tempi e, a causa della tradizione e dell’eredità di sangue, solo una sapienza oscurata viene tramandata alle generazioni che si succedono, ma senza più un’esperienza diretta alle verità. La simbologia adoperata per rappresentare questa saggezza è quella del vino, che si esemplifica nella stirpe e nei Padri, ed è ricollocata nell’ambito dell’ebraismo. L’avvento del Cristo muta il corso dell’evoluzione e pone sulla scena del mondo il ruolo del Figlio, di un sapere non più acquisito, e non solo trasmesso, ma spalancato all’interno dell’attività della volontà e del libero arbitrio. L’acqua è la rappresentazione simbolica di questo approdo generativo, in cui l’uomo compie la sua evoluzione in rapporto alla propria natura, ed essa, all’interno di entità spirituali cosmiche. Raggiungiamo le Torri dell’Acqua di Budrio, storico acquedotto e luogo dedicato alle arti, a conclusione di un itinerario di mostre realizzate fuori dallo spazio più consueto della galleria. Troviamo i simboli che tessono la storia, gli artisti misurano i loro strumenti nel flusso orchestrato del destino”.
Ph: Sergio Cardin
IL PROGRAMMA DELL’INAUGURAZIONE
Ecco il programma del pomeriggio:
– ore 17:00 inaugurazione con presentazione del Sindaco Giulio Pierini, di Lorella Grossi Direttore Musei Civici Budrio e Direttore Artistico per l’arte contemporanea – Torri dell’Acqua Budrio e di Claudia Cocchi responsabile della Fondazione Cocchi e delle attività delle Torri dell’Acqua.
– ore 17:30 visita della mostra con gli artisti presenti
– ore 18:00 performance “Quartetto per trapani”, autore Cesare Baracca: “è un’azione visiva – sonora, antiperformativa, in cui la pratica della pittura e i suoi materiali vengono ad essere travolti dall’inadeguatezza degli strumenti prescelti. La macchina celibe ha perso di vista l’oggetto del desiderio; non potendo realizzarsi nell’opera insegue la suggestione di un rapporto originario giocandosi tutta nella concretezza convulsiva degli atti. Il carcere di un sistema metalinguistico – autoreferenziale, così caro all’arte contemporanea, si ripresenta qui in uno stretto giro di cella, in un grido aporetico dalle sonorità noise – industrial.”
– ore 18:30 aperitivo
– ore 19:00 performance “Cena sul ring”, autori The Faccions: “Tutti gli uomini di quella famiglia erano il centro di un miraggio. Una tessitura di capillari rotti, una presunzione di esistenza. Avevano apparecchiato sulla strada di ghiaia, appoggiato i cavalletti, la piana, la tovaglia, in un perimetro di rabbia nella consueta violenza del desinare. Di li a breve anche lei sarebbe diventata come loro, dimenticando ogni cosa”.
A seguire, continua la visita della mostra